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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Arturo Parisi

• San Mango Piemonte (Salerno) 13 settembre 1940. Politico. Eletto alla Camera nel 1999, 2001, 2006, 2008 (Ulivo, Margherita, Pd). Ministro della Difesa nel Prodi II (2006-2008), sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel Prodi I (1996-1998, fu accusato di non essere riuscito a evitarne la caduta).
• Sassarese, nacque in provincia di Salerno solo per caso. A sei anni perse il padre, ufficiale della Guardia Forestale. Scuola militare alla Nunziatella, laurea in Giurisprudenza, poi professore universitario (Sociologia, a Bologna dal 1971). Negli anni Sessanta fu vicepresidente dei giovani dell’Azione Cattolica. Negli anni Ottanta è stato vicepresidente dell’associazione il Mulino e direttore della rivista omonima. Nel 1992 fu tra i promotori del referendum che portò alla svolta maggioritaria.
• Principali provvedimenti presi come ministro della Difesa: il rifinanziamento delle missioni militari internazionali (Afghanistan) nel luglio 2006; l’invio delle truppe italiane in Libano, all’interno della missione Unfil, sotto l’egida dell’Onu (settembre 2006); il ritiro delle truppe militari italiane dall’Iraq, avvenuto il 2 dicembre 2006, tre anni e mezzo dopo l’inizio della missione “Antica Babilonia”; l’invio di militari in Campania per rimuovere i rifiuti dalle strade e permettere la riapertura delle scuole (gennaio 2008).
• «È stato il primo e per molto tempo il solo, per dodici anni, a dire che bisognava sciogliere Ds e Margherita per fondare il Partito democratico. E a nemmeno ventiquattro ore dalla costituente del Pd, dice che così non vale e che quasi quasi se ne va. È stato il primo, e sempre da solo, che ha esortato Walter Veltroni a candidarsi alla guida del Pd. Ma quando tutti si sono convinti ad appoggiarlo, a nemmeno due settimane di distanza, è stato anche il primo a dire che Veltroni proprio non andava bene» (Il Foglio). Nei mesi precedenti le Politiche 2008 è stato all’interno del Pd un avversario tenace del segretario. Dopo la sconfitta elettorale, ha chiesto ripetutamente a Veltroni di lasciare la guida del partito: «Ho difficoltà a riconoscermi nel clima zuccheroso, buonista e sorridente che ha da sempre caratterizzato la leadership veltroniana. Quello che Veltroni tarda a capire sono gli elettori che quando ci vedono sorridere non riescono proprio a capire cosa abbiamo da ridere. Ci sono state stagioni nella quali “pensare positivo” era di moda, e bastava copiare alla lettera gli slogan e le forme della propaganda americana. Questa è invece una stagione nella quale c’è bisogno di una guida e di un pensiero che sia almeno serio, se non forte, e comunque nostro. Mi illudevo di poter distinguere la leadership dal leader e perciò chiedevo a Veltroni di cambiare linea. Sono passati due mesi pieni e di fronte ai ripetuti avvertimenti che ci vengono dagli elettori e dall’interno del partito la linea non è cambiata. È evidente allora che a questo punto bisogna cambiare leader». Viene considerato il portavoce ombra di Romano Prodi, che però ha smentito di voler intervenire nelle polemiche interne al Pd: «Io sono della scuola che quando uno esce, esce. Non deve più rompere le scatole». A settembre 2008, con la proposta polemica di rispolverare l’Ulivo per le europee del 2009, ha lanciato l’ennesimo attacco al leader del Pd: «Berlusconi è un grande leader. Veltroni impari».
• «Capisco che in politica la mia libertà possa dar fastidio, forse perché alla politica non mi sono mai consegnato veramente. Ci sono arrivato a 56 anni, dopo un percorso professionale compiuto. Molti credono che in politica la libertà venga dal fatto di essere giovani. È il contrario. Io non devo preoccuparmi di non mettere a rischio gli anni che mi attendono. Di questo almeno sono leggero: del peso del futuro».
• In rotta con la dirigenza del partito, accusata di aver tradito lo spirito dell’Ulivo, ha sostenuto Matteo Renzi fin dalle primarie Pd (perse) del 2012.
• «Parisi fa così da 15 anni. Pensa che ogni momento positivo sia merito suo e ogni difficoltà sia figlia invece della tragica colpa di non aver seguito i suoi preziosi consigli» (Dario Franceschini).
• La moglie, Anna Piga, era insegnante di sostegno. Un figlio, Raffaele.
• Ama scrivere poesie.