30 maggio 2012
Tags : Arturo Falaschi
Biografia di Arturo Falaschi
• Roma 21 gennaio 1933 – Montopoli in Valdarno (Pisa) 1 giugno 2010. Genetista. Laureato in Medicina nel 1957, post dottorato prima nel Wisconsin con Adler poi a Stanford con Kornberg. Dal 1966 al 1979 professore di Biologia molecolare all’Università di Pavia. Dall’82 all’89 direttore del Progetto finalizzato “Ingegneria genetica” del Cnr. Dall’89 al 2003 direttore generale del Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologica dell’Unido a Trieste e a New Delhi. Qui guidò sperimentazioni per aiutare lo sviluppo degli stessi Paesi ospitanti, come la lotta al cancro. Tra i maggiori benefici per i Paesi più poveri, l’identificazione di geni che rendono le piante capaci di crescere nei terreni ad alta concentrazione di sale. Dal 2004 alla morte professore di biologia molecolare alla Normale di Pisa (incarico che mantenne fino alla morte).
• Tra i risultati più importanti delle sue ricerche: scoperta dell’uso di polideossinucleotidi sintetizzati chimicamente e delle proprietà degli enzimi della replicazione del Dna nelle spore batteriche. Dai suoi studi derivano realizzazioni scientifiche come l’isolamento e la caratterizzazione di un batteriofago, la dimostrazione della replicazione discontinua del Dna umano, lo studio degli enzimi del Dna in cellule di malati di sindromi ereditarie (Claudio Magris) [Cds 31/5/2011].
• Il 28 maggio 1998 si espresse a favore della normativa europea per i brevetti genetici: «La direttiva è molto ragionevole. Si brevettano le invenzioni, non le scoperte. L’approvazione della direttiva sta particolarmente a cuore al mondo della ricerca scientifica e dell’industria biotecnologica. La possibilità di sfruttare economicamente le invenzioni genetiche ha infatti anche il potere di richiamare fondi e promuovere gli studi» [Cds 28/5/1998].
• «A Natale del 1962 eravamo a Madison, nel Wisconsin, per il post-doc. Ci sentivamo soli e decidemmo di prendere l’autobus per New Orleans. Una donna nera fece cenno di sedersi accanto a un bianco, che la scacciò in malo modo. Arturo prese il suo posto e disse all’uomo: sono abbastanza bianco per sedermi accanto a lei? A quell’epoca nessuno avrebbe osato tanto. Era così, insofferente di ogni discriminazione e capace di rapportarsi con chiunque con grande lealtà» (a Italo Barrai) (Franca Porciani) [Cds 30/6/2010].
• Autore di circa 130 pubblicazioni.