Rassegna, 30 maggio 2012
Vatileaks, tre italiani coinvolti
• A tutt’oggi Paolo Gabriele è l’unico indagato per la fuga di documenti dall’appartamento papale, ma il cerchio si sta stringendo attorno a tre funzionari laici della Santa Sede, residenti in Italia. Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha fatto sapere: «I giudici vaticani chiederanno aiuto alla giustizia italiana, se la loro inchiesta porterà a identificare responsabilità di cittadini italiani». Scrivono Galeazzi e Grignetti (Sta): «Secondo gli investigatori che lavorano Oltretevere le responsabilità dei tre sono evidenti. Si attende forse che facciano un passo falso. E se finora non è stata avanzata alcuna richiesta di rogatoria verso la magistratura italiana, non mancherebbe molto per chiedere assistenza giudiziaria e sequestrare i loro computer privati. Oltretutto sui server di posta elettronica, le mail vengono conservate per cinque anni. Sarà agevole, al momento opportuno, verificare se qualcuno di questi ha maneggiato documenti proibiti».
• Paolo Gabriele, l’ex maggiordomo del Papa, è stato trasferito in un’altra cella, sempre all’interno della caserma vaticana ed è tenuto sotto costante osservazione. A controllarlo telecamere attive 24 ore su 24. [Galeazzi e Grignetti, Sta]
• Secondo la Sarzanini (Cds) Paolo Gabriele alla fine potrebbe riuscire a evitare una condanna e il carcere. Se la collaborazione con gli investigatori della Gendarmeria e con il pubblico ministero Nicola Picardi si rivelerà proficua, la sua posizione potrebbe alleggerirsi già nelle prossime ore. E alla fine dell’istruttoria, se davvero avrà mostrato pentimento, il maggiordomo potrebbe avvalersi della norma del diritto canonico che concede a tutti gli imputati di fare appello al Papa per essere da lui giudicato. In questo caso si attiverebbe una procedura che potrebbe portare addirittura al perdono.