30 maggio 2012
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Biografia di Vincenzo Fortunato
• Roma 23 luglio 1956. Magistrato amministrativo. «Conoscitore profondo e meticoloso» della macchina dell’Amministrazione (Carlo Bonini), già nel Berlusconi II (2001-2005), quindi capo di Gabinetto del ministero delle Infrastrutture con Antonio Di Pietro nel Prodi II (2006-2008) e, dal 2008, del ministero dell’Economia e delle Finanze con Tremonti, poi riconfermato dal premier Monti. • Secondo Sergio Rizzo, nel 2011 deteneva il record di capo di Gabinetto «più pagato della storia repubblicana, a giudicare dai numeri apparsi sulla stampa, che anni fa indicavano in circa mezzo milione l’anno la sua retribuzione: prima, s’intende, della stretta sugli altissimi stipendi pubblici. Ebbene, a quel primato ora potrà sommare quello della maggiore durata consecutiva a capo di un ministero. (…) Quanto abbiano pesato nella sua recentissima conferma i suoi ottimi rapporti con Gianni Letta piuttosto che quelli, altrettanto buoni, con il leader dell’Italia dei valori, difficile dire. La realtà è che Fortunato continua a essere da un decennio uno degli uomini più potenti dell’esecutivo».
• «Potentissimo, fu uno dei quattro pilastri della fortezza costruita da Tremonti. Figlio d’arte (il padre aveva ricoperto lo stesso ruolo con Emilio Colombo), Capo di Gabinetto di Tremonti, Siniscalco, Di Pietro (alle Infrastrutture, governo Prodi), poi di nuovo di Tremonti, Monti (durante l’interim) e Grilli, è stato in questi anni il vero padrone del ministero di via XX Settembre. Il perché è semplice, tutti i provvedimenti di qualsiasi ministero che abbiano effetti di tipo economico finanziario, cioè il 95% almeno, devono passare per il ministero dell’Economia, dove percorrono il seguente itinerario: Gabinetto del ministro, ovvero la scrivania di Fortunato, poi la Ragioneria, e quelli che hanno effetti sulle entrate la Direzione Finanza mentre quelli che hanno aspetti bancari o finanziari la Direzione Generale del Tesoro, infine tutti ripassano ancora per la scrivania di Fortunato» (Marco Panara) [Rep 6/5/2013]. L’ex ministro Vittorio Grilli, dopo lo spoil system attuato dal governo Letta in via XX Settembre, gli trovò in extremis una collocazione nominandolo presidente della Sgr, società che gestisce la vendita degli immobili pubblici.
• Ha diretto anche la Scuola superiore di economia e finanza, di cui ora è docente. «La Scuola gli stacca ogni anno un assegno da 301mila euro, vicino a quel tetto di 311mila euro che è la retribuzione del primo presidente della Cassazione. Fortunato, in qualità di presidente dell’Invimit, società al 100% del Tesoro ma fuori del perimetro della Pa, non rientra neppure nel novero di coloro i quali devono rispettare il divieto di cumulo. E dunque ha il via libera all’accumulo di un doppio, lauto stipendio» (Mariolina Sesto) [S24 26/3/2014].