30 maggio 2012
Tags : Eugenio Finardi
Biografia di Eugenio Finardi
• Milano 16 luglio 1952. Cantante. Autore. «Ho conservato un fax di metà anni Novanta ricevuto dal direttore della mia casa discografica di allora, Massimo Giuliano della Wea. Era firmato dal suo vice: “Caro Finardi, non ci interessano operazioni artistiche, ci interessano operazioni di marketing”».
• La madre, Eloise Degenring, era una cantante lirica statunitense, il padre, Enzo, era un tecnico del suono bergamasco. «Non ho mai capito se sono italiano o americano, sicuramente sono milanese» [Paolo Siepi, Italia Oggi 11/12/2013].
• «Io sono sempre stato roboante nelle azioni e nelle parole ma sostanzialmente sono un moderato. Nel Movimento ero considerato un reazionario del Pci perché avevo le mie idee. Dicevano che le mie canzoni facevano la morale, infatti erano dei tazebao. Sono mezzo americano e non sono mai stato marxista, ovvero non sono mai stato contro la proprietà privata. Mi considero un illuminista liberale con il senso della giustizia sociale e della solidarietà» [Antonio Lodetti, Grn 19/12/2008].
• «Trent’anni fa usava il rock’n’roll e la chitarra elettrica per manifestare il proprio dissenso, scrivendo un piccolo inno generazionale come La musica ribelle, oggi utilizza la ricerca della spiritualità e del senso di sé» (Alfredo D’Agnese).
• Tra i suoi album: Non gettare alcun oggetto dal finestrino (1975), Sugo (1976), Dal Blu (1983), Dolce Italia (1987).
• Per alcuni anni ha seguito progetti diversi rispetto all’attività classica del cantautore: «A un certo punto, Eugenio ha cominciato a soffrire la pressione di Finardi. Nel senso che mi sentivo prigioniero di un personaggio che, magari senza volerlo, avevo creato io per primo. Rischiavo di dovermi ripetere, come quei cantanti sempre uguali a se stessi che dopo trent’anni ancora sono costretti a fare i soliti brani, quelli che non si possono non fare. Era un po’ frustrante, e così mi sono fermato e ho fatto altro» [Alberto Rivaroli, Pan 6/2/2014].
Ha studiato il fado portoghese, rivisitato il blues e nel 2008 ha pubblicato Il cantante al microfono, disco di “musica classica contemporanea per voce e sestetto” dedicato al russo Vladimir Vysotsky, poeta, attore, cantautore dissidente morto nel 1980. Nel 2014 finalmente un nuovo album di inediti Fibrillante.
• «Ho scoperto sulla mia pelle che è più ribelle fare un disco spirituale e andare a cantare in un concerto organizzato da francescani che fare il galletto alle assemblee, alzare ancora il pugno chiuso e poi arrendersi alle regole della heavy rotation e della televisione».
• Suono, spettacolo scritto da lui stesso: un mix tra «il personale e il politico» fatto di parole, musica e video, per raccontare in due ore la nostra epoca e la vita dell’autore.
• «Non parlo di politica, non sono un comico di serio non ho niente da dire (...) Se riuscissi a regalare un decimo delle emozioni che trasmetteva Gaber sarei più che soddisfatto».
• Produttivi, produttivi sempre canzone per Eugenio Finardi scritta da Giancarlo Majorino.
• Tre figli, la primogenita Elettra nacque con la sindrome di Down: «I problemi sono arrivati con l’adolescenza: non ha accettato la sua condizione, a 18 anni voleva la patente come tutti, non sopportava di essere diversa. E ha preferito andare a vivere in una casa famiglia».