30 maggio 2012
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Biografia di Luciano Erba
• Milano 18 settembre 1922 – Milano 3 agosto 2010. Poeta. Tra le sue raccolte: L’ippopotamo (Einaudi, 1989), L’ipotesi circense (Garzanti, 1995), Nella terra di mezzo (Mondadori, 2000), Un po’ di Repubblica (Interlinea, 2005), Remi in barca (Mondadori, 2006). A lungo professore di Letteratura francese alla Cattolica di Milano.
• Vinse il Premio Bagutta nel 1998 con Il tranviere metafisico (Scheiwiller).
• «Dice di cercare Dio anche quando guarda una foglia agitata dal vento o scruta un particolare. Dice che una vita intera non basta all’uomo per giungere a toccare l’infinito. Dice che la poesia, per lui, è un bussare alle porte dell’assoluto, senza che ci venga data risposta. “Ma deve essere un bussare convinto che la risposta ci sia”. Figura tra le più importanti della letteratura italiana contemporanea» (Pierangelo Giovannetti).
• Al liceo Manzoni ebbe, per un solo anno, il poeta Vittorio Sereni come insegnante. «Da giovane ebbi la complicità di qualcuno che mi prese sul serio. Fu Contini il mio Pietro Giordani, che di Leopardi aveva detto inveni hominem, ho trovato l’uomo. Fu lui che mi spinse a continuare. Ricordo che gli citai gli elogi ricevuti da un altro poeta, e Contini mi consigliò di non seguirlo, quello, perché era un modello negativo per me. Ingenuamente, in seguito riferii a quel poeta quanto Contini mi aveva detto, e fu la gaffe della mia vita. Quel poeta ci rimase malissimo... Ma sì, ora posso anche dirlo, era Vittorio Sereni» (ad Enrico Regazzoni).
• «Dandy com’era, la noia potrebbe non averla più nominata da quando divenne uno stato d’animo alla moda. Pure ne era fasciato, essa non abbandonò mai la sua poesia. Tra i suoi commentatori, il più critico è Pasolini» (Franco Cordelli) [Cds 4/8/2010].
• Vincenzo Mengaldo in Poeti italiani del Novecento parla di Erba come di un esponente di destra della «Linea Lombarda» (della quale faceva parte insieme a Giorgio Orelli, Roberto Rebora, Nelo Risi e Renzo Modesti).
• Dedicò molte delle sue poesie a Milano. «Fu poeta lombardo nella misura in cui accettò, fino in fondo, un fare poesia minima e appartata, strozzata nell’eloquio, antiretorica, nebbiosa, persa e svagata, più che nel centro cittadino milanese, nelle sue periferie povere e meste, nella musica “bassa” delle fabbriche, dei tram, degli umili quartieri» (Andrea Di Consoli) [Rif 5/8/2010].
• Sposato con Mimia; tre figlie (Lucia, Francesca, Caterina).