31 maggio 2012
Tags : Giorgio Panariello
Biografia di Giorgio Panariello
• Firenze 30 settembre 1960. Attore. Comico. Conduttore tv. «Io sono una calamita. I paesi italiani sono pieni di macellai, bottegai, signore che parlano con me».
• Vita Ha lavorato come cameriere e venditore di pentole. Esordio nelle tv private con Carlo Conti, il successo arrivò grazie a Maurizio Costanzo che lo fece debuttare a teatro in Boati di silenzio (1997). Approdò al cinema dapprima come attore in Finalmente soli (Umberto Marino 1997), poi autore e regista di Bagnomaria (1999) e Al momento giusto (2000). Tra i suoi programmi in tv: TGX, Fantastico, Acqua calda, Saluti e baci, Vernice fresca, Aria fresca, Su le mani, Cocco di mamma, Sanremo estate, Torno sabato (legato alla lotteria Italia, una media di otto milioni di telespettatori a puntata, Telegatto 2002 per il varietà dell’anno), Ma il cielo è sempre più blu, nel 2006 condusse il Festival di Sanremo (con Victoria Cabello e Ilary Blasi, ascolti molto deludenti).
• Nell’ottobre 2007, mentre era ospite della Palombelli al Tg5, una telefonata della signora Ciampi chiuse definitivamente la questione della “tv deficiente”: «Come ti può essere venuto in mente che parlassi di te? Ho sposato un toscano, lo sai... Tu invece mi fai divertire moltissimo». Maria Volpe: «E in effetti la signora Ciampi non aveva mai nominato il comico toscano. L’equivoco nasce dal settimanale l’Espresso che il 6 dicembre 2001 mise in copertina la foto dell’attore sotto lo slogan “Tv deficiente”. Da allora è stato tutto un difendersi, uno spiegare».
• Nella primavera del 2008 decise di abbandonare uno dei suoi cavalli di battaglia, l’imitazione di Renato Zero: «Anche se è il mio personaggio più amato e trasversale, è il momento di una trasformazione: Clonato Zero è il passaggio dall’imitazione di Renato a un personaggio vero e proprio».
• Da ultimo visto al cinema in Amici miei...Come tutto ebbe inizio (Neri Parenti, 2011), Natale in Sudafrica (Neri Parenti, 2010), Notte prima degli esami - Oggi (Fausto Brizzi 2007) , SMS Sotto mentite spoglie (Vincenzo Salemme 2007), a teatro con Inmezz@voi, Panariello non esiste e Faccio del mio meglio (regia di Giampiero Solari). A teatro e in radio con Ogni maledetta domenica (2010), trasmesso da Rtl 102,5 in diretta da un teatro romano.
• «Ho fatto Sanremo che nessuno voleva fare, ho sperimentato la prosa nel Borghese gentiluomo di Molière, in tv ho sacrificato la formula collaudata di Torno sabato per il più teatrale Il cielo è sempre più blu, penalizzato dagli ascolti. Probabilmente sono un matto, quando le cose vanno troppo bene devo cambiare. A farmi paura è solo la noia».
• Non ha mai conosciuto il padre, la madre morì quand’era bambino, crebbe con i nonni. «Fin da quando ero piccolo il mio sogno era quello di esibirmi. A sei, sette anni, a Viareggio, mi chiudevo in bagno e mi intervistavo davanti allo specchio. Fingevo di essere un famoso disc-jockey. E a scuola, alle elementari, quando la maestra spiegava, riempivo fogli con la mia firma per esercitarmi a rilasciare autografi. Avevo talmente voglia di piacere agli altri che, finite le medie, i professori mi consigliarono di frequentare la scuola alberghiera per stare a contatto col pubblico».
• «Annunciavo a mia nonna che avrei cambiato mestiere, che abbandonavo il cantiere di Viareggio per fare il dj. Volavano le discussioni. Già che ho avuto pochi rapporti con mia madre. Già che non ho mai conosciuto mio padre. E io mi mettevo a inseguire farfalle mentre i nonni non navigavano nell’oro. Mio nonno brontolone, buono e acido all’esterno, m’ha ispirato anni fa il Vecchietto, un personaggio che emoziona e fa ridere» (da un’intervista di Rodolfo Di Giammarco).
• Un fratello, Franco, conosciuto solo da grande: da piccolo lui fu affidato ai genitori, il fratello a un orfanotrofio. «La prima volta che l’visto era il 1972: io avevo 12 anni, lui 11. Fino ad allora non avevo mai saputo della sua esistenza. Quando mia madre mi aveva abbandonato ero andato a stare dai nonni. [...] Franco invece era finito in collegio» (Vanity Fair).
