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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Silvana Pampanini

• Roma 25 settembre 1925 – Roma 6 gennaio 2016. Seconda classificata a Miss Italia 1946. Attrice. Tra i suoi film: I pompieri di Viggiù (Mattoli, 1949), Bellezze in bicicletta (Campogalliani, 1951), Un marito per Anna Zaccheo (De Santis, 1953), Racconti romani (Franciolini, 1955). «Di brune come me c’è stata solo Ava Gardner».
• Di famiglia veneta trapiantata a Roma da tre generazioni, nipote della famosa cantante d’opera Rosetta Pampanini, si è diplomata all’istituto magistrale e al conservatorio musicale di Santa Cecilia. Quand’era ancora studentessa la maestra di canto la iscrisse a sua insaputa al concorso di Miss Italia. Nonostante la vittoria ufficiale di Rossana Martini, per le proteste del pubblico venne assegnato anche a lei il premio ex aequo. Iniziò la carriera come interprete di pellicole musicali e diventò popolare grazie ai settimanali illustrati e ai cinegiornali. Il padre, tipografo, inizialmente contrario alla sua carriera da attrice, lasciò il proprio lavoro e divenne poi il suo agente (Il Messaggero 25/10/2015).
• «È stata una delle donne più belle del mondo, interprete di decine di film che hanno turbato (senza nudo e senza volgarità) i desideri segreti di milioni di maschi vogliosi» (Cesare Lanza).
• Il suo grande amore era morto precocemente di malattia e lei non desiderò mai più un altro marito: «Ero pronta a lasciare tutto per l’uomo che amavo, ma lui è morto e, da allora, al matrimonio non ho più pensato» (Fulvia Caprara) [Sta 7/1/2016].
• «Una donna spiritosa e divertente che ha sempre raccontato la sua vita con estrema ironia. Non si è mai sposata e non ha avuto figli, ma si è sempre favoleggiato di amori pazzeschi con Omar Sharif, Orson Welles, Tyrone Power, William Holden, re Faruq d’Egitto, Totò la chiese in moglie ma non le dedicò mai la struggente canzone Malafemmena come lei ha lasciato intendere per anni ridendoci sopra. Nonostante le tante star ai suoi piedi, e nonostante lei abbia sempre detto di se stessa “ho avuto più proposte di matrimonio che mal di testa”, identificava il suo unico vero amore in un uomo di dieci anni più vecchio di lei, estraneo allo spettacolo e mai uscito allo scoperto, morto un mese prima del loro matrimonio. Molto devota a Padre Pio e a Sant’Antonio da Padova, la Pampanini è di quelle donne che non le manda a dire, nel 1996 ha scritto un’autobiografia, Scandalosamente perbene (Gremese editore – ndr) nella quale polemizza con la critica che a suo dire l’ha sempre maltrattata e non le ha mai conferito premi. Non si può dire così dei registi che se la sono litigata, fino ad Almodóvar, il quale ha dichiarato che lei è una delle attrici italiane con cui vorrebbe lavorare» (Michela Tamburrino) [Sta 26/10/2015].
• «La vulgata ci ha abituato a immaginare la Malafemmena di Totò con gli occhi verdi e le gambe lunghe di Silvana Pampanini» (Carlotta Niccolini) [Cds 12/3/2009].
• «Ci eravamo appena conosciuti, quando mi arrivò a casa un cesto di fiori. Uscivamo spessissimo a cena. Mai soli. Totò era talmente signore che voleva con noi mio padre e mia madre… Non ha mai cercato di baciarmi. O meglio, faceva la mossa, io mi tiravo indietro» (la Pampanini nel suo libro Scandalosamente perbene).
• «Bella, sfrontata, dotata di un corpo “collinare, arrotondato e pieno di curve” (così la descriveva il periodico Stelle d’Italia) e che lei usa abilmente per stuzzicare i desideri del pubblico, diventa da subito l’idolo di un Paese che vuole dimenticare in fretta le tristezze della guerra e che sogna tre cose: di vincere al Totocalcio, di avere una Lambretta e di passare una notte con la Pampanini» (Paolo Mereghetti) [Cds 7/1/2016].
