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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Barbara Ensoli

• Latina 23 gennaio 1960. Immunologa. Capo del laboratorio di Virologia all’Istituto superiore di sanità di Roma. Ha scoperto un vaccino forse capace di bloccare la riproduzione del virus dell’Aids (mediante blocco della proteina Tat). Nonostante decenni di sperimentazioni, il vaccino non è stato ancora prodotto.
• «Laurea in Medicina, a 24 anni, con una tesi sulle Immunodeficienze primitive, ho lavorato con l’immunologo Fernando Aiuti, è lui che mi ha trasmesso il virus febbrile della ricerca, è lì che ho ho conosciuto i miei primi malati di Aids, che ora non ci sono più, e che non posso dimenticare».
• «Lo studio accanito, tutto in verticale, totalizzante, del sistema di difesa, diventa per la Ensoli quasi un’ossessione, si specializza nel sarcoma di Kaposi, un tumore della cute e delle mucose; vince una borsa di studio istituita dall’Airc, Associazione italiana di ricerca sul cancro, vola in America da Robert Gallo (che con Luc Montagnier ha scoperto il virus del secolo), approda al Nih, National Institutes of Health, a Bethesda, nel Maryland» (Andreina De Tomassi).
• «Ero arrivata al top, come si dice. Una bella casa, col giardino, il marito accanto, un figlio, ottimo stipendio. Avevo lavorato tanto, perché una donna, e straniera per giunta, in America lavora il doppio, ero a capo della Sezione di Biologia vascolare, ci occupavamo dei tumori associati all’Aids. Poi, un giorno, mio fratello mi mette sotto il naso un bando di concorso dell’Istituto di sanità. Oddio, l’Italia, le raccomandazioni, i concorsi. Ci ho pensato molto. Poi mi sono detta: perché non si può portare anche nel mio paese quest’eccitazione, quest’energia?».
• Nel 2007 denunciò Aiuti per diffamazione, chiedendo 2,5 milioni di risarcimento danni (lo scienziato aveva criticato le modalità con cui era stata condotta la sperimentazione di fase I del vaccino).
• Le donne: «Sono le nuove pensatrici. La ricerca è sempre più nelle loro mani. Gli uomini, invece, preferiscono la New economy...».
• Duramente criticata nel libro Aids, lo scandalo del vaccino italiano (Feltrinelli, 2012) di Vittorio Agnoletto e Carlo Gnetti, con la prefazione dello stesso Robert Gallo, che aveva lavorato con lei in America.
• Un figlio, Gherardo. «Un figlio ti rende più produttiva. Impari a non buttare un minuto. Impari a focalizzarti. Essere in business significa non perdere mai di vista il goal finale? Allora, essere madre è una marcia in più anche in questo. Esalti al massimo la dote organizzativa» (a Marina Garbesi).