31 maggio 2012
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Biografia di Moira Orfei
• (Miranda) Codroipo (Udine) 21 dicembre 1931 – Brescia 15 novembre 2015. Acrobata, domatrice ecc. Attrice. Tra i tanti film interpretati: Totò e Cleopatra (Cerchio 1963), Il monaco di Monza (Corbucci 1963), Signore & signori (Germi 1965), Casanova ’70 (Monicelli 1965). «La pista è magica, ero seduta al buio, un bambino mi ha visto e ha gridato: “Mamma, una bambola gigante!”. Non mi sono mossa, il circo deve far sognare».
• Figlia d’arte del clown Riccardo “Bigolon” e della funambola Violetta Arata, era nata in una roulotte parcheggiata a Codroipo, Udine. A sei anni già faceva i numeri con le colombe. Tutti la chiamavano Mora «perché ero scurissima, al punto che mia madre per paura di perdermi al buio mi metteva un grembiulino bianco» (Giovanna Cavalli) [Cds 16/11/2015].
• «Un metro e 80, senza capelli. Trenta centimetri in più se si calcola la chioma corvina, issata e avvolta in spire, come un suntuoso turbante. La corona setosa di Moira Orfei, regina del circo, gran dama degli elefanti, nostra signora del kitsch, icona gay. Un’acconciatura unica, inventata per lei dal produttore Dino De Laurentiis. “Mi aveva vista al circo, mi propose di fare cinema, mi fece cambiare look e nome. Io all’anagrafe nasco Miranda, ma tutti mi chiamavano Mora per via della capigliatura scura. Meglio Moira, suggerì lui, consigliandomi anche il trucco, carnagione sbiancata dalla cipria di riso, sopracciglia ridipinte a matita, vistoso eyeliner, ciglia finte, bocca ingrandita da un rossetto scarlatto. Resta così, mi disse, le donne che cambiano sempre look non hanno personalità. Aveva ragione. Quel look esagerato mi rese unica, inconfondibile”. Una variante sexy della maschera del clown che le ha impedito persino di invecchiare. A vent’anni come a settanta e passa di oggi, Moira è sempre Moira, la “domatrice” da mezzo secolo emblema di un immaginario circense, santino di una femminilità caricaturale. Un prototipo irripetibile. Film peplum, da Gli amori di Ercole a Ursus nella valle dei leoni, a Maciste l’uomo più forte del mondo» (Giuseppina Manin).
• La chiamavano “Moira degli Elefanti”: «Una volta il mio Whisky doveva sdraiarsi a terra, aveva piegato la zampa ma non andava giù e guardava il pavimento terrorizzato. C’era uno scarafaggio. Solo quando gliel’ho schiacciato è sceso, capisce com’era sensibile quella creaturina?» (Cavalli, cit.).
• Allo specchio «mi guardo solo se sono truccata» (Carola Uber) [Chi 18/1/2012].
• «Ma quando arriva alla frontiera la perquisiscono anche sotto la crocchia?» (Fabio Fazio).
• Pietro Germi, che la volle in Signore & signori, la lodò platealmente: «Se studiasse potrebbe diventare un’altra Sophia Loren».
• «Tra il mondo del cinema e quello del circo c’è un abisso. Per far carriera nel primo basta diventare l’amante del produttore, nel secondo devi valere per te stessa. Quando sei sul trapezio o nella gabbia con le tigri non c’è raccomandazione che tenga».
• Sempre in giro per l’Italia, soffriva la vita stanziale: «Sto bene nella mia “caravana”, è bellissima: è lunga 24 metri e larga otto. Ci sono un bel salone e una camera tutta specchi. Sto bene qui: ci sono gente, musica, confusione. Abbiamo una bella villa a San Donà di Piave, ma mi mette tristezza. Anche lì dormo in giardino, nella “caravana”. E poi ho paura del terremoto, in albergo voglio camere a piano terra» [Uber, cit.].
• «Orfei è il nome del mio trisnonno, monsignore del Montenegro che battezzava i bambini degli zingari. A una di queste feste s’innamorò di una zingara, si spretò, la sposò e venne in Italia con un orso e quattro cagnolini: il primo circo».
• Sostenitrice della tesi che senza animali non è circo.
