31 maggio 2012
Tags : Giuseppe Panza di Biumo
Biografia di Giuseppe Panza di Biumo
• Milano 23 marzo 1923 – Milano 24 aprile 2010. Collezionista d’arte (contemporanea). «Mi sono avvicinato all’arte per caso, a 13 anni, a causa di una scarlattina. A quel tempo bisognava stare quaranta giorni in isolamento. Così sono stato chiuso nella mia camera da letto e avevo come passatempo l’enciclopedia Treccani. Io leggevo, rileggevo, coprivo le didascalie e giocavo a indovinare l’autore e il periodo del quadro. Guarito della scarlattina, mi sono irrimediabilmente ammalato d’arte».
• Ha acquistato circa 2.500 opere, la metà sono nei musei, dal Moca di Los Angeles, a Villa Panza di Varese dopo l’accordo con il Fai, al Palazzo Ducale di Sassuolo. L’archivio è al Getty di Los Angeles. Un migliaio sono ancora di sua proprietà.
• «Da uomo che si era fatto deridere da amici e direttori di musei quando cominciò ad acquistare i primi quadri, negli anni Cinquanta, a re dei collezionisti di arte contemporanea. È, questa, la storia del conte Giuseppe Panza di Biumo, che inizia la sua carriera di mecenate con il viaggio negli Stati Uniti dopo la laurea in Giurisprudenza e l’acquisto, a Parigi, della prima opera, un Antoni Tàpies alla sua seconda esposizione assoluta: acquistato per 250mila lire paragonabili a 1.500 euro di oggi, vale invece mezzo milione di euro. “A quell’epoca - dice - non bisognava essere ricchi per comperare, ma nessuno osava investire in artisti ancora sconosciuti. Quando la gente vedeva i Franz Kline nella sala da pranzo diceva che sembravano dipinti da un bambino che aveva rovesciato del nero sulla tela. E che i Rothko nel soggiorno erano fatti da un imbianchino. Io, invece, ne ero affascinato e continuavo a riempire il primo piano della villa con altre opere”. Espressionismo astratto. Arte informale. Pop art. New York, Los Angeles. Il conte Panza viaggia tra l’Europa e gli Stati Uniti, conosce personalmente gli artisti, visita gallerie. Un ancora poco conosciuto Dan Flavin è ospite del Conte e realizza, tra le altre illuminazioni, il Varese Corridor, una delle più celebri installazioni site-specific dell’oggi celebrato artista californiano. Con il passare del tempo la casa non basta, le opere invadono i rustici e le scuderie. Biumo è una tappa obbligata di studiosi e conoscitori e la villa diventa la casa europea di quell’arte americana che sarebbe stata riconosciuta in seguito come la più significativa del XX secolo. Alla fine degli anni Sessanta l’attenzione di Giuseppe Panza si sposta verso il minimalismo, l’arte concettuale e quella ambientale. Un intuito artistico che lo porta a essere considerato un talent scout. Un vero esperto, anche se autodidatta. Nel 1996 decide di donare la villa familiare e 163 opere al Fai. Dopo Phil Sims e David Simpson, il conte di Biumo ha la gioia di scoprire, in Italia, Alfonso Fratteggiani, l’unico artista al mondo che “è riuscito a riportare il colore nelle sue condizioni pure”» (Giulia Chiesa). (a cura di Lauretta Colonnelli).