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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Carlo Pastori

• Milano 29 febbraio 1960. Clown, attore, cabarettista, musicista, cantante, ballerino, fisarmonicista. «Un pagliaccio di strada, è così che nasco». Noto per le partecipazioni a Zelig e Colorado Cafè.
• Il 12 maggio 2007 sul palco in piazza San Giovanni a Roma per il Family Day: «Su una questione come la famiglia, che è antropologica, non ideologica, io mi sono sentito di prendere posizione, di scegliere con chi imbarcarmi».
• Allestisce spettacoli per bambini in giro per l’Italia. «Perché ha scelto come pubblico i bimbi? “Perché non hanno la diplomazia degli adulti. Se quel che gli racconti non gli interessa, ti mollano subito. Ma sono anche gli unici capaci di gratitudine vera” (...) Chi è il più grande nemico dei bambini? “Nemico dei bambini è chi gli racconta che non esistono la mamma e il papà. Come fa Walt Disney con Paperino e Qui, Quo, Qua”» (Stefano Lorenzetto).
• «La prima volta il produttore di Zelig, Roberto Bosatra, mi chiese: “Da quanti anni fai teatro?”. Tredici, risposi io. “Stasera ti vedrà il triplo della gente che ti ha visto in 13 anni”».
• «Sei il Claudio Bisio dei poveri? “No, semmai è Bisio il Carlo Pastori dei ricchi. E poi io lavoro molto più di Bisio: per guadagnare come per una serata di Bisio io ne devo fare almeno 45”. Il fatto è che ha iniziato a cucirselo addosso presto, quel viziaccio di parlare di Gesù. Come parlasse, ancora bambino, di Boninsegna o del maestro Guerino Pesaola, zio peraltro del Petisso, l’allenatore. Per esempio. Lui dice che i giorni e le ore non si ricordano se non c’è questo Gesù presente e quel giorno del 1970 doveva essere seduto vicino a lui. Il maestro Pesaola stava pescando da un cappello il nome del fortunato che sarebbe andato in rappresentanza della scuola a ritirare un premio, vinto con la recita I misteri pasquali, e il nome – lui, seduto all’ultimo banco, lo sapeva già – sarebbe stato il suo. E infatti, “è il tuo, Pastori”. Così l’alunno Pastori Carlo, classe quinta B dell’Elementare Tito Speri di via Lulli, a Milano, venne portato dal padre all’Arengario proprio il giorno in cui (se mai il piano provvidenziale non gli fosse ancora chiaro) venivano “arruolati” i Bravissimi, giovani talenti inviati d’estate a far spettacolo per le maestranze emigrate in Europa. Si girò dunque i cantieri di Svizzera, Germania, Belgio, Portogallo. E imparò a suonare la fisarmonica. Fu allora che Carlo Pastori prese una decisione: “Iniziai a fumare. A undici anni nelle cave svizzere giravano stecche di Kent grosse così”» (Caterina Giojelli) [Tpi 6/2/2012].
• Vive a Treviglio (Bergamo) con la moglie Patrizia e i quattro figli (Giacomo, Giovanni, Elia e Martino).
• Sulla carta d’identità ha una foto con la maglia dell’Inter: «Una fede, come Peppino Prisco diventerò milanista in punto di morte, così schiatterà uno di loro».