30 maggio 2012
Tags : Stefano Esposito
Biografia di Stefano Esposito
• Moncalieri (Torino) 18 giugno 1969. Politico. Del Pd. Eletto al Senato nel 2013, alla Camera nel 2008. Dal 28 luglio 2015 assessore ai Trasporti del Comune di Roma nella giunta Marino. È anche commissario straordinario del Pd per il Comune di Ostia.
• In gioventù, prima di vincere il concorso in prefettura, fece il casellante e lavorò come assistente di produzione per concerti rock con la Trident Agency: montò palchi, tra gli altri, per U2, Jovanotti, Irene Grandi, Ramazzotti e Pino Daniele [Fog 14/1/2014].
• «Lo ritengono un “giovane turco”, lui si dice amico di Andrea Orlando, vicino a “Rifare l’Italia”, ma è pure un “tacchino felice”, come scritto nella spilletta regalata a matteo Renzi ad agosto 2014 dopo il paragone tra i senatori favorevoli all’abolizione del Senato e i tacchini diretti al forno per il Ringraziamento. Ha cominciato a fare politica da giovane. “È una delle ultime leve della Fgci. Ha fatto tutta la trafila”, ricorda l’ex consigliere regionale Roberto Placido. Negli anni Ottanta è stato il segretario della Lega degli studenti medi di Torino, legata alla Federazione giovani comunisti italiani. Con la fine del Pci e la nascita del Pds si allontana dalla politica. “Quando Sergio Chiamparino stava lasciando la segreteria provinciale del Pds per quella regionale, Stefano tornò e mi sostenne al congresso – racconta l’attuale segretario provinciale del Pd Fabrizio Morri – Io persi, ma Stefano entrò nella segreteria e lì è cominciata la sua ascesa”. Nel 2001 diventa staffista dell’assessore Roberto Tricarico nella prima giunta Chiamparino. Nel 2002 viene nominato ad della Trm, società dell’inceneritore. Diventa capogruppo dei Ds in Provincia nel 2004, carica che lascia nel 2006, anno in cui paga un’oblazione per delle firme elettorali irregolari. In quell’anno diventa il presidente della Seta, consorzio per lo smaltimento della spazzatura. Per gli incarichi nelle società pubbliche è ritenuto componente del “Pd dei rifiuti”, contrapposto al “Pd delle autostrade”. Tuttavia i suoi nemici più agguerriti sono altri: gli autonomi con cui si è scontrato negli anni della Fgci (“Alle proteste contro il ministro Franca Falcucci e negli anni della ‘pantera’ c’erano botte da orbi”, ricorda il senatore), nei cortei del Primo maggio e negli ultimi anni sui social network e in tribunale» (Andrea Giambartolomei) [Fat 21/1/2015].
• «È antiberlusconiano, ma solo politicamente, non in senso giustizialista. Non è appiattito sulla Cgil (e nel 2011 era stato co-firmatario di un appello per rinviare uno sciopero generale). È stato bersaniano e poi cuperliano, ma se alle primarie gli avessero chiesto “chi vuoi come candidato premier?” invece di “chi vuoi come segretario del partito?”, avrebbe senz’altro votato per Renzi» (Marianna Rizzini) [Fog 14/1/2014].
• Tra i più accesi sostenitori della Tav, la linea ad alta velocità Torino-Lione, vive sotto scorta con la moglie e i tre figli per le minaccie ricevute (frattaglie di animali, proiettili, molotov sull’uscio di casa, una stella a cinque punte disegnata sul cofano dell’auto). «Quando è nata mia figlia ho dovuto portare mia moglie in ospedale con la macchina blindata. Devo accompagnare i bambini più grandi al cinema o a scuola di sci e ci devo andare con la scorta. Ho una casa che sembra Fort Knox tanto è piena di sistemi di sicurezza. E allora in un giorno come questo mi chiedo: ma che vita è? E poi, se ci penso... Io mi sto occupando di un treno, non di una centrale nucleare o della mafia» (a Giusi Fasano) [Cds 14/1/2014].
• A gennaio 2014 gli venne recapitato un biglietto accompagnato da tre molotov «Caselli in pensione, Bersani in rianimazione: presto farai bum». Bersani rispose con un sms dal ricovero: «Tra una micidiale emicrania e l’altra ho saputo della minaccia che hai ricevuto: solidarietà piena, senza se e senza ma. E senza silenzi».
• Nel 2012 con Paolo Foietta ha scritto Tav Sì, ebook gratuito con prefazione di Pierluigi Bersani.
• Denunciò pubblicamente Salvatore Gallo, segretario regionale in Piemonte del Pd ed ex socialista, per un improvviso ed insolito aumento di richieste di tessere del partito: «Non è da oggi che nel Pd di Torino si è insediato e consolidato un sistema nato nel vecchio Psi. Il metodo è noto: si scala il partito facendo tessere a macchinetta» [Cds 3/11/2013].
• «Mi metto in coda assieme a tanti anziani al mio circolo. Molti dovevano fare la tessera. A un certo punto, sento due signori che sbottano: ma come, devo anche pagare? Escono. Incuriosito, li seguo. Girato l’angolo un tizio, iscritto al partito, dà 15 euro a ciascuno. Loro rientrano, si rimettono in coda, si iscrivono e votano. Domenica il mio circolo ha registrato 111 nuove iscrizioni, un quarto del totale» [Rep 30/10/2013].