30 maggio 2012
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Biografia di Vasco Errani
• Massa Lombarda (Ravenna) 17 maggio 1955. Politico. Prima diessino, adesso del Pd. Dal 2000 al 2014 presidente della Regione Emilia Romagna (due volte riconfermato nel 2005 con il 62 per cento dei voti e nel 2010 con il 52 per cento). Si è dimesso l’8 luglio 2014 in seguito alla condanna in appello per falso ideologico in atto pubblico (vedi sotto). Dal 2005 presidente della Conferenza dei presidenti delle Regioni (confermato nel 2010). «Fiere, aeroporti, trasporti (...) entra dappertutto fedele all’idea del “modello emiliano” di togliattiana memoria. Il governatore sta comperando pezzi dell’economia regionale, d’accordo con i comuni capoluogo, con l’idea di dare vita ad holding territoriali di servizi e infrastrutture» (Roberta Scagliarini nel febbraio 2007).
• Amico e fedelissimo di Bersani: «Hanno mosso insieme i primi passi in politica ai tempi della Fgci e poi del Pci emiliano-romagnolo; hanno imparato a conoscersi anche grazie alla passione comune per le buone letture (entrambi sono appassionati di Leopardi, Pavese e Baudelaire) e la filosofia (entrambi hanno studiato nella stessa facoltà all’Università di Bologna. Errani a differenza di Bersani non si è laureato ma ha avuto la fortuna di avere degli stagisti attenti nel compilare il suo profilo sul sito della regione). Un politico magari non molto appariscente e non troppo a suo agio con le telecamere ma che anno dopo anno, campagna elettorale dopo campagna elettorale, primarie dopo primarie, è riuscito a occupare un posto d’onore all’interno del famoso cerchio magico del segretario del Pd. Al punto che oggi diversi amici di Bersani raccontano che se proprio bisogna individuare nel centrosinistra un politico che ha una sua influenza vera e concreta sul pensiero e le scelte del segretario quel politico risponde senz’altro al nome di “Vasco”» (Claudio Cerasa) [Fog 21/2/2013].
• «Il personaggio ha avuto un ruolo di primo piano nella storia del post-comunismo italiano. Per quindici anni al vertice della regione “rossa” per eccellenza, a lungo presidente della conferenza Stato-Regioni, un rango elevato nel suo partito, amico di Bersani ma rispettato e stimato dai renziani» (Stefano Folli) [S24 9/7/2014].
• La sua terza ricandidatura alla guida dell’Emilia Romagna, nel 2010, fece molto discutere: avvenne in deroga a quanto previsto dallo statuto del Partito Democratico e fu contestata sulla base di una legge che limita a due i mandati consecutivi possibili per i presidenti di regione. Dopo molte contestazioni e ricorsi, il tribunale di Bologna difese la legittimità della sua rielezione perché la legge nazionale che l’avrebbe vietata non era stata recepita da una legge regionale.
• Nel gennaio 2014 la Corte dei conti lo ha condannato insieme alla sua Giunta alla restituzione di una somma totale di 150 mila euro, erogati ad alcuni dirigenti dell’ente in violazione delle norme. La sentenza, che accoglie in pieno la richiesta della procura, riguarda l’esecutivo della legislatura in carica tra il 2005 e il 2010. Errani ha presentato appello contro la condanna.
• L’8 luglio 2014 è stato condannato in appello per falso ideologico a un anno di carcere, insieme a due dirigenti regionali Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti. La sentenza è legata al processo che coinvolge suo fratello Giovanni, sotto inchiesta per truffa in relazione a un finanziamento regionale da un milione di euro che avrebbe ricevuto quando era presidente della cooperativa Terremerse, nel 2006. Dopo l’apertura di quell’indagine sui contributi alla coop agricola, soldi del programma regionale di sviluppo diretti all’ampliamento di una cantina a Imola per cui non sarebbero stati rispettati tempi e procedure (un funzionario della regione è stato condannato a 14 mesi con rito abbreviato, con la regione parte civile nel processo), nel 2009 Vasco Errani spedì una lettera alla procura di Bologna per chiarire tutto. Era una relazione in cui i due dirigenti poi condannati ricostruivano la vicenda, attestando la correttezza del contributo versato alla cooperativa. Da qui la procura di Bologna aprì un’inchiesta sull’ipotesi che Errani avesse istigato i suoi sottoposti a dichiarare il falso per coprire una truffa. In primo grado, l’8 novembre 2012, furono tutti assolti, il governatore perché il fatto non sussiste e i due funzionari perché il fatto non costituisce reato. In appello il capovolgimento della decisione, con le condanne a un anno di reclusione per Errani, con la sospensione condizionale della pena, e a un anno e due mesi per i dirigenti, accusati anche di favoreggiamento. Pur proclamandosi innocente, subito dopo la sentenza Errani ha presentato le sue dimissioni irrevocabili, nonostante i ripetuti inviti a ripensarci da parte del Pd e la telefonata di Renzi per esprimergli vicinanza.
• «È sempre stato destinatario di una fama trasversale che gli attribuiva in egual misura intelligenza e indefessa capacità di navigazione (…) Errani non aveva più neppure il potere di indicare un suo possibile delfino, perché quando rappresenti un passato recente che pochi hanno interesse a ricordare non puoi occuparti del futuro, neppure quando sei stato per quindici anni l’incarnazione della prosperità locale del tuo partito. Nel Pd emiliano è stato l’unico a restare fermo. Troppo forte il suo legame personale con Pierluigi Bersani per consentirgli giravolte senza sputarsi di fronte allo specchio, troppo marcata la sua identità da ex Pci bolognese, una razza a parte, per consentirgli le giravolte effettuate alla velocità della luce da suoi colleghi e sindaci e governatori. I suoi giorni migliori erano finiti con la caduta dell’amico Bersani, da inamovibile pedina di un suo futuro governo in qualunque organigramma possibile e immaginabile a incarnazione vivente del “vecchio” Pd. La mossa delle dimissioni rivela dignità e calcolo in egual misura» (Marco Imarisio) [Cds 9/7/2014].
• Secondo Il Sole 24 Ore nel 2011 era il secondo governatore più amato d’Italia dopo il veneto Luca Zaia, nel 2014 è sceso al quinto posto.
• Insieme a Formigoni fu a capo della protesta delle Regioni contro la manovra Finanziaria 2010. «Come non ricordarsi il duro j’accuse di Errani, in qualità di presidente della Conferenza delle regioni, contro i tagli decisi dal ministro Giulio Tremonti?» (Carlo Russo) [Iog 9/9/2010].
• Sposato con Simonetta. Una figlia, Chiara.