30 maggio 2012
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Biografia di Marco Ferrando
• Genova 18 luglio 1954. Politico. Già esponente della minoranza di Rifondazione comunista che si rifà alla dottrina trotskista, alla vigilia delle politiche 2006 si giocò la candidatura al Senato con alcune avventate dichiarazioni sulle vittime italiane in Iraq (in particolare quelle di Nassiriya). Ad elezioni avvenute contestò la scelta di Rifondazione di far parte del governo Prodi e fondò il Partito comunista dei lavoratori, per simbolo una falce e martello rossa sullo sfondo di un globo azzurro: candidato premier alle politiche, nel 2008 prese lo 0,6% sia alla Camera che al Senato, nel 2013 lo 0,26% alla Camera e lo 0,37% al Senato.
• Nel 2008 sfilò contro la Fiera del libro di Torino che aveva Israele come ospite d’onore: «Rifondazione e gli altri non sono qui perché sperano di tornare presto al governo, e per farlo hanno bisogno dell’appoggio della lobby sionista».
• «Noi siamo avversari dell’ antisemitismo e del sionismo (…). Non attribuiamo al popolo ebraico gli orrori di quel regime sionista che l’ ha preso in ostaggio» (sul Corriere della Sera) [20/1/2009].
• Referente italiano del coordinamento per la rifondazione della Quarta internazionale fondata da Trotzky nel 1938, non ne può più «di assistere a una sinistra che sceglie la subordinazione ai liberali (vedi Sel alleata del Pd). Oppure altre sinistre cosiddette radicali, penso a Diliberto e Ferrero, che si rifugiano sotto il colore arancione, facendosi guidare da magistrati come Ingroia, che sponsorizza programmi liberisti. O i grillini, che sono solo populismo (…). Quello che ci distingue è che noi rivendichiamo la nazionalizzazione delle maggiori aziende, sotto il controllo dei lavoratori. Parlo di Fiat, Alcoa e Ilva. Rivendichiamo la nazionalizzazione delle banche. E l’abolizione del concordato con il Vaticano. Naturalmente pensiamo che tutto questo possa essere realizzato solo da un governo di lavoratori» [Cds 5/1/2013].
• «“Dopo vent’anni dal crollo del Muro possiamo dirlo: il capitalismo ha fallito totalmente”. E quindi bisogna tornare al
socialismo? “Esattamente. Ma non allo stalinismo” (Concetto Vecchio) [Rep 1/2/2013].
• «Ha il cranio lucido dell’intellettuale, la barba marxista, molto sale e poco pepe, il sorriso largo, lo sguardo febbrile, la erre arrotata da segretario di partito. Ex professore di storia e filosofia al liceo» (Antonello Caporale).