30 maggio 2012
Tags : Giuseppe Ferrandino
Biografia di Giuseppe Ferrandino
• Ischia (Napoli) 24 gennaio 1958. Scrittore. Tra i suoi libri: Pericle il nero (Granata Press 1993, Adelphi 1998), Il rispetto (ovvero Pino Pentecoste contro i guappi) (Adelphi 1999), Spada (Mondadori 2007). Ultimo romanzo pubblicato Rosmunda l’inglese (Mondadori 2008), «quasi una commedia dell’anima, o una piccola tragedia ilare e nera come sanno essere certe storie di provincia. Come al solito l’orizzonte che Ferrandino predilige è il Sud, il magma napoletano, meglio ancora quello più soffice che scaturisce dalle isole più prossime. Verrebbe da definirlo un giallo da camera. Lui preferisce chiamarlo “giallo all’inglese”» (Antonio Gnoli) [Rep 25/10/2008]. «Io di malavita ne so quanto ne sa la maggior parte della gente: quello che leggiamo sui giornali».
• «Liceo classico e 25 esami a medicina, figlio di un marinaio, un fratello sindaco. Voce a parte, che è decisa, virile, non somiglia molto ai guappi di cui racconta le storie. Magrolino com’è, gentile, allegro, è difficile immaginarselo nelle risse truculente che coinvolgono così spesso i personaggi dei suoi libri» (Sandra Petrignani).
• «Somiglia a tutto meno che alla tradizionale immagine dello scrittore italiano. La sua formazione si è svolta sulle tavole dei fumetti. Ha scritto sceneggiature per Lancio Story, Bonelli, Orient Express e altre case editrici di fumetti» (Antonio D’Orrico).
• «Ferrandino sembra abitato da una strana inquietudine che solleva più di una curiosità. È uno scrittore esigente, apparentemente semplice, in realtà dotato di una forza vitale che trasforma ciò che è elementare in qualcosa di complesso, di strutturato, di evoluto» (Gnoli) [cit.].
• «Nelle mie storie l’elemento fantastico all’inizio è fondamentale. Si tratta per me di trasportare l’improbabile di una situazione iniziale dentro canoni estremamente realistici. Al punto in cui è giunto il romanzo oggi, il personaggio di partenza deve essere il più assurdo possibile. Il grande romanzo di Balzac ha esaurito, in tutte le sue sfumature, le figure realistiche» [ibidem].
• «Penso che il romanzo del Novecento sia morto con Céline, che era poi l’epilogo del grande romanzo ottocentesco. Restano i generi. E ciò che mi interessa è portare un genere che prediligo, il giallo appunto, sul solo terreno che mi interessa, quello delle nostre piccole vite» [ibidem].