30 maggio 2012
Tags : Leo Gullotta
Biografia di Leo Gullotta
• (Salvatore) Catania 9 gennaio 1946. Attore. Tra i suoi film: Mi manda Picone (Loy, 1984, Nastro d’argento miglior attore non protagonista), Il camorrista (Tornatore, 1987, David di Donatello non protagonista), Il carniere (Zaccaro, 1997, David non protagonista), Un uomo perbene (Zaccaro, 1999, David non protagonista), Vajont - La diga del disonore (Martinelli 2002, Nastro non protagonista), Baaria - La porta del vento (Tornatore 2008), Il padre e lo straniero (Ricky Tognazzi, 2010). Ultima apparizione a teatro in Prima del silenzio di Giuseppe Patroni Griffi. «Essere gay o no che vuol dire? È come voler definire la fame, l’amore, la disperazione».
• Lunga militanza nella compagnia del Teatro Stabile di Catania (con Turi Ferro e Salvo Randone), nel 1979 si trasferì a Roma e cominciò a lavorare in televisione raggiungendo il grande successo con i varietà del Bagaglino trasmessi da Rai e reti Fininvest: Biberon (1989), Crème caramel (1991), Bucce di banana (1994) ecc. Appare in fiction televisive di successo: Cuore (2002), Il Bell’Antonio (2004), La stella dei re (2007) ecc. Anche doppiatore, è il mammut Manny in L’era glaciale e L’era glaciale 2 - Il disgelo. Dalla scomparsa di Oreste Lionello (2009) presta la voce a Woody Allen. Noto per la pubblicità dei torroncini («Condorelli? Un vero piacere...») e per il personaggio della signora Leonida, «un capolavoro del travestitismo e al tempo stesso del trasformismo» (Francesco Merlo).
• «Nobilmente siciliano. La fama cinematografica e televisiva non lo ha guastato. Riconosce nella scena il primo amore» (Rita Sala).
• «Recito da oltre quarant’anni e non sono stanco. Guardo avanti, osservo i maestri e cerco di diventare migliore, più giusto, artisticamente più potente. Non si può buttar via nulla dell’essere attori, non una scheggia, non un’ombra, non una piccola emozione o una sfumatura. Servono persino gli errori e le loro conseguenze».
• Nel 1995 raccontò di essere gay. «La sua omosessualità le è mai stata di ostacolo? "Solo una volta. La Rai voleva fare una fiction su Don Puglisi e aveva scelto me per il ruolo del protagonista. Poi la Chiesa cominciò a parlare di beatificarlo e i funzionari della tv di Stato, più realisti del re, mi tolsero la parte. Non era bello che un gay facesse un santo"» (a Simonetta Robiony) [La Stampa, 7/1/2011].
• «Ho avuto una fanciullezza eterosessuale. Quando ho deciso di provare un altro sapore, avevo 30 anni, più che grandicello. Nessuno mi ha chiesto niente, a casa. Mio padre, operaio, aveva i piedi per terra, umanità, sapeva ascoltare. È rimasto tra noi lo stesso affetto, evidentemente c’erano dei valori».
• Del 1998 il suo libro Mille fili d’erba (Di Renzo Editore).
• Da sempre vicino alle posizioni di Rifondazione, ha condiviso la scelta della Sinistra l’Arcobaleno.