30 maggio 2012
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Biografia di Paola Ferrari
• Milano 6 ottobre 1960. Giornalista tv. Ha condotto La domenica sportiva e 90° minuto.
• «Ero scappata da casa. Abbastanza ribelle per andarmene, non abbastanza da prendere decisioni radicali: la fuga si era conclusa da mia zia a Busto Arsizio, nel Varesotto. Lì c’era la sede di Tele Alto Milanese dove lavorava Tortora, che mi vide per strada e mi seguì. “Torno in Rai, chiamami a questo numero fra due mesi”. Lo feci. Due anni a Portobello, bellissima palestra con un maestro straordinario. Ma io volevo fare la giornalista. Con la vittoria dell’Italia al Mondiale 1982, si sono aperti spazi nuovi per le donne in tv anche perché i sondaggi dicevano che la Nazionale aveva grande seguito di pubblico femminile. Ho cominciato a lavorare per Telenova (Milan Inter), per Rete4 che non era ancora di Berlusconi (Caccia al 13), per Telelombardia (Qui studio a voi stadio): anni bellissimi in cui ho patito un gran freddo. Le tv private costruivano l’evento attorno all’evento che non avevano: le trasmissioni cominciavano tre ore prima della partita e continuavano per tre ore dopo il fischio finale. Indimenticabile. Finché nell’89 è arrivata la chiamata Rai».
• Nel 1992 l’assunzione e dal 1995 le conduzioni: Dribbling, un triennio di Domenica Sportiva, il Tg2, un biennio a 90° minuto e di nuovo la DS.
• «Mi sono fatta largo in un mondo maschile come lo sport grazie anche all’aiuto di Giorgio Tosatti, che è stato per me quasi un padre» (ad Aldo Cazzullo).
• È sposata con Marco De Benedetti (il figlio di Carlo De Benedetti). Due figli, Alessandro e Virginia.
• «Mio marito mi ha conquistata con un gesto di galanteria. Dopo settimane di corteggiamento, ci siamo incontrati a una cena. Stavo andando via e lui mi ha accompagnata all’ascensore. In quel momento ho capito che avrebbe potuto esserci qualcosa tra di noi» (a Manuela Menghini) [N20 11/3/2010].
• Nel 2008 candidata alle politiche con La Destra, numero due nella lista del Lazio dopo l’amica Daniela Santanché. Non eletta. «Io sono una donna di destra, da sempre». Follini le propose di correre per il Parlamento Europeo nel 2010 con l’Udc. In vista della fine dei finanziamenti pubblici ai partiti, fece una donazione di 20.000 euro all’ex collega e amica. Nel 2013 rifiutò l’incarico di assessore alla Regione Lombardia e la candidatura conl Pdl.
• Portavoce dell’Osservatorio Nazionale Bullismo e Doping.
• Polemiche per lo sketch contro il femminicidio mandato in onda durante Servizio Pubblico nel maggio 2013, in cui Paola Cortellesi diceva: «Meglio morta che guardare un’altra Domenica Sportiva con l’illuminata, la presentatrice piena di luce che pare la Madonna, quella bionda che dice i risultati con le labbra con il rossetto forte e gli orecchini da lampadario, che a lui piace tanto, a me faceva proprio schifo». Ha poi raccontato a Chiara Maffioletti: «La maleducazione è imperante. Ma la Cortellesi è quella che mi ha ferita più di tutti. Il suo monologo scritto con la Dandini mi ha fatto malissimo. Lì volevo mollare la Domenica sportiva. Ho lottato per portare avanti il ruolo di una donna emancipata in un mondo maschile: ci ho dedicato la vita. Ho aperto la strada a tutte le altre» [Cds 25/8/2013].
• A Ilary Blasi che nel gennaio 2014 aveva detto di lei: «È tutta acqua, stucco e sapone», rispose pubblicando su Twitter una foto in cui compariva totalmente struccata: «Eccola la donna con lo stucco in faccia. E qui a differenza di altri casi è tutto naturale».
• Milanista. «Sono tifosissima. Anche se le prime partite le ho guardate con papà, interista, all’Arena di Milano, codino e giornale sotto lo stomaco per non prendere freddo. Giocava l’Inter. Quando al derby ho visto Rivera, però...».