31 maggio 2012
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Biografia di Gaetano Quagliariello
• Napoli 23 aprile 1960. Politico. Politologo. Eletto al Senato nel 2006, 2008 e 2013 (An, Pdl, poi passato a Ncd). Ministro delle Riforme costituzionali del governo Letta dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014. Coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra.
• Insegna Storia dei partiti politici alla Luiss di Roma. È presidente e fondatore della Fondazione Magna Carta dal 2003, «il primo think tank di centrodestra liberal, che da quella tribuna si prova anche a lanciare – ma non ci riesce – la riforma costituzionale del centrodestra» (Antonella Rampino). Ha una rubrica sul periodico online L’Occidentale, di cui è uno dei fondatori.
• Il padre, Ernesto, fu rettore dell’Università di Bari dal 1970 al ’77 e presidente del Cnr dal 1976 al 1984. Laurea in Scienze politiche, ha iniziato la sua carriera politica con il Partito Radicale. «Nel suo medagliere brilla l’episodio vagamente sovversivo della marcia antinuclearista contro la centrale nucleare di Avetrana; quando addirittura venne arrestato, assieme a Francesco Rutelli, per essere entrato in una zona off limits» (Pierfranco Pellizzett) Fat 5/2/2011].
• Nel 1994 è entrato in Forza Italia.
• Nella XVI Legislatura è stato il vice capogruppo al Senato per il Pdl. Tra i principali difensori del disegno di legge Calabrò sul fine vita e tra i principali critici del caso di Eluana Englaro, nel 2011 è stato tra i firmatari della lettera aperta scritta ai cattolici italiani per sospendere ogni giudizio morale nei confronti di Silvio Berlusconi.
• «Mente giuridica della famosa “banda dei quattro” (con Gasparri, Cicchitto e Bocchino), e dunque monocolo nel regno dei ciechi, si era distinto, avendo accesso diretto a Re Silvio, come l’esperto di ogni mediazione politico-legislativa-istituzionale. L’uomo al quale si deve la soluzione 4 per cento per le europee, il ricorso (respinto per infondatezza) alla Corte Costituzionale su Eluana, l’elezione di Villari coi soli voti del Pdl, e anche il “Vassallum”, in sponda con i democrat Vassalli e Ceccanti. Successi e insuccessi, come capita, di un bipolarista convinto, e convintissimo uomo-ponte tra destra e sinistra in Senato, è entrato (finalmente, forse) nell’immaginario collettivo e dunque anche su YouTube, col gesto enfatico e vagamente alla Mick Jagger di afferrare il microfono e poi sdegnosamente allontanarlo da sé, come fanno appunto i divi rock, e quasi mai i professori, urlando “Eluana è stata ammazzata, e noi non ci stiamo!”. Cosicché, visto il Quagliariello che da ex radicale è divenuto teo-con, vien da pensare che il centrodestra sia passato dalla stagione dei Professori laici, a quella dei professorini devoti. Lucio Colletti, Saverio Vertone, Piero Melograni e Marcello Pera erano i quattro moschettieri illuministi all’occhiello del Berlusconi del ’96. Oggi, c’è solo Quagliariello. Ha scritto ben nove saggi, uno monumentale (“mi è costato dieci anni di lavoro”) sul suo idolo politico, Charles De Gaulle, di cui nella sua rubrica delle lettere Sergio Romano scrisse “è un’eccellente biografia”» (Antonella Rampino) [Sta 11/2/2009]
• Il 30 marzo 2013 è stato nominato da Giorgio Napolitano tra i dieci componenti dei due gruppi di lavoro incaricati di definire «proposte programmatiche» utili alla formazione di un nuovo governo. Ha fatto parte del gruppo di “saggi” al lavoro sulle riforme istituzionali («Non sono un saggio, sono un uomo di partito e conosco gli obblighi nei confronti del mio partito. Li ho espletati tutti»).
• «Avi vigorosi bracconieri (quagliara è una tecnica di uccellagione della prelibata quaglia), famiglia di intellettuali (sfibrati per definizione) originari di Napoli e trapiantati a Bari. “Ho la politica nel sangue. Da bambino, invece che al dottore, giocavo alle elezioni. Da prof insegnavo Storia della politica. Siamo lì. Sono stato radicale dai 15 ai 22 anni. Significava non sprangare né essere sprangato. Ero liberale, garantista, anticomunista. C’era la piaga dell’aborto clandestino. La legge 194 era un freno. Oggi, sono contro l’aborto. Non sono però per l’abrogazione della legge, ma per la sua esatta applicazione. La politica è il regno del possibile, non dei principi astratti. Non mi sento ateo e neanche devoto. Ho avuto un’evoluzione personale per problemi privati, sono un credente con una pratica riluttante Ero liberale e lo sono. Anticomunista e lo sono. Garantista e lo sono. Non è poco» (Giancarlo Perna) [Grn 25/5/2009].
• «Gladstone nasce conservatore e diventa laburista, Churchill, il tory, ha un passato laburista. Il mio è un percorso tutto interno al liberalismo» (a Vittorio Zincone).
• Collabora con numerosi giornali e riviste (tra cui L’Indipendente, Il Foglio, il Giornale, Il Messaggero, Libero).
• Al Quirinale, per il giuramento con il governo Letta, indossava una cravatta a pois bianchi su sfondo blu [Conti e Roncone, Cds 29/4/2013].
• Sposato con Stefania, due figlie, Anna Elisa e Cecilia. Libro preferito: L’Ancien Régime e la Rivoluzione di Tocqueville.
• Accanito tifoso del Napoli.