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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Marco Frisina

• Roma 16 dicembre 1954. Musicista. Compositore. Monsignore. Laurea in Lettere a La Sapienza di Roma, diploma in Composizione presso il Conservatorio di Santa Cecilia, nel 1978 entrò nel Seminario Romano dove portò a termine gli studi teologici e venne ordinato sacerdote. Dal 1991 al 2011 è stato direttore dell’Ufficio liturgico presso il vicariato di Roma. È presidente della Commissione diocesana per l’arte sacra e i beni culturali, consultore del pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione e rettore della basilica di Santa Cecilia in Trastevere. È docente presso la Pontificia università lateranense e presso la Pontificia università della Santa Croce.
• È maestro direttore dell’orchestra e del coro dell’arcidiocesi di Roma. Autore, fra le tante, delle colonne sonore di film come Abramo, Giacobbe e Giuseppe di Nazareth (con cui ha vinto il Cable Ace Award nel 1995). Per Rai e Mediaset ha composto la musica di molte fiction a tema storico e religioso (Papa Giovanni, San Pietro, Callas e Onassis ecc.). Tra gli ultimi lavori, ha messo in musica La Divina Commedia per un kolossal teatrale di grande successo, ha scritto l’inno ufficiale della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II e, in vista della canonizzazione di Papa Giovanni XXIII, ha composto l’opera Venne un uomo mandato da Dio. Il suo nome era Giovanni. «Di lui si occupa un intero staff dell’agenzia musicale Nova Ars» (Giacomo Galeazzi).
• «Compositore apprezzato anche negli Usa» (Michele Smargiassi) [Rep 16/6/2011].
• Molto criticato all’interno della stessa Chiesa. Monsignor Pablo Colino, maestro di Cappella emerito della basilica di San Pietro in Vaticano: «Ha azzerato la musica sacra e ha reso tutto leggero, inconsistente, inutile. Frisina non c’entra nulla con la musica sacra, anche se grazie ai media fa credere a tutti di essere un sommo compositore. Compone colonne sonore senza valore. È stato imposto al Capitolo di San Giovanni dal cardinale Ruini per motivi che con la liturgia non hanno nulla a che fare. È riuscito a far riconoscere dallo Stato un’orchestra che non esiste, che ingaggia a seconda delle occasioni, pagando gli orchestrali a gettone. Intanto riceve fondi statali per la sua immaginaria orchestra stabile “diocesana” per fare dischi e colonne sonore dei film con personali, enormi diritti d’autore. Senza saper neppure dirigere una “Salve regina” gregoriana, ha messo in piedi un’immensa industria che sforna prodotti commerciali. Con gli arrangiamenti in Basilica si fa business e l’ufficio liturgico del Vicariato è diventato un ufficio per affari privati. Intanto la vita liturgico-musicale al Laterano è scomparsa».