30 maggio 2012
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Biografia di Sergio Escobar
• Milano 3 novembre 1950. Organizzatore teatrale. Direttore del Piccolo Teatro di Milano (dal 1998, contratto rinnovato fino al 2016).
• «Forse era più facile fondare un teatro tra la polvere del dopoguerra che affrontare oggi la polvere dell’inciviltà».
• Laureato in Storia della filosofia alla Statale (1974), appassionato di teatro e musica, dal 1979 responsabile della direzione mass media e marketing del Teatro alla Scala, dall’83 all’85 si occupò delle nuove tecnologie tv, curando per il gruppo Fininvest gli aspetti connessi all’editoria televisiva. Dall’85 assistente di Carlo Maria Baldini, allora sovrintendente della Scala, dal 1990 al 1995 sovrintendente al Teatro Comunale di Bologna, dal 1995 al 1996 del Carlo Felice di Genova, poi guidò il Teatro dell’Opera di Roma (fino al 1998).
• «Quando chiesero a Grassi che mestiere faceva, avrebbe potuto rispondere mille cose – l’intellettuale, il teatrante, lui rispose con orgoglio: faccio l’organizzatore teatrale. Questa definizione va bene anche per me».
• «E pazienza se il direttore del Piccolo Teatro di Milano Sergio Escobar continua a protestare per l’avarizia dello Stato. Peggio per lui: poteva evitare di chiudere in pareggio il 2010 nonostante il taglio selvaggio dei fondi pubblici» (Sergio Rizzo) [Cds 19/2/2011].
• Nel 2013 portò sul palco del Piccolo Teatro la messa in scena dell’Odissea di Robert Wilson, frutto di una coproduzione con il Teatro Nazionale di Grecia, che Escobar sottoscrisse con Atene nella fase più acuta della crisi come una scommessa sul futuro e sulla cultura.
• «Nel suo studio, tra una miriade d’oggetti (“Sono un feticista!”) conserva la Olivetti Lettera 32 con la quale furono battuti i primi contratti a un giovanissimo Giorgio Gaber; alle pareti, tra manifesti di celebri spettacoli, una foto in bianconero ritrae Bertolt Brecht e Paolo Grassi sul palco della sede storica del teatro, in via Rovello» (Chiara Beria Di Argentine) [Sta 2/2/2013].
• «“I numeri ci danno ragione. Il teatro pubblico non va demonizzato, va sostenuto. Noi siamo in controtendenza. Nella stagione 2012/2013 abbiamo avuto 288 mila spettatori. Di solito ci dicono tutti di guardare all’America come modello. Per una volta succede il contrario. (…) Tra sito, web tv, newsletter e social network abbiamo costruito una grande community. Al momento il 50 per cento degli spettatori è under 26, così come il 37 per cento degli abbonati».
• Nel 2013 ha ricevuto a Mosca la medaglia Puskin per meriti culturali.
• Sposato con Patrizia Biffi, tre figli.