30 maggio 2012
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Biografia di Massimo Fini
• Cremeno (Como) 19 novembre 1943. Giornalista. Editorialista de Il Giorno, La Nazione e Il Resto del Carlino. Lavora per Il Fatto Quotidiano e Il Gazzettino, ha fondato il mensile La voce del ribelle, diretto da Valerio Lo Monaco. «Mi sento un anti-modernista, quindi un reazionario, ma di tipo razionale, non tradizionale».
• «È il polemista più polemista d’Italia» (Claudio Sabelli Fioretti), «è uno che difende i diritti di Priebke o di Milosevic e simpatizza per il mullah Omar» (Paolo Martini).
• Del suo ultimo libro, Il Mullah Omar (Marsilio 2011), Giampiero Mughini ha detto: «Sapevo quello che mi aspettava. Tanto lo sapevo quanta provocatorietà ma anche coraggio intellettuale Fini ci avrebbe messo, in un libro in cui per tanti aspetti sembra tifare per i Talebani afghani e pur di dare addosso a quell’Occidente americanizzato che lui odia con tutta l’anima, che ho cominciato a leggerlo già dieci minuti dopo che il postino me lo aveva consegnato» [Lib 8/4/2011].
• «Padre pisano, madre russa. Si erano conosciuti a Parigi. Lei fuggiva dai bolscevichi. Lui dai fascisti che l’avevano manganellato. Mio padre viveva povero ma felice, fino a quando Paolo Monelli, corrispondente del Corriere della Sera, lo assunse sotto falso nome. Alla fine della guerra gli americani affidarono a un gruppo di giornalisti del Corriere della Sera la redazione del Giornale Lombardo: mio padre, Afeltra, Buzzati, Fallaci, lo zio di Oriana. Mio padre divenne il direttore e restò al Lombardo 16 anni».
• Laurea a pieni voti in Giurisprudenza. Impiegato alla Pirelli fino all’autunno caldo: «Io e un altro collega, Maurizio Calzolari, eravamo gli unici impiegati che facevano sciopero. Un giorno ci chiamarono: “Visto che partecipate agli scioperi, potreste farci delle relazioni...”. Rispondemmo che non eravamo stati assunti per fare la spia. Mi proposero la filiale di Catania. Mi dimisi. E feci il concorso per entrare in magistratura. Era truccato. Un centinaio di candidati sapevano i temi in anticipo. Quando cercai di denunciare l’episodio solo l’Avanti! mi dette ascolto. Ugo Intini mi disse: “La notizia ci interessa. Scrivila tu”. La scrissi, piacque. Intini disse: “Vuoi rimanere qui a lavorare gratis?”. Accettai».
• Dal 1972 al 1979 all’Europeo, nel 1982 entrò al Giorno, nel 1985 rientrò all’Europeo, nel 1992 passò a l’Indipendente di Vittorio Feltri.
• Vari casi di censura: il Corriere della Sera, pur di non pubblicare due suoi pezzi su Agnelli e De Benedetti (che gli erano stati commissionati), interruppe di colpo la sua collaborazione; Sandro Pertini, ai cui elogi universali Fini non partecipava, fece in modo di buttarlo fuori anche dalla Domenica del Corriere. La Rai gli censurò un programma in 15 puntate, intitolato Cyrano, «che va benissimo, però c’è un veto su di lei» (così il funzionario incaricato di comunicargli la bocciatura). Fini portò quindi Cyrano, che aveva scritto insieme con Edoardo Fiorillo, in tournée nei teatri italiani mettendosi alla prova anche come attore.
• Ha fondato il movimento politico Mz (Movimento Zero), che si propone la lotta alla globalizzazione e il ritorno graduale all’autoproduzione e all’autoconsumo. Attivo in 11 regioni. Nell’ottobre 2007 si è costituito il primo Direttivo nazionale.
• «È un amico. Lo conobbi a vent’anni. È un bastian contrario alla Malaparte, imprevedibile e dunque rimasto un outsider: dice sempre l’opposto di quel che prevede il senso comune e spesso ci azzecca. Ti aiuta a capire perché gli altri hanno torto» (Cesare De Michelis) [Paolo Di Stefano, Cds 8/9/2008].
• «Massimo Fini, scrittore e no global nel senso più compiuto del termine è nemico della velocità degli spostamenti e delle informazioni, vorrebbe un mondo meno sviluppato e meno disumanizzato» (Mattia Feltri) [Sta 8/12/2006].
• «Un giornalista ignobile che scrive cose ignobili» (Bettino Craxi) [L’Indipendente 11/5/1992].
• «A Fini bisogna comunque riconoscere coerenza e ostinazione perché il suo antioccidentalismo non viene mai meno: articolo dopo articolo, anno dopo anno...» (Camillo Langone ) [Lib 21/4/2012]
• Dice di sé: «Credo di aver esercitato il coraggio nella sola forma possibile in democrazia: che è il coraggio morale. Io ho scritto sempre e solo ciò che pensavo, non mi sono mai infeudato a partiti, bande, lobbies, sono stato sempre un “chevalier seul” e per questo ho pagato prezzi durissimi, sul piano professionale, sociale e, alla fine, anche esistenziale. (…) Sulla coerenza intellettuale, morale, esistenziale e anche materiale penso che ci siano pochi, in questo Paese, che abbiano diritto di darmi lezioni» [Lib 12/4/2011].
• Tra i libri: La ragione aveva torto? (saggio d’esordio, Camunia, 1985), Il denaro, sterco del demonio (1998), Dizionario erotico, manuale contro la donna a favore della femmina (2000) e Ragazzo. Storia di una vecchiaia (2007), tutti editi da Marsilio. Nel 2009 il primo (e a suo dire ultimo) romanzo: Il Dio Thoth (Marsilio). Nel 2010 pubblica una raccolta di suoi articoli: Senz’anima. Italia 1980-2010 (Chiarelettere). Da ultimo, La guerra democratica (Chiarelettere 2012). Tra le biografie: quella di Nerone (Nerone, 2000 anni di calunnie, Mondadori 1993), quella di Catilina (Catilina un uomo in rivolta, Mondadori 1996) e quella di Nietzsche (Nietzsche, l’apolide dell’esistenza, Marsilio 2002) molto elogiata dal Foglio.
• Divorziato, un figlio (Matteo).
• Tifoso del Torino.