31 maggio 2012
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Biografia di Barbara Palombelli
• Roma 19 ottobre 1953. Giornalista. Conduttrice di Forum (Canale 5, dal 2013). Sul Foglio tiene la rubrica L’osservatrice romana. Su Radio 2 conduce 28 minuti. «A casa, il mio soprannome è Radiocorriere Tv». Già alla Repubblica e al Corriere della Sera.
• «Quattordicenne prendo la tessera della Lid, la Lega per il divorzio. Con il battesimo della politica, rifiuto le suore e mi iscrivo al liceo scientifico, dove le femmine erano ancora pochissime. Chiedo le chiavi di casa, mio padre dice che la libertà bisogna guadagnarsela, così comincio a fare lo studente lavoratore, al pomeriggio segretaria in una scuola di danza, al mattino vado a scuola» (da un’intervista di Lidia Ravera).
• «Potevo diventare anch’io una docente universitaria. Nel ’77 ero assistente di Ida Magli alla cattedra di Antropologia culturale, alla Sapienza, ma è durato poco. Visto che non potevo permettermi di non guadagnare una lira, Magli fece il mio nome in Rai».
• «Ha lavorato con molti editori, di destra e di sinistra, perché per lei quello che conta davvero è l’amore per il suo mestiere. “Cerco di far parlare gli altri, di raccontare quello che vedo, di far vivere al mio pubblico le stesse emozioni che provo. Tutto qui”» (Barbara Benedettelli) [Grn 21/6/2010].
• «Non ho dubbi, ci sono in giro due distinte signore che si fanno chiamare Barbara Palombelli. Una è vera, l’altra è un fake. Difficile distinguerle. Una scrive sul Foglio e si misura con il grande giornalismo (…) L’altra Barbara conduce Forum, sollecita lo scontro fra i litiganti, si commuove o si diverte a risolvere controversie (…) Barbara A (la grande giornalista) non permetterebbe mai a Barbara B (la conduttrice) di spacciare come “vere” storie che sono “pettinate” dagli autori e spesso interpretate da figuranti» (Aldo Grasso) [Cds 15/11/2013].
• «I grandi temi appassionano: ormai si discute di più su Brittany che si è tolta la vita che sulla riforma del Senato. E meno male: non ho nostalgia di ore e ore di talk. È più utile dare informazioni e farlo in format popolari è un valore aggiunto. Ho sempre frequentato Sanremo, Miss Italia, ho fatto Domenica In. Contesti in cui anche i politici capirebbero meglio il polso della gente» (a Chiara Maffioletti) [Cds 08/11/2014].
• «Veniva sempre da me quand’ero all’Espresso. Una pariolina molto carina. Si siede davanti a me e comincia a guardarmi con l’occhietto sifolino, hai presente la tendina che le cala sull’occhio? Voleva fare la giornalista. Stava lì a osservarmi per ore credo che subisse il fascino del giornalista pazzo. Rimaneva lì adorante, senza parlare. È andata avanti così per mesi. Un bel giorno mi consegna un foglio a quadretti scritto a mano. Eh no, ostia, non si fa così! Si avvisa prima. Per non demoralizzarla, mi metto a leggere. Un testo ignobile, spaventoso. Più rivista. Poi scrisse sulla Repubblica che io non volli assumerla all’Espresso. Ma benedèta fióla! Ti pare che era mio l’Espresso?» (Sergio Saviane, dal libro Hic sunt leones di Stefano Lorenzetto).
• «Imposta il suo pezzo per strada mentre accompagna i figli a scuola, il cane dal veterinario e carica le borse della spesa. Un mito. Per fortuna è una mia amica» (Camilla Baresani).
• Roberto D’Agostino non darebbe mai una notizia sgradevole su di lei. «Sono affetto da palombellismo. È la mia ideologia politica, il cinismo romano (perché escludere, quando si può aggiungere?), l’andreottismo letta-letta (tra destra e sinistra, meglio il centro-tavola), la convinzione che qualsiasi problema si può risolvere attovagliati al Bolognese. Quello che oggi è tragedia, domani è farsa. Meglio evitare prese di posizione all’ultimo sangue (…) Fu lei a spingermi ad aprire un mio blog».
• «Mi piace tutto: cinema, musica, mare, montagna, calcio, canottaggio, yoga, golf. Ho cominciato a fare sport dopo i 40 anni, finalmente potevo permettermelo. Prima, avevo solo studiato e lavorato tantissimo». «Per le creme e i profumi posso fare follie… li provo tutti» (a Candida Morvillo).
• È superstiziosa: «Mai olio e sale per terra. Mai la borsa sul pavimento. Sono soldi che se ne vanno. Magari non è vero, ma non ci credo».
• «Il cinema è la più grande caserma che esista al mondo. Se vuoi raddrizzare un figlio, mandalo a fare un programma televisivo o un film. Sveglia alle 5 di mattina, regole (…) A 17 anni ho fatto la comparsa. Con gonnellona e collane in un film con Fabio Testi commissario. Roma è un grande set. O fai panini o ti butti su cinema e tv».
• Nel 2006 prese due voti per l’elezione del Capo dello Stato (terzo scrutinio). Anche lei, come Silvio Berlusconi, è cavaliere della Repubblica (nominata da Cossiga nel 1991): “Sono cavaliere semplice. Comunque: siamo della Bilancia, un buon segno zodiacale. Detestiamo l’aglio, gli aliti cattivi, le barbe, gli ipocriti. Nel corso della cena in Campidoglio per gli ottant’anni di Alberto Sordi conquistò mia madre dicendole: ma una bella signora come lei non sarà mica di sinistra?”» (a Barbara Benedettelli, cit.).
• «Sono una da Prima repubblica. Non mi piace il Pd».
• «Non ci sono gli eredi di Giulio Andreotti, di Enrico Berlinguer o di Maurizio Ferrara, ma anche di Renato Nicolini» (ad Andrea Marcenaro) [Pan 11/12/2014].
• Libri: C’era una ragazza (Mondadori 1999), Diario di una mamma giornalista (Rizzoli 2001), Famiglie d’Italia (Rizzoli 2003), Registi d’Italia (Rizzoli 2006).
• È sposata con Francesco Rutelli («Sono stata io a insistere per il matrimonio in chiesa»): «Non parliamo mai di politica. Anche perché spesso sono in disaccordo con lui» (ad Antonella Piperno). «“Io non mi sento parte di una coppia. Anzi, non siamo mai stati uniti in tutto. Conti separati, professioni separate, amicizie diverse, insomma, siamo due persone autonome, che si incontrano la sera”. Cosa non sopporta lui di lei: “Il suo pessimismo. È troppo ansiosa”» (Giulia Cerasoli) [Chi 11/5/2011]. Proprio perché moglie di Rutelli, nel 2006 le fu impedito di occupare uno spazio giornalistico durante la trasmissione Domenica In (fu allora ingaggiata dal Tg5).
• «La mia famiglia, per fare politica, ha perso quattro ettari del più bel terreno sull’Appia antica. Li ha requisiti Francesco Rutelli per farne un parco municipale. Ci siamo sentiti onorati. Molto e malinconicamente onorati» (a Marcenaro, cit.).
• Quattro figli: Giorgio, Serena, Francisco e Monica, gli ultimi tre adottivi.
• Romanista.