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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Elio Pagliarani

• Viserba (Rimini) 25 maggio 1927 - Roma 8 marzo 2012. Poeta. «Non esistono parole poetiche a priori».
• «Il padre Giovanni, “fiacarista, cioè vetturale o vetturino con carrozza e cavallo”, socialista dal 1913, “aveva sedici anni”, mai iscritto al Fascio e quindi osteggiato dal regime, spesso andava a Rimini a comprare l’avena per il cavallo nella drogheria di Fellini, il padre di Federico, “socialista anche lui e assieme parlavano affannosamente di politica”; a Milano, metà anni Cinquanta, l’insegnamento nelle scuole private ai bambini delle elementari, “una esperienza bellissima”; nella redazione milanese dell’Avanti! arrivava un ragazzone lungo e allampanato, nenniano, sfotteva i redattori dell’estrema sinistra socialista, si chiamava Bettino Craxi, e al filonenniano redattore Pagliarani proprio per questo atteggiamento irridente gli stava antipatico» (Enzo Golino).
• «Non aveva nulla del poeta laureato che, a torto o a ragione, siamo soliti immaginare. Non ne aveva i vezzi stilistici né l’allure impostata secondo stereotipo (…) Al suo paese romagnolo è ritornato verso la fine, non fisicamente ma con il ricordo ravvicinato di un’autobiografia al plurale, Pro-memoria a Liarosa, un’“autobiografia collettiva” (definizione del suo amico Walter Pedullà) in cui raccontò (a Liarosa, sua figlia per dirle che “è grato del mondo e dell’amore”) quasi tutta la sua vita. La comunità contadina, le veglie ad ascoltare i vecchi, la famiglia, l’infanzia, la madre Pasquina, i primi lavori (garzone del vinaio), la giovinezza, la mistica fascista, la povertà, i primi versi, i bombardamenti, le retate, il viaggio avventuroso verso Padova (con interrogatorio dei partigiani sulla pubblica piazza di un paesino), l’università in Scienze politiche, Milano, le tante amicizie, il lavoro di traduttore dall’inglese e dattilografo per una ditta import-export, la prima raccolta di versi, l’insegnamento in una scuola media, i primi rapporti con la politica (fondatore del Fronte della Gioventù al suo paese), le feste da ballo, le trattorie e le osterie dove leggeva ad alta voce le sue poesie agli avventori, gli amori, l’impiego da redattore all’Avanti, prima a Milano poi nella capitale, gli incontri con Fortini, con Solmi, con Barthes, la cartolina di Pasolini che nel ’54 volle conoscerlo, l’amicizia con Quasimodo, le riunioni di Ragionamenti, il trasferimento a Roma nel 1960, altri amici, le polpette al sugo, la disoccupazione per cinque o sei anni, il Gruppo 63, la folgorazione per Elena, il matrimonio con Cetta a 49 anni, la consulenza per Rizzoli e poi per Bompiani, le perdite e le vincite al poker in casa di Gigi Malerba eccetera eccetera. Una lunga vita» (Paolo Di Stefano) [Cds 9/3/2012].
• Per molti anni critico teatrale di Paese Sera.