30 maggio 2012
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Biografia di Antonio Ferrentino
• Nocera Inferiore (Salerno) 13 marzo 1954. Presidente della Comunità Montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia, sindaco di Sant’Antonino (To) e capogruppo sel alla Provincia di Torino.
• Insegnante di impianti elettrici, ex diessino, origini campane, «si definisce “un terrone prestato alla montagna”» (la Repubblica).
• È stato uno dei leader del movimento no-Tav , che in Val di Susa si oppone alla costruzione del treno ad alta velocità che dovrebbe collegare Lisbona a Vladivostock (corridoio 5): «Quel progetto aveva un tracciato assurdo. Era molto impattante perché bucava la vena amiantifera. E tagliava fuori Orbassano, il retroporto di Genova. Riuscimmo a farlo accantonare» (a Virginia Piccolillo) [Cds 4/3/2012]. Il tratto della Val di Susa è più propriamente una Torino-Lione ad alta capacità (non va più veloce, ma trasporta più merci). Nel 2008 ha rivisto la sue idee, alla ricerca di una possibile mediazione: «Oggi è uno dei più accaniti sostenitori dell’osservatorio tecnico (con all’attivo il più alto numero di gomme d’auto tagliate): “Anch’io non scenderei più in piazza. E centinaia di persone me lo vengono a dire: “ho marciato, ora non marcerei”. È finito il tempo di urlare moriremo tutti d’amianto (le cose sbagliate le ha dette il governo, le abbiamo dette noi), ora si parla di ragioni vere e priorità. Non possiamo condannare la valle alla marginalità» (Alessandra Mangiarotti). «Passato sull’altro fronte “perché il progetto approvato nel 2011 è radicalmente opposto a quello originario: oggi si tratta di un’infrastruttura compatibile con l’ecosistema che avrà ricadute economiche positive per la popolazione”. Ecco perché gli hanno ricoperto l’automobile di vernice gialla, di notte perché le imboscate si fanno di notte o a volto coperto, in segno di disprezzo» (Cristina Giudici) [Fog 13/9/2013].
• «Ex leader caduto in disgrazia per aver accettato il confronto nell’Osservatorio» (Cds 28/2/2012), ha negli anni ammorbidito le proprie posizioni. Dopo gli scontri del luglio 2011: «Domenica abbiamo perso tutti. Avevo invitato i cittadini a partecipare, l’avevo scritto sui manifesti: non lo rifarei, assolutamente. Bisogna fermarsi e riflettere, considerando il vecchio progetto F.a.r.e. con il nodo di Torino come priorità. E se il governo insiste con il tunnel di base, allora parliamone» (a Maurizio Crosetti) [Rep 5/7/2011].
• Il suo documento per risolvere la questione in tre tappe: «Garantire a livello locale e nazionale una politica di incentivi al trasferimento dei trasporti da gomma a ferro; studiare insieme gli aspetti dell’impatto ambientale delle opere; preoccuparsi che tutti gli impegni presi vengano rispettati» (Paolo Griseri) [Rep 9/3/2012]. Una road map citata e apprezzata anche da Pierluigi Bersani.