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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Giovanni Floris

• Roma 27 dicembre 1967. Giornalista tv. Della Rai. Conduce Ballarò (Raitre, la prima puntata andò in onda il 5 novembre 2002). «Per alcuni sono troppo buono, per altri troppo cattivo. Non puoi piacere a tutti».
• «A 34 anni ho fatto Ballarò, ora è il talk show più visto. La Rai, nel mio caso, ha investito su uno sconosciuto, forse ci vorrebbe un po’ di coraggio in tutti i settori».
• Laureato in Scienze politiche alla Luiss con una tesi in Sociologia politica, frequentò la scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia. Nel 1996 fu assunto al giornale radio Rai. Inviato seguì l’11 settembre, poi corrispondente da New York.
• «Sono nato a Roma, famiglia borghese. Liceo al Tasso negli anni Ottanta. Ero anarchico all’epoca. Leggevo Stirner e Jean Sorel. Il Tasso era un mondo chiuso che supponeva di essere un mondo intero. Noi ci consideravamo i presidenti del consiglio del mondo. Avevamo la soluzione per tutti i problemi della Terra. Mi ero iscritto alla Luiss ma mi ero reso conto che il giornalismo era un mondo di gente che aveva tutta un cognome importante. Poi cominciai a fare qualche piccola collaborazione. Il primo articolo? Venti righe sul Messaggero sul fatto che mancava l’autobus a Casale Rocchi. 23 mila lire. Vinsi il concorso per la scuola della Rai di Perugia. C’erano Monica Maggioni, Gerardo Greco, Daniela Orsello, Antonio Preziosi, Lucilla Alcamisi. Andai al Giornale Radio e dopo un po’ arrivò Paolo Ruffini. Fu la svolta della mia vita. Ruffini ebbe il coraggio perfino di mandarmi giovincello a fare il corrispondente da New York. Lì cominciai anche a fare televisione. Ed eccomi qua» (a Claudio Sabelli Fioretti).
• «Cosa c’è che non va in Giovanni Floris? Perché quelli di Micromega lo accusano di essere troppo tiepido con Berlusconi? Perché ai girotondini non piace? Domande fin troppo retoriche. La colpa principale di Floris è di essere Floris. In un mondo (mediatico) in cui c’è gente che se non vede scorrere il sangue non si diverte. In cui c’è gente che confonde un talk show d’appro­fondi­mento con un’ordalia e amerebbe che alla fine si accendesse il rogo. In cui c’è gente che rimpiange Michele Santoro e non riesce a rassegnarsi che altri facciano il suo stesso mestiere. Certo Floris è Floris: l’aria del bravo ragazzo, i modi un po’ impiegatizi, la forte determinazione mascherata da impegno civile. Sono colpe?» (Aldo Grasso). «Fa una tv schierata, non tanto negli ospiti quanto nel taglio e nei servizi, ma più aperta al pluralismo. Una tv di sinistra, ma fatta con garbo e bravura» (Bruno Vespa). Alla festa dei giardini del Quirinale nel giugno 2008 Berlusconi gli ha detto: «Lei è il più bravo di tutti: non lo dico così per dire, ma perché lo penso».
• Quando all’inizio della stagione 2009-2010 si licenziò dalla Rai come dipendente per farsi assumere da libero professionista, mise una clausola che gli permettesse un domani la riassunzione.
• Durante le regionali del 2010 Repubblica ospitò sul suo sito l’approfondimento Giro d’Italia 4x4.
• L’anno successivo qualche problema con la Rai nel rinnovo del contratto, tanto che si ipotizzò un suo passaggio a La7 o a Mediaset. Pier Silvio Berlusconi: «L’avrei preso al volo. E lui lo sa» [Daniele Manca, Cds 19/11/2011].
