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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Domenico Fisichella

• Messina 15 settembre 1935. Politologo. Politico. Eletto al Senato nel 1994, 1996, 2001 con An (lasciata nel novembre 2005 in disaccordo con l’approvazione della riforma costituzionale detta Devolution), nel 2006 con la Margherita. Ministro dei Beni culturali nel Berlusconi I (1994-1995). «Sono un pensatore complesso perché è la realtà che è complessa».
• È tra i fondatori di Alleanza Nazionale.
• Laureato in Giurisprudenza, vinse il primo concorso a cattedra di Scienza della politica in Italia («La commissione era presieduta da Norberto Bobbio, ne faceva parte Giovanni Sartori»), professore ordinario di Dottrina dello Stato nelle Università di Firenze e di Roma La Sapienza, docente di Scienza della politica presso la Luiss di Roma ecc.
• «Monarchico, raro esperto di de Maistre, dritto e impettito come un militare, galantuomo autentico con tanto di certificato del buon tempo antico, cavaliere dei buoni modi, uomo tutto d’un pezzo, di quelli che una volta produceva solo la provincia» (Francesco Merlo).
• «L’editoriale del Tempo a mia firma di sabato 19 settembre 1992: “Tutti quelli che ne hanno abbastanza delle gioie del progressismo, debbono cominciare a lavorare per un’Alleanza nazionale – o come si voglia chiamarla, a me piace così – che metta nel conto fusioni, revisioni culturali, disarticolazioni”. Allora non ero in contatto con Fini che mi cercò alcuni mesi più tardi. Passo dopo passo, dall’Msi passammo ad An. Una bella stagione di speranza, il partito aveva una potenzialità del 20%, ma avrebbe richiesto respiro strategico, intraprendenza politica, apertura a personalità nuove ed eminenti».
• Lasciata An rimase nel gruppo misto fino alle politiche del 2006, quando si candidò con la Margherita dietro invito di Francesco Rutelli: «Mi disse che sarebbe stata autonoma dai Ds e che il Pd era molto di là da venire. Accettai» (a Giancarlo Perna) [Grn 12/5/2008].
• Contrario alla nascita del Pd, il 24 gennaio 2008 votò contro la fiducia al Prodi II: «Provocando la fine della legislatura, ha tenuto a precisare, la voce ben impostata, ci mancherebbe, che lui non era “uno qualunque”. Basta sfogliare la sua monumentale produzione bibliografica, 18 volumi, da Elogio della monarchia a Le ragioni del torto, tradotti in inglese, francese, spagnolo, ungherese e rumeno» (Francesco Bonazzi e Marco Damilano).
• Altri libri: Lineamenti di scienza politica. Concetti, problemi, teorie (2010), Il caso Rosini. Cattolicesimo, nazione, federalismo (2011) e da ultimo Dal Risorgimento al Fascismo. 1861-1922 (2012), tutti per Carocci.
• Nel 2004, essendo vicepresidente del Senato, polemiche per il licenziamento di un suo assistente, Dario Mattiello, causa «carenze professionali». Mattiello sostiene di essere stato allontanato perché una sua foto al Gay Village apparve sui giornali.
• Costituzionalista, è stato nel consiglio direttivo dell’Isle (Istituto per la documentazione e gli studi legislativi).
• «Appare come l’unico personaggio di alto prestigio accademico della destra italiana» (Mario Pirani) [Rep 26/10/2009].
• «Alleanza Nazionale non era altro che il Movimento Sociale più Domenico Fisichella» (Camillo Langone) [Fog 27/10/2010].
• «Peccato che conti più libri che elettori» (Maurizio Gasparri).
• Di recente si è avvicinato all’Unione di Centro, pur rimanendo «un uomo culturalmente di Destra, questo lo sanno anche le pietre. Ho lavorato perché in Italia ci fosse una destra moderna (...) Continuerò a lavorare in quella direzione da studioso. Ma uomini liberi - liberi, questo è il punto - non possono più dare a se stessi un’etichetta precisa» [a Perna, cit.].
• Dipinto come spocchioso o superbo: «Non è superbia. Sono timido e ho paura di sbagliare (...) Io sono un professore universitario e ritengo che le istituzioni, Università o Senato che sia, si servano anche con un aplomb adeguato. Il garbo che mostro è per rispetto agli altri» (ibid.).
• Sposato con Loredana Ceccon, «la sua consigliera politica più fidata, la donna assieme alla quale tutte le sue decisioni sono state prese» (Paola Di Caro). Due figlie, Anna e Francesca. Nonno di quattro nipoti.