30 maggio 2012
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Biografia di Ivano Fossati
• Genova 21 settembre 1951. Cantautore. «Con questo disco intendo lasciare. Non farò altri dischi o altri concerti, fatta eccezione per il tour che accompagnerà la pubblicazione di Decadancing. È una decisione serena, di quelle che si prendono in molto tempo. Il motivo è che mi sono domandato se al prossimo album avrei avuto la stessa forza, la stessa lucidità, la stessa passione che ho potuto garantire fino a qui. Ogni volta che me lo sono chiesto la risposta è stata: non lo so. (…). Per questo ho preso questa decisione» con queste parole, il 2 ottobre 2011 a Che tempo che fa, annuncia il suo ritiro. La sua ultima esibizione televisiva risale al 23 gennaio 2012 (sempre a Che tempo che fa), l’ultimo concerto al 19 marzo 2012 al Piccolo Teatro Strehler di Milano.
• «Ci pensavo da almeno tre anni a mollare. Diciamo che ho avuto tre anni per abituarmi all’idea, e adesso che si avvicina la conclusione vera di questo tragitto, non soffro. In fondo, non vuol dire che si fermi la musica. Non ci si dimette dalla creatività» (a Gino Castaldo) [Rep 12/3/2012].
• Ultime scritture: Troppo tempo (2011) per Laura Pausini (nella canzone Fossati partecipa in brevi passaggi sia come cantante che come chitarrista) e, nel 2013, Spari nel deserto per Marco Mengoni e Oggi vendo tutto per Giorgia.
• Vita La madre, Germana, lavorava come sarta al Teatro dell’Opera. Il padre, Aldo, abbandonò la famiglia quando lui aveva un anno (“L’unica cosa positiva di mio padre è che è stato partigiano a diciassette anni”). A fare le veci del padre, suo nonno Alberto Ricci, operaio di una conceria: «La figura perfetta che si vorrebbe avere come padre. Pienamente buono. Era capace di difendere la famiglia. Non avrebbe esitato a difendere i suoi affetti con tutta la forza. Il gran lavoratore che si sacrifica. Alla famiglia riservava solo i momenti buoni».
• Quando ha 12 anni la mamma, appassionata d’opera («Lei è un caso particolare. Nel 1971, quando ho cominciato, sentiva i dischi della Pfm, non i miei. È una donna straordinaria»), lo iscrive a lezioni private di pianoforte (l’attenzione per la musica deriva anche da un cugino, direttore d’orchestra, e da uno zio, clarinettista). Fossati suona il piano fino al 1962-63. Quando si imbatte in due 45 giri dei Beatles (Please Please Me e Love me do), restituisce il piano alla ditta e si cerca una chitarra per riprodurre il suono che ha ascoltato.
• Tra i 15 e i 16 anni è la volta dell’organetto, poi passa alla chitarra elettrica, con cui ha rapporti alterni, e a 18 studia il flauto. Abbandonata la scuola a metà terza liceo, lavora per comprarsi gli strumenti (in un negozio di elettricista, in una fabbrica di denti finti, in un magazzino di cancelleria).
• Entrato nei Sagittari come flautista, scrive le sue prime canzoni, Jesahel e Canto di Osanna. Con Jesahel i Delirium vanno al Festival di Sanremo, e Fossati vince il suo primo premio (miglior testo della rassegna). Due mesi dopo lascia i Delirium e parte per il servizio militare, da cui è congedato dopo un anno e mezzo perché inadatto alla vita militare.
• Nel 1978 si trova con quattro singoli nella top ten dei 45 giri. Un’emozione da poco (Anna Oxa), Vola (Mia Martini), Dedicato (Loredana Berté), Pensiero stupendo, interpretata da Patty Pravo: «L’idea del triangolo non mi scandalizzava visto che all’epoca vivevo con due mariti. Lui ha saputo affrontare un tema scabroso con classe e intelligenza. L’ho ascoltata e registrata subito dopo. Praticamente è andato in vendita il provino». (Patty Pravo a Mario Luzzatto Fegiz) [Cds 18/3/2012].
• Conosciuta Gildana nel 1968, la sposa nel 1989 dopo una lunga convivenza. Per l’occasione compra una Porsche bianca. A Gildana è dedicata Unica rosa (album Discanto). Separazione nel 1992. Da quest’unione nasce Claudio (1973), oggi batterista, percussionista, musicista che si esibisce spesso in coppia col padre o con Luvi De André.
• Tra le compagne di Ivano Fossati Mia Martini. La sorella di Mimì, Loredana Berté: «Ivano è l’unico uomo con cui l’ho vista veramente felice».
