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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Valeria Parrella

• Torre del Greco (Napoli) 1974. Scrittrice. Libri: Mosca più balena (Minimum Fax 2003, premio Campiello opera prima), Per grazia ricevuta (Minimum Fax 2005, finalista al premio Strega e premio Renato Fucini), Il verdetto (Bompiani 2007), Lo spazio bianco (Einaudi 2008: primo romanzo, racconta di un bimbo nato prematuro come il suo Andrea, diventato nel 2009 un film di Francesca Comencini con Margherita Buy), Ciao maschio (Bompiani 2009), Tre terzi (Einaudi 2009, scritto a sei mani con Diego De Silva e Antonio Pascale, raccolta di tre brevi pieces teatrali), Ma quale amore (Rizzoli 2010), Lettera di dimissioni (Einaudi 2011), Antigone (Einaudi 2012, prodotto dal teatro Stabile di Napoli e premio Le Maschere del Teatro italiano come Miglior autore di novità italiana nel 2013), Tempo di imparare (Einaudi 2013). Una sceneggiatura scritta per Gianni Amelio, un’altra per Alex Infascelli. Collabora con la Repubblica, l’Espresso e il settimanale Grazia.
• «Pensavo che non avrei mai scritto un romanzo, perché le storie che mi venivano in mente erano di durata minima. E anche perché l’italiano che avevo studiato aveva un impianto rigoroso, complesso, che non si adattava alla mia immaginazione. Poi lessi i racconti di Carver ed è come se mi si fosse snellita la vita».
• «Se fosse un colore, sarebbe l’arancione. Una canzone: Because the night di Patti Smith. Un posto a una determinata ora del giorno: Bagnoli, all’imbrunire. (…) L’infanzia passata tra via De Marco e via Martini. L’adolescenza a Nocera Inferiore. Dall’università si è stabilita nel cuore della città, a via Duomo. Mentre studiava Lettere alla Federico II, le capitò di seguire un seminario di Mazzacurati che s’intitolava “Imparare a scrivere per imparare a leggere”. “In pratica, era un vero e proprio laboratorio di editing. Ci invitavano a scrivere racconti a tema e notavo che il mio gli altri colleghi, poi, se lo fotocopiavano – spiega – Mi dicevano che c’era un qualcosa in più in quelle paginette e questo è stato il primo momento in cui ho acquistato fiducia”. Poi, poiché le piacevano gli scrittori nordamericani, venne a sapere della casa editrice Minimum Fax. Prese coraggio e una busta da lettera, ci infilò dentro un suo racconto (Il passaggio) e lo spedì a Roma. Passò qualche mese, l’editore la chiamò e le comunicò: “Questo te lo pubblichiamo, hai altro?”. La Parrella, rispose: “Certo, come no”. Così accese il computer e si mise a scrivere gli altri tre racconti che confluirono nella sua prima raccolta, Mosca più balena» (Carla D’Alessio).
• «I personaggi di Valeria Parrella vivono (allegramente o disperatamente) alla giornata, tirano a campare nella Napoli mariuola che si arrangia come può, accettano i guai, magari strillando, ma poi si rassegnano. Anche alla galera, anche alla morte. Se hanno sogni, stentano a venir fuori, perché provvedere all’oggi è già tanto, è già tutto. Le sue sono soprattutto “tranche de vie”, reperti di una quotidianità che è un modo di esserci, al mondo, e soprattutto di affermare, spesso con caparbietà, la necessità, il diritto biologico di vivere o almeno di sopravvivere in una specie di confronto e talvolta lotta senza quartiere con tutto ciò che sta fuori dal sé: il ragazzino che cerca di scipparti il cellulare, i colleghi di lavoro, i parenti, le madri che si preoccupano, gli amanti che non arrivano» (Paolo Mauri).
• Laureata in Lettere classiche (come il padre e i nonni), specializzata in Glottologia con una tesi sulla lingua dei segni, lavora all’Ente nazionale sordomuti di Napoli.
• Dal 2008 al 2010 è stata nel comitato di Direzione artistica del teatro Mercadante di Napoli.
• Nel 2014 candidata alle europee con la lista L’Altra Europa con Tsipras.