Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Michele Emiliano

• Bari 23 luglio 1959. Politico. Presidente della Regione Puglia (dal 1°giugno 2015). Già sindaco di Bari (2004-2014). Segretario del Pd in Puglia. Magistrato (ufficialmente in aspettativa).
• Appena eletto governatore della Puglia, «ha tentato subito di aprire al Movimento Cinque Stelle: "A loro l’assessorato all’ambiente". E ha aggiunto: "Siamo certi che la politica italiana, lo dico dalle ultime elezioni politiche, possa prendere un indirizzo diverso se il Pd e il M5S si rendono conto fino in fondo del potenziale di cambiamento che in essi è contenuto". Ma dalla candidata grillina sconfitta da Emiliano, Antonella Laricchia, è arrivato un secco rifiuto» [Rep 1/6/2015].
• «Il fascino di Emiliano risiede in quella che si potrebbe chiamare la caratterizzazione della schiettezza. Grande grande, tombolotto, con la faccia piena e l’aria simpatica, è un uomo impetuoso, il che s’inquadra nella psicologia meridionale, e possiede un senso istintivo dell’umorismo nonché un curvo senso del potere. Da pubblico ministero di Bari si fece sindaco della città in cui aveva indagato, abile e ammiccante a ogni istinto, ogni umore, ogni elettorato, da D’Alema a Ingroia e De Magistris, fino a Renzi. Sgominò le gang della sacra corona unita nel gigantesco quartiere Japigia, lì dove poi, da candidato sindaco, bussava a tutte le porte per cercare i voti, proprio lì, nel quartiere al limite della legalità. E mise sotto inchiesta la missione Arcobaleno di Massimo D’Alema, ma poi di D’Alema divenne un beniamino politico. Così come diceva peste e corna di Berlusconi, infiammato da una tensione che lo aveva spinto persino a presentarsi come testimone dell’accusa al processo contro Marcello Dell’Utri, ma da politico seppe invece sorprendere e insidiare carezzevolmente il recinto elettorale della destra, quando nel 2013, di fronte a una piazza in cui avrebbe dovuto parlare il Cavaliere, srotolò un manifestone sulla facciata del comune, con i colori e lo stemma della città: “Caro Silvio, bentornato a Bari”. E così via, fino a marzo del 2015, in clima nazarenico, quando dopo l’assoluzione di Berlusconi in Corte di Cassazione disse che la procura di Milano avrebbe dovuto scusarsi con il Cavaliere» (Salvatore Merlo) [Fog 23/4/2015].
• Da sindaco «si prese diciotto deleghe, non essendo esente, diciamo così, da qualche tentazione di protagonismo. Dettata da quello spirito traducibile soltanto nel veneto “fasso tuto mi”» (Gian Antonio Stella).
• Nel 2013 firmò un’ordinanza che vietava di «sostare in strada con atteggiamento di sfida, presidio o vendetta», pena una multa compresa tra i 25 e i 500 euro.
• Nel marzo 2008 organizzò la Giornata della memoria per le vittime della mafia con don Ciotti e l’associazione Libera.
• Suggerì al Pd un’organizzazione simile ad al Qaeda: «Orizzontale. Ogni gruppo autonomo e capace di autoespandersi all’infinito. Come una cellula del corpo umano. La gerarchia verticale non serve. I partiti finora si sono organizzati come Cosa nostra».
• Nel 2012 emersero dei rapporti di vicinanza con gli imprenditori De Gennaro, coinvolti in un’inchiesta della Procura di Bari sugli appalti affidati alla loro società di costruzioni Dec. Il sindaco finì nell’occhio del ciclone per aver accettato anni prima un ingente regalo in pesce da parte degli imprenditori. Chiese scusa per l’errore politico: «Non ho tenuto distinta la politica dall’imprenditoria. Ma se qualcuno pensa di potermi mandare a casa solo per qualche chilo di pesce e cozze pelose, si sbaglia: rimarremo qui consapevoli degli errori commessi, con la determinazione che solo le persone perbene riescono a mettere insieme».
• Il sondaggio Governance Poll del Sole 24 Ore lo collocò al terzo posto tra i sindaci più amati d’Italia nel 2012 e al secondo nel 2013.
• Per qualche tempo renziano, neppure una settimana dopo l’insediamento del Rottamatore a Palazzo Chigi giunse a definirlo «Matteo Bonaparte»: «Renzi, come energia e come voglia di cambiare il paese, ricorda il primo Napoleone, e non mi stupirei se quella che è cominciata la scorsa settimana fosse la prima tappa di un nuovo ventennio. (…) Un sindaco al governo è l’unico modo per far marciare il governo e la forza di un sindaco al governo che non conosce bene la macchina è quella di fottersene della macchina, di fottersene degli ingranaggi e di fare politica anche con un pizzico di incoscienza» (a Claudio Cerasa) [Fog 28/2/2014]. Dopo che, però, Emiliano ebbe visto sfumare prima la prospettiva di un ruolo nel nuovo governo e poi, all’ultimo momento, persino il posto di capolista del Pd per il Sud alle Europee 2014 (a vantaggio di Pina Picierno, preferitagli da Renzi in quanto donna), il rapporto tra i due s’è fatto assai più teso, e persino competitivo: «Col bimbaccio di Rignano sull’Arno la guerra per ora è a tweet e schicchere. Dicono che Emiliano si immagini suo successore, tanto da mettergli un dito nell’occhio persino sulla riforma della scuola: “Io non devo niente a nessuno. Ma Renzi lo sostengo con lealtà, è un Napoleone della politica. E io voglio governare la Puglia cinque anni”. Cinque, attenzione. Un mandato, poi vedrà» (Goffredo Buccini) [Cds 22/5/2015].
• «Emiliano non molla. Mai. “Poche idee ma lottatore formidabile”, ammettono anche i nemici. Sul gippone ha una scritta: “I politici non sono tutti uguali”. Ringhia: “Vacci in giro a Napoli con uno slogan così e vedi che ti fanno!”. La sua gente la rampogna, la piglia a mazzate, la perdona. Se davanti gli passa un ceffo in moto, gli strilla: “Il cascooo!”. Capita che quello, suo vecchio imputato, si giri e lo riconosca, “scusate, dotto’”. Michele lo guarda come plancton, un sorriso e si pappa pure lui» [ibidem].
• Sposato con Elena, avvocato. Tre figli (Giovanni, Francesca, Pietro).