• Famose le telefonate del Cavaliere a Ballarò. Una prima volta l’1 giugno 2010 quando, in risposta alle accuse di aver incentivato e giustificato l’evasione fiscale, sentenziò: «Menzogne inaccettabili sulla tv pubblica». Una seconda, il 27 ottobre del 2010: «Lei mi lasci parlare. Perché lei, con i soldi di tutti fa dei processi pubblici. È una cosa inaccettabile. Ora, però, io parlo e poi lei mi fa le domande. Ora non sono a sua disposizione. La tv non è sua anche se le trasmissioni sono tutte di sinistra». In una terza occasione, il 18 gennaio 2011, Floris si rifiutò di mandare in onda la telefonata invitandolo come ospite in studio.
• Finito sotto la lente delle indagini di Renato Brunetta sulla trasparenza in Rai: «È di certo il miscelatore più potente e furbo tra i giornalisti-conduttori. In Ballarò infila ingredienti di ogni tipo, per ricavarne un sapore unico, omogeneizzato al suo pensiero di democratico bersaniano con scivolamenti all’estrema sinistra» [Fog 3/7/2013]. Brunetta aveva calcolato che, nella stagione 2012-13, su 40 puntate 75 ospiti erano ascrivibili alla sinistra, 46 alla destra e 20 al centro. Per questo presentò un esposto all’autorità garante per le comunicazioni.
• Stipendio da conduttore e autore di Ballarò: 350 mila euro annui nel 2009, diventati 550 mila nel 2013. Share: 16,5% nel 2011, 13,3% nel 2012, 14% nel 2013.
• Nella lista dei giornalisti nemici del M5S (è stato ritratto come lustrascarpe dei potenti in un fotomontaggio del movimento). Beppe Grillo: «Ho minacciato Floris, manderemo noi la troupe a casa da lui e gli chiederemo quanto spende».
• «Il Clark Kent del talk show politico» (Andrea Scanzi) [Sta 28/9/2008].
• «Il Bruno Vespa di centro verso sinistra, giovane e non giovanile, sedativo e non eccitante, maniacale e non travolgente. Non interviene mai durante un dibattito. Non fa considerazioni, non soffoca le balle né raccoglie le perle. Allestito il presepe s’inchina a se stesso, immobile, soddisfatto» (Carlo Tecce) [Fat 2/11/2012].
• «Ogni martedì sera spiega agli italiani perché mai la sinistra sia meglio della destra a prescindere» (Enrico Paoli) [Lib 27/12/2011].
• «Riesce a mantenere un’idea di centralità al suo programma (e cioè: “Di qui devi passare, sennò non sei nessuno”)» (Gregorio Paolini) [Ven 9/11/2012].
sempre contro il governo» (Aldo Grasso) [Cds 15/9/2011].
• Emilio Fede: «Floris è bravissimo, schierato ma furbo, mai malvagio» [Andrea Scanzi, Sta 15/10/2008].
• Libri: Monopoli (2005), Risiko (2006), Mal di merito. L’epidemia di raccomandazioni che paralizza l’Italia (2007), La fabbrica degli ignoranti. La disfatta della scuola italiana (2008), Separati in patria. Nord contro Sud (2009), Zona retrocessione. Perché l’Italia rischia di finire in serie B (2010), Decapitati. Perché abbiamo la classe dirigente che non ci meritiamo (2011) e Oggi è un altro giorno. La politica dopo la politica (2013), tutti editi da Rizzoli.
• Sogna di fare il regista, è un grande consumatore di cinepanettoni e fan di Massimo Boldi e Christian De Sica. Ha confidato che quando i due si sono separati ha scelto di seguire il secondo.
• Tifa Roma (ha tenuto anche una rubrica, “Ballaroma”, su Il Romanista). Gioca bene a pallone: «Giocavo nel Casale Rocchi. Ero centravanti, arrivai secondo nella classifica cannonieri. Giocavamo contro la Romulea, contro Boccea. Partite dure. I difensori menavano. Ero piccoletto. Gli stopper mi sputavano in testa. Partite stupende. Belle risse. Mi divertivo molto. Spesso alla fine rimanevamo chiusi negli spogliatoi con i genitori che ci volevano menare. Due o tre volte ci ha salvato la polizia».
• Sposato con Beatrice, due figli Valerio (2005) e Fabio (2008).