30 maggio 2012
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Biografia di Francesco Forleo
• Torino 13 novembre 1941. Poliziotto. Ex questore (Brindisi, Firenze, Milano). Condannato nel 2004, dopo cinque anni di processo, a sei anni e sei mesi per l’omicidio (colposo) del contrabbandiere Vito Ferrarese (14 giugno 1995). Sentenza annullata dalla Cassazione (aprile 2010) con rinvio ad altra sezione per un nuovo processo, con l’imputazione di omicidio volontario. In corte di assise d’appello (processo bis), il procuratore generale chiede 14 anni e 4 mesi di carcere (marzo 2012), ma la posizione dell’ex questore viene stralciata in quanto Forleo non è più processabile trovandosi in una condizione di «declino cognitivo grave e irreversibile» (ottobre 2012).
• «Nel giugno del 1995, a Brindisi, era in corso una guerra. Gli scafisti (...) erano un’emergenza che atteneva alla sicurezza nazionale. (...) Feci fuoco a scopo intimidatorio, per interrompere la corsa di un’imbarcazione contrabbandiera che non aveva rispettato l’ordine di arrestarsi».
• «I fatti addebitati a vari poliziotti della Questura brindisina si riferiscono a una vera e propria spedizione punitiva che venne condotta in prima persona dall’allora questore di Brindisi, Francesco Forleo. Un elicottero della polizia inseguì al largo di Brindisi uno scafo di contrabbandieri: sul velivolo c’erano tra gli altri Forleo, il vicequestore Pietro Antonacci e l’allora capo della squadra mobile Giorgio Oliva. Sullo scafo di contrabbandieri in fuga, invece, c’era, tra gli altri Ferrarese, che non era armato. Da bordo dell’elicottero venne aperto il fuoco e Ferrarese rimase colpito a morte.
Nella messinscena successiva all’omicidio, alcuni poliziotti - secondo l’accusa - istigati da Forleo fecero ritrovare sullo scafo una mitraglietta per far credere che in realtà gli agenti avessero risposto al fuoco dei contrabbandieri. L’equipaggio dell’elicottero era armato di tutto punto: oltre alle pistole di ordinanza e a mitragliette M12, Forleo, Antonacci e Oliva avevano anche bombe di esercitazione Srcm sottratte clandestinamente - secondo l’accusa - dall’armeria della Questura. Forleo - ricostruì il pm nella requisitoria di primo grado - era il più spericolato del gruppo: è lui - per l’accusa - che ordinò ai piloti di scendere di quota fino a 15 metri di distanza dallo scafo e di volare alla velocità limite di 60 nodi; è lui che sparò prima con la propria pistola e poi con quella di Oliva contro il motoscafo in fuga [La Gazzetta del Mezzogiorno 23/1/2013].
• Ha raccontato la sua storia nel libro Plenilunio con pistola (Rubbettino 2003).
• Fu deputato nella X e XI legislatura (1987-1994), indipendente nelle liste Pci-Pds.