Rassegna, 30 maggio 2012
Nella Pianura Padana rischi sismici sottovalutati
• Scrive la Arcovio (Sta) che nel sottosuolo dell’Emilia Romagna c’è un complesso sistema di faglie che ha avuto tutto tempo di accumulare tanta energia per poi esplodere in una serie di scosse particolarmente intense. «Ma su questo la comunità scientifica sembra divisa. C’è chi infatti pensa che sia necessario fare nuove valutazioni sulla sismicità dell’area, aggiornando di conseguenza le carte sismiche, e chi invece non è affatto stupito di quanto sta accadendo in questi giorni». [Arcovio, Sta]
• «Pochi ricordano terremoti simili perché sono accaduti molto tempo fa, nel 1570 e poi nel 1639. Dai dati storici sappiamo che questo terremoto rientra quindi nella casistica della mappa. Non ci sono anomalie. Sicuramente quest’area è stata purtroppo snobbata per moltissimi anni. Paradossalmente si preferiscono studiare aree più vivaci, quando invece c’è ancora tanto da imparare sul nostro territorio. (…) Proprio nelle aree colpite dal terremoto c’è un sistema di faglie complesso in movimento. È qui che avvengono una serie di fratture provocare da continui processi di deformazione dovuti alla spinta tettonica della placca africana che preme da Sud verso Nord e si scontra con parte della placca euroasiatica. La Pianura Padana è situata proprio sul punto in cui avviene questa compressione» (Gianluca Valensise, geologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). [Arcovio, Sta]
• Con maggiore precisione anche Caprara sul Cds fa presente che ciò che scatena i terremoti in Italia è sempre la compressione esercitata verso nord dalla placca africana sulla placca euroasiatica. Questa genera un’area ad alto rischio nel Sud, Sicilia in particolare, e il pericolo sale poi lungo tutta la Penisola come i movimenti degli Appennini. La placca africana, frammentata, si insinua anche nella zona dell’Adriatico aumentando il pericolo nel Settentrione orientale. Il terremoto del Friuli era legato ad essa. La Pianura padana, dunque, è il lembo più settentrionale della placca africana e di conseguenza non può essere immune da questi fenomeni anche se statisticamente meno intensi.
• La zona interessata dal terremoto del 20 maggio è arrivata a sollevarsi di 15 centimetri. Lo hanno scoperto i satelliti CosmoSkymed dell’Agenzia spaziale italiana Asi. [Caprara, Cds]