30 maggio 2012
Tags : Omar Favaro
Biografia di Omar Favaro
• Novi Ligure (Alessandria) 15 maggio 1983. Il 21 febbraio 2001 insieme alla fidanzatina Erika De Nardo uccise la di lei mamma Susy Cassini e il di lei fratellino Gianluca (11anni). «Era lui il debole della coppia, fu il primo a confessare dopo che le microspie della polizia registrarono i colloqui dei due fidanzatini, non resse più la tensione e rivelò tutto» (Franco Binello).
• Nel luglio 2008 dal carcere di Asti ha chiesto una seconda possibilità: «Questi anni di prigionia, mi riscattano per il futuro, non per il passato. Ma era giusto che pagassi. Ho tante idee per la mia seconda vita. Mi sono diplomato in informatica. Quello che mi hanno insegnato mi servirà quando sarò libero. Ma ho bisogno di aiuto. Gli stessi giudici che mi hanno giustamente condannato mi devono aiutare a riscattarmi e a trovare lavoro. Voglio che non mi abbandonino»; ha poi ricordato il crimine commesso: «Ci penso, ma non so spiegarmi che cosa sia scattato. Adesso anche i ricordi cominciano a sfuocarsi. Di Erika non mi importa nulla. È da tempo che ho deciso di pensare soltanto a me stesso, al mio percorso. È da tempo che non misuro la mia vita in funzione della sua» (da un’intervista di Giuseppe Legato).
• Condannato a 14 anni, cinque anni scontati per indulto e buona condotta, è uscito il 3 marzo 2010.
• Per lungo tempo evita giornalisti e telecamere: «Ho bisogno di non essere riconosciuto. Ne ho bisogno per andare avanti, per riuscire a vivere. Non potrei sopportare di stare accanto a persone che sanno quello che ho fatto» [a Grazia Longo, Sta 20/2/2011].
Nel 2011 decide di confessarsi a Matrix davanti al microfono di Alessio Vinci: «Ho accettato perché voglio rimettermi in gioco. La condanna penale l’ho scontata, ma il resto lo pago ogni giorno. Voglio avere una seconda possibilità. (…) Io non sono più quel ragazzo. Ora so cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ho lavorato molto su me stesso e chiedo la possibilità di tornare a vivere. Temo il pregiudizio degli altri. Ho ancora vergogna e paura di non poter andare avanti» [Salvatore Garzillo, Lib 6/10/2011].
• Dopo un periodo trascorso ad Acqui Terme, le ultime tracce lo indicano a Ponticelli, in Toscana.