• «I giornali mi volevano bene. Mio padre, Francesco, era direttore della tipografia dove si stampava il Momento sera di Realino Carboni, un quotidiano popolare di Roma, spesso irriverente. Ai miei esordi pubblicarono una recensione simpatica su di me, poi i giornalisti dissero a mio padre: “Non sapevamo che fosse tua figlia, non sapevamo che avessi una figlia così bella!”. E mio padre, che era anche un grosso pugile, agitò le mani: “Se ne aveste scritto male, avreste dovuto fare i conti con queste”. Il bello è che mio padre non voleva che facessi spettacolo. Papà non voleva, mamma nemmeno, come dice la canzone, e al concorso di Miss Italia, che allora si teneva a Stresa, arrivai timidamente: per la prima volta, pensa un po’, con i tacchi alti e le calze lunghe. Una ragazzina che scatenò un finimondo. La giuria aveva premiato un’altra ragazza e il pubblico si scatenò per protesta: pugni, spintoni, le sedie che volavano... Furono costretti a rifare il verdetto e a proclamarmi vincitrice ex aequo, ma neanche questo bastò a riportare la calma».
• «Sono molti a sostenere che a far terra bruciata intorno alla Pampanini sia stato il produttore Moris Ergas, imbufalito per non essere riuscito a convincere l’attrice a sposarlo dopo tre anni di assiduo corteggiamento (dal 1953 al 1956), ma soprattutto dopo che non era riuscito a farsi restituire, nemmeno portandola in tribunale, i 31 milioni di doni (soprattutto gioielli e pellicce) che le aveva offerto» (Mereghetti, cit.).
• «Oggi fanno televisione solamente puttane e comuniste» (alla Stampa).
• «Dal chirurgo plastico non ci sono mai stata e quando mi verranno le rughe, quando il buon Dio me le manderà, io me le tengo, perché sono chic» (a Chiambretti Night).
• Habitué dell’Opera di Roma e della Costa Azzurra.
• Giulio Andreotti la portò con sé a un comizio in Ciociaria. «Una volta a Sora quasi la sbranano» (Tatti Sanguineti) [Malcom Pagani, Fat 20/5/2014].
• In Francia l’avevano soprannominata Ninì Pampàn. Alberto Sordi la chiamava «Silvanella», ai tempi in cui le fece recitare la parte di se stessa nel film Il Tassinaro (Sordi, 1983).
• «Quando aveva un sassolino nella scarpa se lo toglieva impavida, dichiarando, per esempio, che la sua pensione era bassa perché molte produzioni non le avevano versato i contributi, che la Lollo sbagliava a sposare un uomo tanto giovane, che Veltroni aveva fatto male a non invitarla alla Festa di Roma, che non aveva idee politiche di destra, come invece sosteneva qualcuno» (Caprara, cit.).
• Nella notte del 25 ottobre 2015 fu operata d’urgenza al Policlinico Gemelli di Roma per un blocco addominale. La notizia venne data da Barbara D’Urso nel corso di Domenica Live, in onda la domenica pomeriggio su Canale 5: «Lunedì doveva andare all’Opera a vedere un balletto ma il giorno dopo mi ha chiamato dicendomi che non si sentiva bene. Così nei due giorni successivi. Poi un comune amico vedendo che la situazione si era aggravata, l’ha portata al Gemelli dove è stata operata d’urgenza una prima volta. Poi è dovuta tornare in sala operatoria. Ma era lucida e tranquilla. Ha firmato lei per il suo consenso. Ora Silvana è in terapia intensiva» (Paolo Limiti in collegamento telefonico alla D’Urso). Dall’ospedale non uscì più. È morta due mesi dopo, il 6 gennaio 2016. I funerali l’8 gennaio mattina, a Roma, presso la parrocchia Santa Croce.
• «Della morte non ho paura. Chissà le folle che mi attendono anche lassù…».