• Tra il 1993 e il 1996, a intermittenza, Fossati ha una relazione sentimentale con Nancy Brilli. Ancora adesso non sa che cosa sia scattato tra loro, a parte l’attrazione fisica: «Credo che non lo sappia neanche lei, quale sia stato il nostro collante. Ho sempre faticato a capire che cosa sia successo. Ci piacevamo, ma non so se si andasse molto più in là». Lei oggi parla malvolentieri di quella storia e lo accusa di averla lasciata non appena le diagnosticarono un tumore. Ora sta con l’attrice Mercedes Martini, già voce recitante nell’album del 1996 Macramè.
• «Mio figlio Claudio e io, è come se non avessimo un cellulare. Mercedes è la più collegata. Ma anche lei non è una che esagera. Per noi la comunicazione non esiste da tanti anni. Non dico che voglio restare isolato, ma non mi piace passar le giornate al telefono. La battuta più bella sul “Ti cerco e non ti trovo” è di Bernardo Lanzetti (in passato voce solista degli Acqua Fragile e della Pfm): “Ivano è difficile trovarlo anche quando lui ha bisogno di te”. Neanche mia madre a volte mi trova» (a Marinella Venegoni cit.).
• Il pianoforte rimane il suo strumento: «Perché è comodo, si suona stando seduti». Si sente musicista e non cantautore: «È come se non avessi mai scritto una sola parola».
• Ai concerti ringrazia il pubblico congiungendo le mani e facendo un inchino. Dice che questo lo aiuta a proteggersi e a concentrarsi. Dei concerti gli piace il momento in cui scende dal palco e va a cena con gli amici.
• «Sono innamorato delle canzoni tradizionali, ho una venerazione per gli autori degli anni Sessanta, quelli che sapevano scrivere le vere canzoni di intrattenimento, è solo che io poi ho scelto una strada diversa. Io ho una sconfinata ammirazione per autori come Bardotti e Endrigo che erano riusciti a tenere una linea perfetta di intrattenimento, ovvero canzoni che potevano anche andare a Sanremo però contenendo qualcosa di distorto, di bello, di obliquo, con delle forti intuizioni».
• «I miei compositori preferiti? Gli italiani. Primi fra tutti Morricone e Rota quando scrivevano per Leone e Fellini».
• «Ero ancora un ragazzo e mi innamorai delle colonne sonore. Cominciai a collezionarle. Non sopportavo le canzoni: mi sembrava che le parole disturbassero la musica, ne intralciassero il cammino. Poi arrivarono i Beatles e per fortuna cambiai idea...» (a Enzo D’Errico).
• Ha scritto e interpretato appositamente per il film Caos calmo (Grimaldi 2007) L’amore trasparente, con cui ha vinto il David di Donatello come miglior canzone originale. Con il cinema si era già confrontato nel 1994 quando compose la colonna sonora del film di Carlo Mazzacurati (1956-2014) Il toro.
• «Più che artista vorrei essere definito artigiano, perché è un termine che evoca il lavoro, la fatica, la serietà».
• «Se c’è una cosa che mi sarebbe piaciuta tanto fare è l’avvocato, sono appassionato di diritto, e mi appassiona tuttora, studio la materia, rompo le scatole ai miei amici avvocati...» [a Castaldo cit.].
• «Genovese, ma non disposto a iscriversi ad alcuna scuola espressiva, Ivano Fossati rappresenta un caso piuttosto raro, nella nostra scena, di artista proteso all’avvicinamento a una forma “colta” ed evocativa di canzone, ove individuare un suono a un tempo particolare e universale» (Il dizionario della canzone italiana).
• Genova per Fossati è «una moglie ossuta, metodica, musona».
• Ha raccontato la sua vita nell’autobiografia Il volatore (Giunti, 2006).
• «Il Fossati di fine carriera si rifugia nei valori assoluti come la progettualità e l’ avventura che però a volte diventano una sorta di gara con l’assenza, la stratosferica solitudine di Lindbergh . Gaberiano quando canta Cara democrazia, Fossati si conferma un cantore dell’anima, dei suoi labirinti nascosti, con quello stile unico che lo porta ad accentuare la prima consonante dell’ inizio frase» (Mario Luzzato Fegiz).
• «Sono di sinistra, non della sinistra». La canzone popolare fu l’inno dell’Ulivo.
• «Per un lungo periodo non l’ho più cantata. Sapeva di politica e io non ho mai fatto concerti politici. Pentito? No, però oggi consiglierei a un collega più giovane di non farlo. La politica oggi ha bisogno di buone idee e non di canzoni: rischi di farti fraintendere» [a Venegoni cit.].
• «Mi sento come quando si chiude un libro dopo averlo letto tutto d’un fiato».
• «E adesso ho voglia di fare un bel niente».