Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Nedo Fiano

• Firenze 22 aprile 1925. Manager. Scrittore. È uno dei pochi sopravvissuti di Auschwitz che oggi spiegano nelle scuole come hanno sofferto gli ebrei d’Europa.
• Il padre Olderigo era impiegato alle poste, la madre Nella Castiglioni aveva una piccola pensione. Un fratello Enzo. Della famiglia, undici persone, tornò soltanto lui: «Da Auschwitz non è mai tornato nessuno. Noi pochi sopravvissuti, da quel campo di concentramento ce ne siamo andati con le gambe, ma con l’anima siamo ancora lì».
• «La sopravvivenza ha avuto alcuni cardini fondamentali: la mia età giovanile (avevo vent’anni), la mia conoscenza del tedesco e il mio canto». Invitato a cantare nelle baracche dei sodati del campo, alla fine dell’esibizione gli veniva permesso di mangiare «e questo che può sembrare una cosa miserevole, invece rappresentava uno strumento di sopravvivenza» [www.youtube.com].
• Era il numero A5405, lo stesso che ha sulla casacca Benigni ne La vita è bella: un omaggio del regista per la sua consulenza storica al film [Roberta Bottari, Mes 25/1/2006].
• «Ciò che ha connotato tutta la mia vita è stata la mia deportazione nei campi di sterminio nazisti. Con me ad Auschwitz finì tutta la mia famiglia, vennero sterminati tutti. A diciotto anni sono rimasto orfano e quest’esperienza così devastante ha fatto di me un uomo diverso, un testimone per tutta la vita».
• Cinque i libri: A 5405. Il coraggio di vivere (2003), Il passato ritorna (2009), Berlino-Auschwitz... Berlino (2009), tutti editi da Monti, Il tesoro di Nedo (Orme 2007) e Il coraggio di vivere (Sansoni 2008).
• Nel 1945, tornato a Firenze, rincontra Rina Lattes, sua compagna ai tempi della scuola ebraica frequentata al posto di quelle governative vietate dalle leggi razziali: «Aveva le stesse trecce che mi piacevano un tempo». Si sposano nel 1949 e dal 1956 vanno a vivere a Milano. Tre figli: Enzo (1950), Andrea (1955) ed Emanuele (1963).