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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Napoleone Ferrara

• Catania 26 luglio 1956. Medico. Ricercatore. «Sul suo biglietto da visita c’è scritto “Research drug discovery”. La traduzione in italiano vuole un lungo giro di parole che suona più o meno così: “Sperimentatore di nuove strade terapeutiche”. Nella realtà dei laboratori, vuol dire ricercatore di terapie per il futuro. Da noi, una qualifica così, praticamente non esiste. Perché il “mestiere” di ricercatore non ha il riconoscimento che trova, invece, in altri paesi. In Europa e negli Stati Uniti dove, nel 1983, è arrivato, da Catania. È partito dall’Italia come giovanissimo specializzando in ginecologia, ha fatto la sua carriera all’università della California, San Francisco, e poi si è trasferito nel privato, alla più grande industria biotecnologica del mondo, la Genentech» (Carla Massi). Dal 2013 direttore del Moores Cancer Centre alla university of California di San Diego.
• Al suo lavoro si deve il primo farmaco antiangiogenico (ferma la riproduzione dei vasi sanguigni) utilizzato contro il cancro al seno, al colon, al rene e al polmone. «In questo modo “affamiamo” il cancro e lo lasciamo senza rifornimento di sangue».
• Nel 2010 «chiude una ricerca che dura dal 2004 e che riguarda il Bevacisumab, un anticorpo monoclonale che costituisce il principio attivo del farmaco noto in commercio col nome di Avastin. L’Avastin è approvato da tutte le autorità per la cura di vari tumori e specialmente per il cancro al colon. Ma si scopre che, iniettato nell’occhio, funziona molto bene contro la maculopatia senile. Solo che in quest’ultimo caso, gli oculisti lo prescrivono sulla loro responsabilità» (Giorgio Dell’Arti) [Gds 9/3/2014]. L’Avastin costa 79-80 euro, è prodotto dalla Roche che però non lo registra come farmaco efficace contro la maculopatia. A regola, contro la maculopatia c’è solo il Lucentis, prodotto dalla Novartis, che costa 800-1000 euro. Vi è idea che le due case farmaceutiche si siano accordate illegalmente per far vendere il farmaco comunque più costoso, e l’Autorità della concorrenza ha inflitto loro una multa di 180 milioni di euro, per aver costituito un cartello con lo scopo di condizionare le vendite dei due farmaci. Le procure di Torino e Roma indagano; ipotesi di reato: disastro doloso e associazione a delinquere finalizzata alla truffa, aggiotaggio e turbativa di mercato.
• Nel 2010 vincitore «del prestigioso premio Lasker Awards che in molti casi ha condotto poi al premio Nobel» (Roberto Mania) [Rep 6/3/2014]. «Come si arriva a diventare uno scienziato in odore di Nobel? “È stato il professor Umberto Scapagnini a offrirmi quest’opportunità. Non era ancora sceso in politica. Era tornato dagli Stati Uniti ed era diventato il più giovane professore ordinario italiano di farmacologia medica. Aveva portato una ventata di novità nel mondo accademico a Catania e mi aveva aiutato a ottenere una borsa di studio all’università di San Francisco. Sono partito con l’idea di rimanere due o tre anni”.
E invece non è più tornato» (Flavia Amabile) [Sta 28/9/2010]. «Tuttavia la scienza è internazionale ed è per me una grande soddisfazione che i miei studi abbiano dato luogo a terapie utilizzate anche in Italia» (a Fabio Tonacci) [Rep 7/3/2014].
• Nel 2013 è stato insignito, con altri dieci scienziati, del Breakthrough Prize in Life Sciences, «il più ricco premio accademico che ricompensa la ricerca nei campi della medicina e della biologia» (Alessandra Farkas) [Cds 22/2/2013]. Il Breakthrough (istituito, tra altri, da Mark Zuckerberg di Facebook e Sergey Brin di Google) «lancia una sfida anche al prestigiosissimo Premio Nobel. Gli undici fortunati geni hanno incassato 3 milioni di dollari ciascuno: quasi il triplo del valore monetario del Nobel (1,1 milioni di dollari)» (Farkas, cit.).
• Uno studio pubblicato sull’European journal of clinical investigation lo considera «tra i primi 400 ricercatori più influenti al mondo» (Mario Pappagallo) [Cds 29/1/2014]. Gli italiani in totale sono otto.
• «In Italia in questo momento i ricercatori vivono un momento particolarmente difficile. Che consiglio si sente di dare?
“Ogni strada è individuale. Non credo che esista una soluzione valida per tutti. Bisogna innanzitutto chiedersi qual è la domanda scientifica a cui dare una risposta e poi capire dove si può trovare la risposta”. In Italia, forse, non è semplice per un ricercatore trovare le domande. “Ma no, al giorno d’oggi le tecnologie offrono opportunità a tutti e in ogni parte del mondo”» (Amabile, cit.).
• Ha doppio passaporto (italiano e statunitense).