• «Chiedetegli se la sua comicità ha dei contenuti, e lui risponderà senza esitazione: “Nessuno, e nemmeno messaggi. I miei modelli sono Walter Chiari e Gino Bramieri, che giocavano sul Sarchiapone, sulle macchiette, sul veneto ‘mbriaco”» (Paola Zonca).
• «La svolta è l’esplosione del toscanismo in humour, targato Pieraccioni con il sostegno di Cecchi Gori che lancia quel gruppo anche nella sua tv. E da lì a farsi notare nella grande tv, il passo alla fine è breve. Fondamentale diventa l’apporto del gruppo Ballandi che ne fa il lato light e molto remunerativo dell’intrattenimento di genere (ma gli farà recitare anche Molière in teatro). Arrivano i sabato sera in tv, lui si mette in spalla tutti i doppisensi possibili e si butta, crea personaggi popolareschi, il bagnino-pataccaro, quello del marsupio con cui ovviamente s’intende un’altra cosa, il suo mood perfetto è che esista un Briatore e che lui ne faccia la parodia (Naomo), ma alla buona, con grande rispetto. Anni di grandi riscontri in tv, ma che via via scendono un po’, e nella scuderia Ballandi – non c’è niente da fare – è sbucata la stella vera, Fiorello, che lui soffre, umanamente, per forza di cose» (Antonio Dipollina).
• «Il successo è arrivato troppo tardi per cambiarmi. Non ero un ragazzino, la gavetta era stata lunga, avevo già un altro cervello. Il successo mi ha fatto capire che averlo mi piace e che farò di tutto per mantenerlo spiazzando ogni volta, un poco, il mio pubblico» (a Simonetta Robiony).
• «Forse sarebbe stato un grande dell’avanspettacolo, un capocomico più malinconico che divertito, magari facendo compagnia con l’urlante Tosca D’Aquino. Perché Panariello appartiene a quell’universo lì, più che alla tv» (Aldo Grasso).
• Nel 2007 testimonial della console Nintendo. Dal 2010 protagonista con Vanessa Incontrada degli spot di Wind. «Il suo personaggio più popolare è Naomo, incarnazione del briatorismo. “Quando ho creato questo personaggio mi sono ispirato a Briatore, a Cavalli... Improvvisamente, gente come loro, come Ricucci, sono arrivati come in Apocalypse Now con gli elicotteri. Gli Agnelli hanno una storia, ma questi, mi son chiesto, da dove arrivano? Il briatorismo non è una questione economica, ma di cervello. Briatore non è Briatore solo per i soldi, ma il per concetto che incarna”» (a Renato Franco) [Cds 30/7/2011].
• È di sinistra ma si sente snobbato dalla sinistra. E sul settimanale A ricorda: «“Una sera nell’eskimo mi hanno messo due bottiglie in tasca. Pensavo fosse cognac”. Erano molotov, ed erano gli anni di Lotta Continua. “Qualcuna l’abbiamo lanciata. E di botte da fascisti e celerini ne abbiamo prese parecchie”».
• A Prato, insieme a Carlo Conti, nel 2009 ha sostenuto il candidato e poi sindaco del centrodestra Roberto Cenni.
• Sul palco del Concerto per Viareggio nel 2009, per raccogliere fondi per la ricostruzione dopo l’incidente ferroviario nella cittadina toscana. Nel 2012 a Lampedusa, sulla spiaggia di approdo degli immigrati.
• «Ho sempre cavalcato poco la politica, perché non me ne intendo molto, la seguo quello che basta».
• Vive a Prato. Ha avuto una storia durata 17 anni con Elena Metti. Tra le sue conquiste la conduttrice di Uno Mattina Elisa Isoardi (25 anni meno di lui) e Benedetta Mazza, professoressa dello show di Raiuno L’eredità (Novella 2000).
• Passioni Ama gli animali, nel tempo libero si occupa di difendere i loro diritti (è presidente onorario della Lega per la difesa del cane). Ha due cani, un pastore tedesco e una meticcia, e ha girato uno spot contro l’abbandono e il randagismo. Proprio i suoi cani, Crusca e Zeus, gli hanno ispirato il libro Non ti lascerò mai solo (Mondadori, 2008). Dedicato agli animali anche il libro Guardami negli occhi (Mondadori, 2009).
• Soffre di insonnia e gioca a Texas Hold’em (L’Espresso).
• Il sogno segreto: «Vorrei fare un film mio» (ad Alain Elkann).
• Tifo Milanista: «È stato mio zio Duilio ad attaccarmi la passione, da bambino avevo la copertina rossonera e ho fatto un provino a Milanello come portiere, ma quando giochiamo contro la Fiorentina vado in crisi e rimango neutrale».