31 maggio 2012
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Biografia di Piero Ottone
• (Pier Leone Mignanego) Genova 3 agosto 1924. Giornalista. Ha diretto Il Secolo XIX (1968-1972) e il Corriere della Sera (1972-1977). Dal 1977 a Repubblica.
• «È approdato, ai giornali di De Benedetti, Repubblica e l’Espresso, dopo un breve passaggio alla Mondadori e soprattutto dopo i fasti della direzione del Corriere della Sera negli anni di piombo, quando cacciò Indro Montanelli, reclutò come editorialista Pier Paolo Pasolini e col suo sinistrismo demagogico mandò in deliquio la borghesia progressista» (Pietrangelo Buttafuoco).
• «Non una sola volta ho discusso del giornale con Indro, mai mi ha criticato direttamente e personalmente, anche se sapevo perfettamente cosa diceva del mio modo di dirigere. I rapporti tra di noi erano ineccepibili. Ma poi accadde che Montanelli concesse una lunga intervista su un settimanale a Cesare Lanza, un giornalista che conoscevo bene. L’avevo assunto al Secolo XIX e poi era andato a dirigere Il Corriere d’Informazione, quotidiano milanese della sera. In quella intervista c’erano critiche durissime al mio modo di fare il Corriere, c’era l’accusa di tradire la borghesia lombarda. Fu allora che con i Crespi decidemmo che non poteva più restare con noi, che era stato sleale. Andai io a dirglielo di persona nella sua bellissima casa di piazza Navona. Fu un pomeriggio triste, molto triste, ci abbracciammo quasi, dicendoci addio. Non mi ero tanto offeso per quella slealtà, ma prima ancora di tutto, quando Montanelli non difese Alfio Russo un grande giornalista, direttore precedente Spadolini, che fu licenziato per quello che Montanelli diceva di lui……Gli faceva la fronda e non lo difese quando decisero di metterlo fuori» (a Franco Manzitti) [Blz 17/4/2014].
• «Fanfani non voleva Piero Ottone alla direzione del Corriere. Mio padre si impegnò con Fanfani, ma quando vide i risultati delle vendite, disse: “Come faccio a mandarlo via?”» (Angelo Rizzoli a Gigi Moncalvo) [Lib 8/9/2009].
• «Il Corriere della Sera, come tutti i giornali, aveva diversi metri e diverse misure per giudicare i fatti. C’era una disputa sindacale? Il Corriere senza dubbio privilegiava le notizie di fonte confindustriale e minimizzava – se non ignorava addirittura – le notizie di fonte sindacale. I partiti, la Dc innanzitutto e poi i repubblicani, i socialdemocratici, i liberali erano trattati da partiti per bene: i comunisti erano tenuti nell’angolo e ciò che da loro partiva era sempre presentato col contagocce o in maniera distorta. Ciò che io ho introdotto al Corriere è stato semplicemente questo concetto: trattiamo tutti alla stessa maniera. E pertanto: davamo uguale rilievo alla Confindustria e alla Cgil. E se avevamo una nostra opinione allora lo dicevamo, appunto, come opinione e non come fatto. Questo ha funzionato, per me, anche con i comunisti. Io non sono mai stato comunista» (da un’intervista di Stefano Jesurum).
• «Una certa borghesia milanese dice (ancora adesso) che Piero Ottone era “comunista”; per me, è stato, come qualche altro con cui ho lavorato, un grande direttore del Corriere» (Piero Ostellino) [Cds 11/2/2012].
• Capofila, assieme a Lamberto Sechi, della scuola di giornalismo dell’obiettività, quella de “i fatti separati dalle opinioni”: «Dall’altra parte c’erano i giornalisti che, ritenendo l’obiettività difficile da raggiungere, si toglievano l’impiccio di provarci» (Giulio Anselmi a Salvatore Giannella) [Set 13/6/2014].
• Ultimo libro: Novanta. (Quasi) un secolo per chiedersi chi siamo e dove andiamo noi italiani (Longanesi, 2014).
• È stato presidente Pubblicità Progresso. «Alla pubblicità non sono contrario in linea di principio, e so di vivere in un mondo fatto così. Ma quel che trovo intollerabile è il modo in cui la televisione ce la rovescia addosso. Come viene viene. Così succede che una notizia importante, magari tragica, l’annuncio di una strage o di una scoperta sensazionale, sia interrotto dalla figura di una donna che si lamenta perché ha la pancia gonfia e ha bisogno di una purga. Anche nei giornali, è vero, può esserci la vicinanza inopportuna di certe notizie e certa pubblicità, ma sono io a decidere quando leggo una cosa, quando l’altra. In televisione la contiguità è brutale» [Ven 23/5/2014].
• Sposato con Hanne Winslow, due figli. Vive a Camogli. È appassionato di vela.