31 maggio 2012
Tags : Mimmo Paladino
Biografia di Mimmo Paladino
• (Domenico) Paduli (Benevento) 18 dicembre 1948. Pittore. Scultore.
• «Sono più disegnatore che pittore di colore».
• «Il più grande dei pittori di quella che fu chiamata Transavanguardia» (Antonio D’Orrico).
• «Il mio primo incontro con l’Informale avviene verso la fine degli anni Cinquanta a Napoli, quando mio zio Salvatore, pittore, mi portò a vedere una mostra a Palazzo Reale. Avevo circa 12 anni. Partimmo da Benevento con un vecchia Appia, guidata da un altro artista, Antonio Del Donno. Finalmente giunti a Palazzo Reale vidi i grandi quadri grumosi di Fautrier. L’istinto di tutti era di chiudere gli occhi ed accarezzarne la superficie, come se toccarla fosse il modo migliore per capire quell’impasto di olio e terra». «Denominato il “Cavaliere Nero” del nostro tempo per aver creato una sorta di cavalleria apocalittica che attraversa da un capo all’altro la Penisola (i cavalli carbonizzati emergenti dalla montagna di sale che formava nel 1991 a Ghibellina la scenografia della Sposa di Messina di Schiller, il cavallo nero con la maschera d’oro che irrompeva nel 1993 sugli spalti del Forte del Belvedere a Firenze, il branco di cavalli neri giacenti stecchiti nel 1995 su una abbagliante montagna bianca in Piazza del Plebiscito a Napoli, il cavallo-totem fatto di sabbia, ferro e vetroresina che sormontava nel 1999 l’ingresso del Museo di Materiali Minimi di Arte Contemporanea a Paestum)» (Costanzo Costantini).
• «L’ex viceré di Napoli Bassolino per l’arte non lesina. 300 mila euro sono serviti ad acquistare un cavallo dello scultore Mimmo Paladino» (Antonio Rossitto).
• «Per una sua opera sono stati sborsati 7 milioni di lire ad un’un’asta per sostenere la campagna elettorale di Walter Veltroni, candidato sindaco di Roma» (La Repubblica).
• Nel 2007 polemiche per la sua copertura della Torre della Ghirlandina a Modena (in restauro fino al 2009), commissionata dal Comune. Franco Giubilei: «La maxi tela in pvc di Paladino spicca sul marmo grigio-bianco della cattedrale duecentesca come un gioco d’incastri geometrici in technicolor». «L’opera costerà 130.000 euro ma Paladino ha rinunciato al compenso. Marco Dezzi Bardeschi, architetto, fondatore del Dipartimento per la Conservazione delle risorse architettoniche al Politecnico di Milano: “Paladino ha rinunciato al compenso, benissimo. Ma allora chi ci guadagna? Non sarebbe meglio che a rinunciare al compenso sia l’allestitore del ponteggio? Altrimenti non capisco perché spendere tutti quei soldi. Ho stima di Paladino, è molto bravo. Ma non capisco il bisogno di sovrapporsi alla Ghirlandina, inevitabilmente di annullarla. Soprattutto non capisco perché esasperare un problema che non esiste: oggi quei restauri possono essere tranquillamente realizzati per sezioni senza nascondere a lungo un monumento. E non credo che occorrano due anni”» (Paolo Conti).
• A marzo 2008 inaugurò una installazione all’Ara Pacis di Roma con figure carbonizzate e musiche di Brian Eno diffuse da radio portatili. A luglio, inaugurazione della sua Porta del migrante a Lampedusa: scultura alta quasi cinque metri, larga tre e realizzata in ceramica refrattaria, in onore degli oltre 12mila migranti che hanno perso la vita nel Mediterraneo dal 1998 ad oggi. «La mia cultura visiva nasce da un’idea di stratificazione: immagini figurative e non figurative, decorative, minime. È il paesaggio fisico e mentale del Mezzogiorno d’Italia, del mio entroterra beneventano, pieno di frammenti più che di immagini definite. Una storia frantumata e ricostruita, una storia di passaggi e di tracce dove un frammento di testa romana si incastra con un blocco di epoca precedente... poi vengono i longobardi che aggiungono altro ancora e allora diventa un collage di elementi astratti e figurativi, oppure irriconoscibilmente figurativi» (da un’intervista di Ester Coen).
• Ha disegnato la copertina dei «tre nuovi grossi tomi del Lezionario domenicale e festivo approntato dalla Conferenza episcopale italiana per il ciclo triennale delle letture bibliche, ove campeggia un agnello apocalittico, che si ripresenta poi nelle illustrazioni a piena pagina dei volumi, evidente ammiccamento all’antico splendore delle miniature con un altro agnello pasquale, un’intensa croce ad acquerello e foglia d’oro per il Venerdì Santo, un paio di smaglianti evocazioni della Gerusalemme celeste, un veemente Bacio di Giuda e altro ancora» (Gianfranco Ravasi).
• Sposato con Imma, una figlia. Uno studio a Milano e un altro a Paduli.