30 maggio 2012
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Biografia di Ciro Ferrara
• Napoli 11 febbraio 1967. Allenatore (da ultimo della Samp tra luglio e dicembre 2012). Ex calciatore. Con Giovanni Ferrari e Giuseppe Furino è il calciatore che ha vinto più scudetti nella storia: otto, due col Napoli (1987, 1990), sei con la Juventus (1995, 1997, 1998, 2002, 2003, 2005), l’ultimo in verità revocato causa Moggiopoli. Ha vinto anche due coppe Italia (1987 col Napoli, 1995 con la Juve), la coppa Uefa (Napoli 1989), la Champions League (Juve 1996), l’Intercontinentale (Juve 1996) ecc. Con la Nazionale (49 presenze) arrivò terzo ai Mondiali del 1990, secondo agli Europei del 2000. 33° nella classifica del Pallone d’oro 1997.
• «Ha il volto scavato di un Pulcinella, sempre in bilico tra il lazzo e il pianto; faccia napoletana, come Eduardo, come Troisi. Il suo nome, Ciro, è Napoli. Ciro, e basta. Il cognome, Ferrara, è quasi un di più, un soffio padano, che accarezza appena le vele di Mergellina, senza far danni» (Paolo Forcolin).
• «Tradizioni del Sud: si dà il nome del nonno materno. Da piccolo non mi piaceva proprio per niente, però. Al punto che chiesi a mia mamma di cambiarlo».
• «La partita d’esordio in serie A, 5 maggio 1985: Napoli-Juve 0-0, incarna e riassume il suo destino, la sua carriera. Prima il Napoli di Maradona, poi la Juve lippiana, in cui si conferma difensore fra i più concreti e decisi, raramente sopra le righe. Il passaggio, nel 1994, coincide con l’avvento della cordata umbertina. L’eclettismo innato lo porta a essere protagonista sia come terzino che come centrale, tanto nelle difese che marcano a uomo quanto in quelle disegnate a zona. E poi il carattere: di ferro. Neppure un grave infortunio a 31 anni (frattura composta di tibia e perone, il 1° febbraio 1998 a Lecce) riesce a scalfirne la volontà» (La Stampa).
• Già commentatore su Sky, responsabile del settore giovanile della Juve, membro dello staff azzurro di Lippi (nel 2006, e di nuovo dal 2008 al 2010).
• «Quando ho smesso, per tre mesi sono stato lontano dal mondo del calcio. Una specie di vacanza. L’idea era quella di una carriera dirigenziale. È stato il Mondiale, l’esperienza sul campo, con Marcello Lippi a riportarmi certe emozioni. Non pensavo che, una volta smesso, avrei avuto voglia di tornare sotto i riflettori quotidianamente. In Germania ho riscoperto la voglia di campo» (a Roberto Perrone) [Cds 11/9/2009].
• Allenatore della Juventus da maggio 2009 a gennaio 2010, arrivò a giocarsi la permanenza sulla panchina bianconera in un Inter-Juventus di coppa Italia: «Sono qui dal 1994 e non me la prenderò mai con la mia società. Mi ha reso famoso, mi ha sempre pagato con puntualità. L’unica cosa che non le è riuscita è stata di rendermi più bello. Anche avessero deciso di esonerarmi, non mi sento sfruttato, non sto lavorando gratis» (Roberto Perrone) [Cds 28/1/2010]. Vinse l’Inter, 2-1.
• Giorgio Bocca: «Ciro Ferrara! L’allenatore non è il suo mestiere. Questa Juve non ha un gioco. A me piace quello del Genoa, Gasperini» (a Massimo Gramellini)[Sta 30/1/2010].
• «Durante il disastro juventino gli dedicai un ritratto non positivo scrivendo tra l’altro che la formazione gliela faceva qualcun altro. Chiamò, disse: “Guardi, ho fatto molti errori, ma li ho fatti di testa mia, sono io quello che sbaglia”. Sbagliava anche in questo: ero io. Poi, con egual cortesia, corresse una citazione cinematografica che avevo fatto da “Pane e tulipani”. Aveva ragione pure lì. Due a zero e palla al centro» (Gabriele Romagnoli) [Rep 20/11/2012].