• «Se qualche animalista vuole lo assumo come stalliere, vedrà come li trattiamo bene. Una tigre mangia 15 chili di carne al giorno, un elefante un quintale di fieno, 40 chili di crusca e avena, 20 di mele e 10 di zucchero. E poi dormono, lavorano poco, sono ammaestrati un’ora e mezzo al giorno. Perché questi signori non si preoccupano dei bambini che in Africa muoiono di fame?» (Luigi Bolognini) [Rep 16/11/2015].
• Ha raccontato che Totò le fece una proposta indecente: «Era una persona meravigliosa. Mi disse: “Mi piaci, Moira, vieni a letto con me, ti faccio solo due o tre carezze e ti compro un appartamento”. E io per non farlo rimanere male gli dissi: “Vede, principe, se io non fossi tanto innamorata di mio marito, ci verrei subito con lei”. E lui è rimasto contento, perché non l’ho umiliato. (…) Gordon Scott (l’attore che negli anni ’60 interpretò Tarzan e Maciste – ndr) mi pizzicava il sedere, Walter Chiari me lo morse pure». Il suo lato B è stato anche immortalato dal fotografo Mario De Biasi ed esposto in una mostra al Guggenheim di New York, “Gli italiani si voltano” (Carola Uber) [Chi 11/1/2012].
• «Ho girato quasi cinquanta film, uno più brutto e divertente dell’altro».
• Nel 2006 fu colpita da un’ischemia. Negli ultimi tempi al circo faceva il suo ingresso su un Maggiolone solo alla fine degli spettacoli.
• Nel 1977 il suo circo rimase bloccato con 100 artisti e 50 animali in quella che all’inizio della tournée si chiamava Persia e alla fine Iran. Il ministero degli Esteri fece inviare l’Achille Lauro a recuperare personale, animali e attrezzature. Nel 1987 il suo è stato il primo circo italiano a conquistare un Clown d’Oro al Festival internazionale del circo di Monte Carlo, con un numero di 12 tigri. Nel 1989 vinse due Clown d’Argento per il numero di animali esotici e per l’alta scuola presentati dai figli (Elena Masuelli) [Sta 15/11/2015].
• «Uno spettacolo la cui popolarità era via via sfumata nel tempo, ma che ebbe tra i suoi seguaci artisti come Fellini, ad esempio, che girò I clown nel circo di lei e di Nando Orfei e che la “portava dalle prostitute per intervistarle e redimerle. Amava le tettone, i culoni. Un genio”. O ancora re, regine e capi di stato. Berlusconi (“un grande imprenditore”) spesso al circo con l’ex moglie Veronica Lario, oppure Gheddafi. La Orfei l’ha sempre raccontata così in mille interviste. Il defunto leader libico arrivò sotto al tendone tutto camuffato proprio alla Fantozzi e volle assistere allo spettacolo assieme a moglie e figli. Quando uscirono i coccodrilli a pochi metri da loro sbucarono venti guardie del corpo a pistole spianate. Gli Orfei hanno sempre riso dell’episodio, tralasciando sempre la fine dei coccodrilli immolati sull’altare del despota» (Davide Turrini) [Fat 15/11/2015].
• Sposata dal 1961 col domatore Walter Nones: «Una moglie meglio di me non la poteva trovare Walter. L’unica cosa che ha sofferto mio marito è la mia gelosia. Certe scenate gli ho fatto. Una ancora pochi giorni fa: dopo vent’anni mi ha confessato che quando lo spiavo da sotto le gradinate, lui vedeva la mia cofana e andava a farmele altrove. Vigliacco. L’avrei ammazzato! […] Una sera sapevo che era nella roulotte di una ballerina, ho sparso la benzina intorno e, se non mi fermava, accendevo il cerino. Gli è andata bene a quel porcone! La ballerina, invece, l’ho licenziata» (Carola Uber) [Chi 11/1/2012]. Due figli, Stefano e Lara, che lavoravano con lei.
• «Ho avuto tutto dalla vita, spero solo di morire il più tardi possibile, non ho paura, quando sarà, sarà». È morta nel suo caravan rosa, a Brescia, dove faceva tappa il carrozzone degli Orfei (Cavalli, cit.).
• «Il circo è un gran zibaldone in cui invecchi senza accorgertene. Potrei starmene tranquilla nella mia villa a San Donà di Piave, ma adoro vivere sulle ruote, e poi la mia carovana è lunga 24 metri e larga otto. È come una casa» (Pierangelo Sapegno) [Sta 16/11/2015].
• «Le ciglia finte e il trucco, faccio tutto per il circo, ma sono una donna semplice, non mi do arie, nel parlare, nei modi. Io sono una brava signora, e basta».