31 maggio 2012
Tags : Denise Karbon
Biografia di Denise Karbon
• Bressanone (Bolzano) 16 agosto 1980. Ex sciatrice, si è ritirata dalle competizioni agonistiche nel 2014. Nel 2008 ha vinto la coppa del Mondo di slalom gigante. In totale sei vittorie in Coppa del mondo, quattro secondi posti e sei terzi posti. Un argento ai Mondiali di St. Moritz nel 2003 e un bronzo ai Mondiali di Are nel 2007. In altre tre gare mondiali per tre volte rimase per pochi secondi ai piedi del podio con un quarto posto.
• «Quando scii tra i piedi e la neve ci sono sci, placche, attacchi, scarponi, ma tu senti lo stesso quello che succede sotto. Senti se la lamina sta “tagliando” la neve nel modo giusto, senti quando devi premere per fare la curva bene ma senza rallentare, senti se lo sci frena e allora diminuisci la pressione. È davvero così, anche se è strano, ma questa è la sensazione che provo quando scio: avere la neve sotto i piedi. Così riesci a iniziare una curva senza buttare fuori le code degli sci, così non derapi e non perdi il tempo e nemmeno la linea giusta».
• Figlia di Arnold, allenatore di sci e commesso in un negozio sportivo di Castelrotto, e di Rosemarie, ex parrucchiera. Due fratelli, Martin e Pirmin (in onore di Zurbriggen, fuoriclasse svizzero del passato), già a tre anni seguiva i genitori sullo skilift che dista 200 metri da casa sua. È cugina dell’azzurro Peter Fill (Bressanone 12 novembre 1982).
• Papà Arnold crebbe i figli in modo spartano: «Ci segava gli sci dietro agli attacchi, così eravamo costretti a stare in avanti per non cadere. Era divertente, un modo di abituarsi anche all’equilibrio».
• Nel marzo 1993, tradita da alcune rotaie ghiacciate nascoste da un leggero manto di neve fresca, cadde staccandosi il legamento del ginocchio sinistro: «Mi ero appena ripresa. Era novembre e sono uscita a sciare. C’era un nebbione, sono uscita di pista e finita in un fosso: femore sinistro rotto».
• A 18 anni debuttò in coppa del Mondo a Bormio, a 19 vinse l’oro ai Mondiali juniores. Subito dopo, si stirò il tendine del ginocchio destro. Nel 2001 le saltò il crociato del ginocchio destro.
• Il 13 febbraio 2003, a Sankt Moritz, fu seconda dietro la svedese Anja Paerson nello slalom gigante valido per il titolo mondiale. Poi, durante un allenamento in Cile nell’agosto del 2004, subì la rottura del legamento crociato, del menisco mediale e del piatto tibiale del ginocchio sinistro.
• Altri, o altre, al suo posto avrebbero smesso da tempo. Paolo Rossi: «Ma essere altoatesini vuol dire avere le stimmate della durezza, saper sopravvivere alle intemperie della vita». Pierangelo Molinaro: «Un carattere così non è casuale, ma figlio di una cultura della famiglia. Nonna Giuliana, pur dovendo assistere per anni in ospedale nonno Angelo vittima di un gravissimo incidente sul lavoro, lavorando come cameriera negli alberghi di Castelrotto ha tirato grandi 5 figlie, fra cui Rosemarie, la mamma di Denise, e Lucia, la mamma di Peter Fill».
• Il 13 febbraio 2007, quattro anni esatti dopo l’argento di Sankt Moritz, vinse la medaglia di bronzo ai mondiali di Åre con una straordinaria rimonta dopo il 12° posto nella prima manche. Dopo l’impresa, una caduta in allenamento le causò la rottura del perone destro. Mamma Rosemarie: «Sono andata a prenderla a Predazzo. Ho pensato che forse avrebbe potuto smettere, invece ha pianto per metà viaggio, poi ha cominciato a parlare del futuro».
• Un metro e 59 per 59 chili, il fisico minuto è diventato un’arma «perché la tecnica può battere peso e potenza. E noi donne siamo più testarde nell’inseguire certi obiettivi». Giorgio D’Urbano, consulente tecnico e preparatore atletico delle azzurre: «Il successo di Denise dimostra che anche se uno è meno dotato fisicamente di altri, se è meno alto o potente, non conta. Perché se uno ha la benzina, se tecnicamente è superiore, emerge sempre».
• Per l’ultima discesa della sua carriera, a Lenzerheide, in Svizzera. nel marzo 2014, si è presentata sulla pista con un vestito tirolese, dolcetti e spumante per salutare i tecnici Azzurri al traguardo.