31 maggio 2012
Tags : Paolo Onofri
Biografia di Paolo Onofri
• Bolzano 19 maggio 1959 – Fontanellato (Parma) 15 gennaio 2014. Dirigente delle Poste. Padre del piccolo Tommaso, assassinato (a 18 mesi) nel 2006.
• Tommaso venne rapito il 2 marzo 2006 dalla sua abitazione a Casalbaroncolo, alle porte di Parma, dove abitava con i genitori, Paolo, appunto, e la moglie, Paola Pellinghelli. Il suo corpo fu ritrovato un mese dopo, il 1 aprile 2006, sull’argine del fiume Enza, in via del Traglione. Era stato ucciso la sera stessa del sequestro. Per la morte di Tommy è stato condannato all’ergastolo Mario Alessi, il manovale pregiudicato accusato dell’omicidio e del rapimento del piccolo e a 24 anni la sua convivente e complice Antonella Conserva. Il complice Salvatore Raimondi fu condannato a 20 anni. Nella fase iniziale delle indagini però lo stesso Paolo Onofri fu sospettato di essere coinvolto nel rapimento del figlio (soprattutto dopo che gli trovarono nel computer alcune foto pedofile). La sera del sequestro Paolo Onofri e la sua famiglia furono immobilizzati mani e piedi e con una pistola puntata alla faccia, nonostante fosse un omone grande e grosso non riuscì a difendere il suo figlio più piccolo. Trascorsero 29 giorni di interrogatori, attese, angoscia fino a quando il primo aprile 2006 Mario Alessi confessò il rapimento a scopo di estorsione e l’omicidio del piccolo Tommaso, dopo che il complice Salvatore Rimondi era stato incastrato per un’impronta digitale lasciata sul nastro adesivo per immobilizzare la famiglia Onofri al momento del rapimento. Il corpo di Tommaso fu ritrovato sul greto del fiume Enza, sotto un mucchio di paglia e sterco.
• «Sul nome di Onofri è come se ci fosse sempre stato un asterisco, una nota a piè di pagina che elencava i suoi peccati di uomo imperfetto. La polizia, i magistrati, noi giornalisti lo abbiamo sommerso di sospetti. Per via di quelle foto, dei suoi silenzi che significavano soltanto che non sapeva darsi una spiegazione, che qualunque suo peccato era niente in confronto a un figlio malato che ti viene portato via davanti agli occhi» (Marco Imarisio).
• «Era un uomo grande grosso, vestiva sempre di nero, spesso aveva l’aria minacciosa. Era cresciuto sull’Appennino, in una famiglia molto religiosa. Al collo aveva sempre la croce di san Francesco, che teneva sopra il maglione. (…) Sapeva essere sgradevole, ma non era un uomo stupido, tutt’altro» (Imarisio) [Corriere.it 15/1/2014].
• Nell’ottobre 2006 patteggiò 6 mesi di carcere con la condizionale e mille euro di multa per il possesso di materiale pedopornografico.
• Nell’agosto 2008 colpito da infarto al ritorno da una camminata in montagna con il figlio, riportò danni irreversibili al cervello. In coma vegetativo per cinque anni, si è spento nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 2014, nella clinica privata di Fontanellato, in provincia di Parma, dove era ricoverato.