• Ct della Nazionale Under 21 da ottobre 2010 a giugno 2012, per volontà di Arrigo Sacchi, coordinatore delle nazionali azzurre: «Nessuno aveva pensato che Sacchi potesse chiamare quel difensore che, con lui in panchina, non faceva parte della nazionale: poco “zonista”, più abituato alla marcatura a uomo. Ma un conto è giocare e un altro è allenare» (Luca Valdiserri) [Cds 23/10/2010]. «Sacchi non mi ha convocato a lungo perché mi riteneva incapace di difendere a zona, poi ha cambiato idea, e questa è una delle maggiori soddisfazioni della mia vita sportiva. Tanto più che la zona mi ha allungato la carriera: molto più facile passare da uomo a zona che viceversa» (Gianni Mura) [Rep 11/11/2009].
• Lasciò dopo 19 partite (12 vittorie, 6 pareggi e una sconfitta), con la media punti più alta della storia dell’ Under 21 (Luca Valdiserri) [Cds 20/8/2012].
• Allenatore della Sampdoria da luglio a dicembre 2012: «C’era una volta un allenatore (Ciro Ferrara) che alla guida di una squadra appena promossa dalla serie B (la Sampdoria) sbancò San Siro alla prima partita in serie A (26 agosto 2012) aprendo ufficialmente la crisi del Milan, o meglio di quello che era rimasto del Grande Milan dopo le distruzioni del calciomercato estivo. Per settimane e settimane l’allenatore della Samp visse felice e contento, accompagnato da commenti di miele e dal suono dei violini mentre il suo collega rossonero (Massimiliano Allegri) abbrustoliva a fuoco lento sulla griglia mediatica alimentata dalla corte serrata del suo club a Pep Guardiola. Oggi, mezzo campionato dopo, il Milan ritrova la Sampdoria ma non quel suo vecchio allenatore (Ciro Ferrara), rispedito a casa per colpa dei risultati diventati insoddisfacenti (un classico), mentre Allegri è ancora al suo posto dopo essersi salvato dal mare in tempesta» (Alberto Costa) [Cds 13/1/2013].
• «C’è il diavolo dietro l’alterna fortuna della vita e delle opere di Ciro Ferrara, che fu un grandissimo terzino di Napoli e Juventus e forse non ebbe il dovuto riconoscimento internazionale per il suo valore. C’è sicuramente lui dietro la sua altalena come allenatore. Tutti ricordano il suo bruciante esordio alla Juventus, finito con un inedito esonero. Partenza a razzo, poi picchiata (devastante uno 0-3 con il Diavolo). Sembrava non ci fosse domani, invece è risbucato all’Under 21 e ha pure fatto bene. L’ha riportato in serie A la Samp e Ferrara ha riproposto lo stesso copione sperimentato a Torino. C’è un tempo per vincere (le prime giornate) e un tempo per prenderle da chiunque (tutte le restanti?). Infilate di gioia o di dolore, una trama da sceneggiata napoletana: o entra il guappo e ti spara o vai dritto verso i tuoi sogni. Alla sesta di campionato è entrato il guappo, con la pistola carica e ha cominciato a contare» (Romagnoli, cit).
• Commenta la serie A nel programma Stop & gol su Cielo.
• Proprietario, a Torino, di una pizzeria «con le zeppole profumate come a Fuorigrotta: che si chiami “Da Ciro” è ovvio» (Maurizio Crosetti) [Rep 19/10/2012].
• Con Fabio Cannavaro ha fondato nel 2005 la Fondazione Cannavaro-Ferrara , «una onlus che, come è scritto nel suo statuto, “vuole essere un punto di riferimento sul territorio napoletano per tutti i bambini e minori che vivono situazioni di particolare difficoltà, disagio sociale ed emarginazione”» [Cds 7/1/2009].
• Sposato con Paola, tre figli (Benedetta, Paolo, Giovanbattista).
• Per diversi anni ha fatto pubblicità, assieme a moglie e figli, ad una marca di yogurt e dessert: «auguriamo a Ciro di continuare a fare pubblicità: lui è un personaggio simpatico, probabilmente il ruolo gli si attaglia meglio della panchina» (Aldo Grasso) [Cds 8/2/2010].