30 maggio 2012
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Biografia di Giuseppe Guarino
• Napoli 15 novembre 1922. Avvocato. Ministro delle Finanze nel Fanfani VI (1987), dell’Industria nell’Amato I (1992-1993), deputato dc nella X legislatura (1987-1992). Eurocritico.
• «Il giurista Giuseppe Guarino ha un chiodo fisso: come allentare il cappio del debito pubblico» (Massimo Mucchetti).
• Superlegale in Diritto amministrativo, superconsulente, ex superprofessore, decine di volte consigliere di società pubbliche. «Non è figlio d’arte. Il nonno ha una conceria a Solofra, nell’avellinese. Suo padre la trasferisce a Napoli. A 11 anni resta orfano. Fa tutto in fretta. Si laurea ed entra in Università. Il primo incarico è a Sassari. Il suo primo assistente è Francesco Cossiga. In accademia cambia cinque volte sede e tre volte materia. Con lui studiano, fra gli altri, Luigi Berlinguer, Cesare Salvi e Pellegrino Capaldo. Il suo studio diventa grandissimo e lo rende ricco» (Sergio Bocconi).
• «Si iscrisse a Legge prendendo tutti 30 e lode, finché non si imbatté nel titolare di Diritto ecclesiastico. Costui si era fitto in capo di non dare mai la lode e di abbassare il voto a chi gliela chiedeva. Giuseppe affrontò l’esame ed ebbe 30. Volendo la lode, chiese una domanda in più. Subito, il prof gli abbassò il voto a 29. Alle proteste, lo portò a 23. Il giovanotto andò in lacrime dal preside di Facoltà, Alfonso Tesauro, noto costituzionalista. Tesauro si intenerì, negoziò col collega e ottenne che si ritornasse al 29. Poi, prese sotto la sua ala quel caparbio discendente di conciatori mettendolo in cattedra a 25 anni» (Giancarlo Perna).
• Fin dal gennaio 2006 (audizione in Senato) propone una riduzione del debito pubblico mediante la creazione di una Debiti spa nella quale mettere beni italiani per 465 miliardi, vendere sul mercato le azioni di questa Debiti, ridurre a un migliaio di miliardi il debito pubblico (il 75% del pil), pagare quindi una ventina di miliardi di meno sugli interessi, adoperare le nuove risorse per avviare lo sviluppo. Molto apprezzata da Morando, a questa soluzione ha alluso, senza però farla esplicitamente propria, anche Veltroni, alla vigilia delle primarie che lo avrebbero eletto segretario del Pd (ottobre 2007). Nel marzo 2008 Guarino è tornato sull’argomento con un articolo per il Manifesto: «La parte del debito pubblico superiore al 60% (quota che secondo le regole di Maastricht non dovrebbe essere superata) comporta per l’Italia un esborso per interessi di circa 30 miliardi di euro l’anno; metà della somma va all’estero e senza questa spesa vi sarebbero ogni anno circa 30 miliardi da destinare all’economia. Inversamente, fino a quando il peso degli interessi sulla quota del debito che supera il 60% non verrà azzerata, mancheranno risorse per qualsiasi cosa, si litigherà per aver qualcosa di più, ma resteranno tutti con un pugno di mosche». Sul valore del patrimonio italiano vedi anche Giulio Tremonti.
• «Di una cosa posso dirmi orgoglioso: fu Francesco De Martino a definirmi “ottimo, ma troppo indipendente”».
• «Sono come un medico, e mi limito a esporre la diagnosi, non voglio consigliare ricette. Il problema è che in troppi, anche tra i miei amici e colleghi, nemmeno mi contraddicono. L’atteggiamento è quello dei pazienti che non vogliono sentirsi dire la verità dal loro dottore» [Fog 11/12/2012]. «La malata è l’Europa e la causa della patologia la disciplina giuridica dell’Eurozona e dell’Ue».
• «Di chiunque abbia novant’anni, come li ha Giuseppe Guarino, classe 1922, ci si limita a tirare le somme, parlandone al passato. (…) Siamo invece obbligati a parlare di Guarino al presente e anzi a rincorrerlo nella sua alluvionale produzione a dispetto dell’età. Se cliccate internet lo vedete in cento salse su Youtube tra giovani che ammaestra a non cadere in luoghi comuni tipo, “l’euro è irreversibile”; sfogliate i giornali e trovate interviste in cui ci ammonisce – lui archeo europeista, vicino al padre fondatore, Altiero Spinelli – sui guasti prodotti da questa Europa» (Giancarlo Perna) [Gio 10/12/2012].
• Nell’ottobre 2013 ha pubblicato sul suo sito personale Un saggio di verità sull’Europa e sull’euro (riportato a puntate dal Foglio) in cui sostiene che col lancio dell’euro ci fu un golpe, perché il regolamento 1466/97 violò il Trattato di Maastricht.
• Ultimi libri: I soldi della guerra (Mondadori, 2003), L’uomo-istituzione (Laterza, 2005), Eurosistema. Analisi e prospettive(Giuffrè, 2006), Ratificare Lisbona? (Passigli, 2008), La figura e l’opera di Guido Carli (Bollati Boringhieri, 2009), Salvare l’Europa, salvare l’euro (Passigli Editori, 2013).