30 maggio 2012
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Biografia di Annamaria Franzoni
• San Benedetto Val di Sambro (Bologna) 23 agosto 1971. Il 27 aprile 2007 è stata condannata a 24 anni per aver ucciso il figlio di 3 anni. Ha sempre negato. Il caso ha occupato, tra milioni di poleniche, centinaia di pagine di quotidiano e molte ore di programmazione televisiva (in particolare nel corso del programma Porta a Porta). La pena base di 24 anni è stata decurtata di un terzo per la scelta di ricorrere al rito abbreviato (quindi a 16 anni), e successivamente ridotta di altri tre anni per via dell’indulto (su cui vedi Clemente Mastella). Resterà dunque in carcere per 13 anni. In primo grado era stata condannata a 30 anni (sentenza del 19 luglio 2004). Si è sempre proclamata innocente.
• Il delitto avvenne nella villetta di Montroz affacciata sul pianoro di Sant’Orso, frazione di Cogne (provincia di Aosta) la mattina del 30 gennaio 2002. Alle 8.27.30” del mattino, la Franzoni telefonò a una vicina, la psichiatra Ada Satragni, gridando: «Mio figlio perde sangue». Avvisata la guardia medica di Aosta, i soccorsi arrivarono in pochi minuti. Il bambino, di nome Samuele, aveva il cranio fracassato (con fuoriuscita del cervello dalle orecchie) e perdeva sangue dalla bocca. In ospedale il piccolo morì dopo un’ora e mezza. Le indagini accertarono che era stato colpito in testa 17 volte, con un’arma contundente, mai ritrovata. La madre, proclamando la propria innocenza, sostenne che qualcuno s’era introdotto in casa mentre lei accompagnava l’altro figlio, Davide, allo scuola-bus: un periodo di 8 minuti (dalle 8.16 alle 8.24), che l’assassino avrebbe dovuto sfruttare attendendo nascosto da qualche parte il momento favorevole per intervenire. Dopo decine di perizie, ricostruzioni filmate (col padre di Samuele, Stefano Lorenzi, che interpretava la parte dell’assassino) e discussioni che hanno coinvolto tutta la comunità nazionale, la verità della Franzoni non ha però trovato alcun credito.
• Polemiche anche per la decisione di non seguire la via solita delle “madri assassine”, quella di proclamarsi inferme di mente, prendere dieci anni, scontarne solo alcuni in manicomio e tornar libere relativamente presto. A pretendere una linea difensiva diversa sarebbe stato il padre di lei, Giorgio Franzoni, patriarca della famiglia e dominus degli avvocati via via chiamati in causa: i famosi Carlo Federico Grosso e Carlo Taormina, poi la fin’allora sconosciuta Paola Savio, cascata sul caso come avvocato d’ufficio dopo la rinuncia di Taormina. L’arringa finale, prima della condanna definitiva, venne però pronunciata da Grosso, richiamato sul caso all’ultimo.
• Tra l’omicidio e la condanna, la Franzoni ha avuto un altro figlio, Gioele (nato il 26 gennaio 2003): diede notizia di questa gravidanza al Maurizio Costanzo Show.
• Ha raccontato la sua vicenda nel volume La verità, scritto col giornalista Gennaro De Stefano (Piemme, 2006).
• Nel 2010 Annamaria Franzoni è stata condanna a un anno e quattro mesi di carcere nel processo Cogne Bis con l’accusa di calunnia nei confronti du Ulisse Guichardaz. I fatti risalgono al 2004, quasi due anni dopo l’omicidio del piccolo Samuele quando i coniugi Lorenzi, nel luglio di quell’anno, denunciarono Guichardaz indicandolo come autore del delitto.
• Il 5 settembre 2012, Il tribunale di sorveglianza ha infatti respinto lo scorso 20 agosto l’istanza avanzata dai legali di Annamaria Franzoni per i domiciliari. La donna rimarrà dunque detenuta nel carcere della Dozza di Bologna dove sta scontando la sua pena dal 21 maggio 2008. La Franzoni continuerà a incontrare i figli Gioele, nove anni e Davide, 17, in carcere, dove regolarmente la vanno a trovare con il padre, Stefano Lorenzi. In media sei colloqui al mese, un’ora ogni volta. [Il fatto quotidiano 5/9/2012]
• Il 26 giugno 2014 Annamaria Franzoni è tornata a casa. È arrivata alle 18.34 nella sua casa a Ripoli Santa Cristina. Era in auto con la sua amica del cuore, Elisabetta Armenti. Ha fatto in modo di evitare l’incontro dei cronisti entrando da un ingresso laterale della casa. Dietro un’auto dei Carabinieri. « La capacità genitoriale di Annamaria Franzoni è intatta» così la giudice Sabrina Bosi, nella sua ordinanza di 18 pagine con la quale ha ammesso la mamma di Cogne alla detenzione domiciliare.
• Per il tribunale della sorveglianza, la donna ha smesso di usare psicofarmaci e poi dall’ottobre 2013 , poi, la Franzoni è stata ammessa al lavoro esterno al carcere. Tuttavia un giorno alla settimana deve continuare la psicoterapia con lo stesso specialista che l’ha seguita in carcere; sono previste visite settimanali dell’assistente sociale e lei potrà uscire di casa 4 ore al giorno per necessità legate alla famiglia. Inoltre i giudici le proibiscono di mettere piede a Cogne.