30 maggio 2012
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Biografia di Monica Guerritore
• Roma 5 gennaio 1958. Attrice. Protagonista del film di Ferzan Ozpetek Un giorno perfetto (2008). Fece scalpore al cinema con Fotografando Patrizia (1984), Scandalosa Gilda (1985), La lupa (1995), Femmina (1998), e in teatro con le sue Madame Bovary, Carmen e la Signora delle camelie. Dal 2011 al 2013 ha portato nei teatri Mi chiedete di parlare, un testo su Oriana Fallaci (1929-2006), da lei scritto e interpretato. «Nel cinema dicono che sono un’attrice di teatro e in teatro di cinema. Sono fuori da ogni contesto e questa è la verità». Anche molta tv, da ultimo nelle fiction di Raiuno Exodus - Il sogno di Ada (2006) e Fuga da Marlene (2007). Nel 2013 vista in Trilussa (regia di Lodovico Gasparini) nel ruolo di Rosaria Tomei detta Rosa, la popolana che stette accanto al poeta per tutta la vita e che, alla morte di lui, sfrattata, morì, nemmeno cinquantenne, povera e sola in un letto dell’ospedale San Camillo di Roma.
• «Le mie prime comparsate sono nate come divertimento: ero amica di Christian De Sica e suo padre Vittorio prese questi ragazzetti che gli giravano per casa e li fece debuttare in un film (Una breve vacanza, 1973, ndr)» (a Carola Uber) [Chi 28/12/2011].
• «Giorgio Strehler l’aveva scelta appena diciassettenne per la parte di Ania nel Giardino dei ciliegi. “In verità non pensavo al teatro: dovevo andare in montagna e da Roma partii per Milano. Già che c’ero accompagnai una mia amica che tentava il provino al Piccolo. Strehler mi vide, mi fece qualche domanda, ma il mio nome non era in lista, così quando me ne andai nessuno sapeva chi fossi. Misero un’inserzione sul giornale per ritrovare ‘la ragazza romana che somiglia alla Bergman’. Allora non sapevo neppure chi fosse Ania, e Strehler mi diede dell’ignorante”.
• «A diciotto anni debuttai in tv con la Manon di Bolchi. Quando poi a teatro, nel Giardino dei ciliegi, il pubblico accolse con un’ovazione me, che ero nessuno, invece della grande Valentina Cortese, giurai che non avrei più fatto tv. E per vent’anni ho mantenuto la promessa» (a Paolo Scotti) [Gnr 30/12/2011].
• Ragazzina di famiglia altoborghese, chiacchierata per la sua storia col figlio del presidente Leone e con Giancarlo Giannini, un oggetto erotico nell’immaginario degli italiani» (Patrizia Carrano). L’amore con Giannini è stato molto tormentato: «Per lui piansi molto. Lo rividi sul set de La lupa, nel ruolo di un prete pazzo di desiderio per me e in una scena d’amore gli feci fare involontariamente un ruzzolone che gli provocò la rottura di due costole. Mi dispiacque, ma fino a un certo punto, tanto che il giorno dopo gli dissi ridendo: “Dopo diciassette anni finalmente mi sono vendicata!”».
• A lungo (1981-2001) legata sentimentalmente all’attore-regista Gabriele Lavia, conosciuto ne I masnadieri «Restai senza fiato a guardare questo matto coi capelli rossi che recitava con una violenza, una passione, una modernità mai viste», divenuto anche suo mentore artistico: «Mi ha aiutata a diventare donna, madre e attrice» (ad Alain Elkann). Due figlie con Lavia, Maria e Lucia.
• Nel 2010 si è sposata con Roberto Zaccaria, ex presidente della Rai e, fino al 2013, parlamentare del Pd. Abitano in due appartamenti contigui «per preservare i nostri spazi di libertà, ma non siamo una coppia aperta e non ci perdoneremmo una scappatella».
• Nel 2007 alle primarie del Pd sostenne Rosy Bindi (ma qualche mese prima fece da madrina al Gay Pride).
• Ha raccontato di essersi letteralmente buttata fra le braccia di Umberto Veronesi quando le hanno diagnosticato un carcinoma al seno. Adesso è testimonial dell’Istituto europeo di oncologia («è facile scoprire e superare, seguendo certe procedure»).
• Nel 2010 ha pubblicato da Mondadori la sua autobiografia, La forza del cuore.
• Nel 2014 ha vinto una causa contro il settimanale Panorama che due anni prima l’aveva accusata di essersi sottoposta ad un trattamento di chirurgia estetica per cancellare i segni dell’età «Quando accetti di risistemarti con il bisturi sposti il tuo sguardo e quello degli altri dagli occhi ad altrove. E perdi. E poi se accorci il viso da un lato ecco che penderà dall’altro, se tiri da un parte subito un nuovo pezzo cederà. Il corpo invece può invecchiare in armonia e sono curiosa di sapere come sarò a 60 anni, perché voglio vivere le mie età e non rimanere fissata in una sola. Anche per questo in casa non ci sono mie fotografie» (a Alessandra Di Pietro) [Gia 24/2/1010].
• Presidente della giuria del premio Campiello, considera Delitto e Castigo il grande e intramontabile classico della letteratura.
• «Bella, spregiudicata, spavalda, aggressiva e trasgressiva. Una creatura irrefrenabile, che osa per il gusto di farlo, una con così tante certezze da riuscire a spiazzare gli altri. Era così, Monica Guerritore a vent’anni, forse anche a trenta. Oggi è ancora bellissima, quella bellezza rara che coniuga aspetto, interiorità e, per fortuna, voglia di ironia. Ha sotterrato l’ascia della guerra privata in nome dell’affermazione e, sicura e consapevole in maniera diversa da un tempo, può finalmente permettersi il lusso, dice, della leggerezza. (…) “Sono cambiata. Una volta credevo che fosse fondamentale affermare la drammaticità. Ora so che gli eroi non sono solo quelli di Eschilo, di Euripide, ma le persone comuni, invisibili, come il John Doe di Capra. Ora leggo i copioni con quella levità che perfettamente si coniuga con la profondità. E’ qualcosa che si acquisisce con il tempo, evolvendosi» (Micaela Urbano) [Mes 21/12/2011].