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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Paolo Franchi

• Bergamo 1969. Regista. Dopo aver frequentato la scuola Ipotesi cinema di Ermanno Olmi, si diploma in regia al Centro sperimentale di cinematografia. Con l’opera prima La spettatrice (2003), protagonisti Barbara Bobulova e Andrea Renzi, vinse Nastro d’argento, Globo d’oro, Grolla d’oro. Nel 2007 il noir psicanalitico Nessuna qualità agli eroi (con la famosa scena dell’erezione a vista di Elio Germano), in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. «L’espressione (la forma) è egemone a scapito della comunicazione (il contenuto, la realtà). Franchi ha un altro torto: condivide con altri recenti film d’autore (Caos calmo compreso) il vezzo (?) di inserire almeno un coito di sesso bollente, preferibilmente due, unito al nudo integrale con o senza erezioni o deretani maschili. Lo fanno per il mercato? Nossignori, sono convinti di essere trasgressivi» [Il Morandini 2009].
• Nel 2012 presenta alla Festa del cinema di Roma E la chiamano estate. Il film riceve il premio per la miglior regia e Isabella Ferrari viene premiata per la migliore interpretazione femminile: «L’imbarazzo non sta nel nudo a gambe spalancate di Isabella Ferrari (...). Paolo Franchi, sedicente “studioso di critica psicoanalitica dell’arte”, ha collaudato la strategia di comunicazione con “Nessuna qualità agli eroi”. Si fa filtrare una ghiotta indiscrezione (allora fu Elio Germano con il pisello ritto) e piovono paginate. Altre ne arrivano quando il film, per dirla elegantemente, “divide la critica”, e vince due premi al Festival di Roma» (Mariarosa Mancuso) [Fog 24/11/2012].
• «Guardo a modelli lontani e ai registi che stimo. Frammartino, Del Monte, Bellocchio e Guadagnino. Un esempio. Non appartiene a parrocchie» (a Malcom Pagani) [Fat 22/11/2012].
• «Un regista che deve imparare a gestire le conferenze stampa» (Paolo Mereghetti).
• «Se mi attacca la mia ex professoressa di epistemologia mi addoloro. Se lo fa Mereghetti del Corriere mi importa zero» [a Pagani cit.].
• «Parla e gira come fosse sempre sdraiato sul lettino dello psicanalista, citando nevrosi e conflitti a lui familiari» (Maurizio Porro).