30 maggio 2012
Tags : Beppe Fiorello
Biografia di Beppe Fiorello
• (Giuseppe) Catania 12 marzo 1969. Attore. Fratello di Rosario (il “Fiorello” per antonomasia) e Catena. «Nei villaggi Valtur facevo ridere 1500 persone».
• Debutta al cinema con L’ultimo capodanno (Marco Risi, 1998), ma il grande successo arriva due anni dopo con C’era un cinese in coma di Carlo Verdone, dove recita la parte del comico spogliarellista Nicola Renda. Poi si specializza nei film tv, impersonando con bravura personaggi storici e dello spettacolo (Salvo D’Acquisto, Joe Petrosino, Giuseppe Moscati). Tra le fiction più recenti, tutte trasmesse dalla Rai: Volare – La grande storia di Domenico Modugno (Riccardo Milani, 2013), L’oro di Scampia (film tv di Marco Pontecorvo, 2014) e L’angelo di Sarajevo (Enzo Monteleone, 2015); al cinema è stato Paolo Borsellino nel film di Fiorella Infascelli Era d’estate: «Mi ha colpito la grande curiosità di Borsellino, voleva sapere tutto sull’arte, sul cinema, sul teatro, era un grande lettore, si divertiva a recitare Pirandello o Shakespeare, come in una sequenza del film. È straordinario che un uomo così impegnato trovasse il tempo per coltivare le sue passioni. Rispetto all’immagine di serietà che ne avevo dalla tivù, ho scoperto un aspetto umano bello, leggero, brillante» (a Maria Pia Fusco) [Rep 11/12/2014].
• «Non ho un bel carattere: non riesco mai a capire quanto posso fidarmi di me stesso e degli altri».
• «Sono stato un adolescente silenzioso, a casa pensavano che avessi qualcosa che non andava. Ma avevo come contraltare Rosario: anche una persona normale sarebbe sembrata taciturna».
• «Ha iniziato seguendo le orme di Fiorello nei villaggi vacanze, prima come addetto alle luci, poi in scena, anche lui; in tv come Fiorellino, e già in quel diminutivo c’era l’ombra del fratello, che pure gli aveva sconsigliato di rifare il karaoke. “Troppi paragoni, il successo di Rosario era stato pazzesco. Un errore. Ma volevo provare, sapendo che non era la mia strada: essere ‘il fratello di’ all’inizio ti aiuta, ma poi devi dimostrare che vali. Io non sono uno showman, non sono esuberante, ho paura del pubblico. Ma sognavo di recitare”» (Silvia Fumarola).
• «È attore bravo e di grande espressività. Una speranza: che non si chiuda nei ruoli dell’eroe, in borghese o in divisa. Sarebbe bello vederlo in una commedia» (Alessandra Comazzi).
• «Quando è morto papà avevo 21 anni, non ci siamo potuti parlare da uomini. Rosario per me è stato un padre. Siamo quattro: due fratelli e due sorelle. Pare lo avessero detto al primo vagito: “Rosario sostituirà Baudo”. Era un trascinatore. Rosario e Catena sono gli estroversi. Io e Anna quelli riservati. Mamma, che è una roccia, è come noi; papà era solare. Nell’insieme una famiglia piena di energia, in cui spiccava la simpatia di papà. Era finanziere. Raccontava grandi storie. Un bell’uomo: alto, magro, capello impomatato, vestito di lino bianco col fazzoletto blu nel taschino, la sigaretta in bocca. Lo salutavano tutti con un sorriso, un’immagine antica e moderna insieme. Quando non trovavo i miei amici, i genitori mi dicevano: “Staranno con tuo padre”. Chiacchieravano più volentieri con lui che con me. Quando se n’è andato, c’era tutto il paese ai funerali. Sa di cosa sono fiero? I due personaggi che papà ricordava sempre erano Joe Petrosino e Salvo D’Acquisto. Li ho interpretati tutti e due».
• «C’è sempre un pezzo di lui nei miei personaggi. O forse sono io che lo cerco in ogni ruolo che recito» (a Marina Speich) [Gra 10/9/2015].
• Al padre è ispirato anche il suo ultimo spettacolo teatrale Penso che un sogno così dedicato a Modugno: «Ho capito quanto si assomigliavano, anche fisicamente, lavorando per la fiction. All’improvviso si sono aperti i ricordi. Si divertiva a cantare come lui. In macchina verso il mare la colonna sonora era Lontananza, che mio padre faceva benissimo. Mi sono detto: non può essere un caso. Qualcuno mi sta mettendo davanti questi due uomini, che sovrapposti fanno me» (a Sara Chiappori) [Rep 13/11/2014].
• Due figli, Anita (2003) e Nicola (2005), avuti con la moglie Eleonora Pratelli, sposata il 16 ottobre 2010. «Nei colpi di fulmine, di solito, ci si spoglia. Lei, invece, mi ha vestito. Mia moglie cura il look degli attori, gestisce l’immagine degli eventi cinematografici. Stavo promuovendo il film C’era un cinese in coma di Carlo Verdone. Sono entrato nel suo ufficio, mi ha squadrato e mi ha scelto gli abiti. Poi, qualche settimana dopo, per caso ci siamo incontrati sullo stesso aereo, vicini di posto. Era Roma-Los Angeles, non proprio un volo comune. In America ci siamo frequentati e una sera con altri amici abbiamo affittato una limousine. E quando tutti sono andati a dormire, noi siamo rimasti lì: due italiani in limousine a girare per la città. E a innamorarsi» (a Speich, cit.). L’ha conquistata «con la simpatia. Ma dopo qualche anno sono diventato un disastro, un uomo pesantissimo. È lei la colonna, l’energia, la positività che circola in famiglia. Io sono tendenzialmente un malinconico, un catastrofista. Anche con i nostri figli: Eleonora è gioiosa, li fa sempre sognare. Io sono rigido, metodico, anche se adesso sono più rilassato, grazie a lei. Le devo molto».
• Ha un vizio, «fare il casalingo. Non spenderei tanti soldi per un’auto di lusso, ma per un forno, un elettrodomestico, un frigo sì. Ho disegnato la mia ultima cucina e l’ho fatta fare a un bravissimo ebanista pugliese» (Speich, cit.).