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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Michele Guardì

• (Michelangelo Guardì) Casteltermini (Agrigento) 5 giugno 1943. Autore e regista tv. Inventore, tra gli altri, dei programmi I fatti vostri (1990), Mattina in Famiglia (1991), Scommettiamo che... (1991, format pagato ai tedeschi 90 milioni di tasca sua). È la voce del “Comitato” (I fatti vostri poi Piazza Grande, chiusa nel 2008 per far posto a Diretta sul Due con Milo Infante e regia sempre di Guardì per indine ritornare a I fatti vostri dal 2009), ideatore del tormentone del «vaso cinese». Nel 2010 mette in scena il musical I promessi sposi trasmesso in prima serata su RaiUno. Da ultimo tra gli autori di Unomattina in famiglia. Ha inoltre ideato e diretto Il lotto alle otto e tutte le edizioni di Telethon. «Mi considero un attento telespettatore con uso di regia».
• Studente di Giurisprudenza a Palermo (è avvocato cassazionista), nei primi anni Sessanta organizzava spettacolini col cugino Enzo Di Pisa, laureando in Medicina: «Durante il liceo avevano trasformato il cinema di Casteltermini in un teatro di varietà abbattendo il muro calcinato di bianco che separava la platea dal palcoscenico. Le pellicole a quell’epoca si proiettavano sui muri e non sugli schermi di stoffa perché la gente nei momenti culminanti aveva l’abitudine di tirare scarpe, bottiglie e oggetti di ogni genere contro i cattivi del film, per esempio uno che in Sicilia s’è preso centinaia di scarpate è l’attore Paul Müller, il cattivo dei film di Amedeo Nazzari» (Giorgio Dell’Arti).
• Dopo la laurea (tesi su Il segreto istruttorio nel processo penale, voto 110 e lode), Guardì rilevò dei locali nel centro di Agrigento per farci un cabaret. Ancora con il sodale Di Pisa, la loro fama raggiunse Biagio Scrimizzi che gli commissionò qualche testo per il varietà radiofonico regionale della domenica pomeriggio intitolato Il fico d’India. Inserito nel programma l’attore Tano Musumeci, questi gli presentò Pippo Baudo che li mise a scrivere i testi del varietà comico Secondo noi, prima tappa della carriera in Rai. Di Pisa morì il 23 dicembre 1978 sul Dc9 precipitato a Punta Raisi (con sé la moglie e il figlio).
• Già consigliere comunale della Dc, fanfaniano della corrente di Gaetano Trincanato, gran simpatia – ricambiata – per Andreotti, Guardì ha fatto carriera all’ombra del potentissimo vicedirettore generale della Rai Giovanni Salvi, anello di congiunzione con i socialisti che intimandogli di dare il maggior spazio possibile a Moira Caradonna, prima trapiantata di cuore in Italia, gli diede l’idea di ospitare in tv la gente, portata poi alle estreme conseguenze con I fatti vostri.
• «Ultimo cavallo di razza della grande televisione nazionalpopolare dc» (Paolo Martini), «è un “grande papà” di programmi innovativi e di successo che poi sono stati scopiazzati, clonati, rivisitati (“ma la gente sa ben distinguere fra vero e falso”, dice lui)» (Patrizia Saladini).
• «Mai dare la sensazione ai telespettatori che si è più colti di loro. Li metti in ansia invece di tirare fuori la loro anima giocherellona, carina e umana. Questo ho sempre cercato di fare, questa è la ragione della mia fortuna».
• «Mi piaceva Beniamino Placido, uno che scriveva malissimo di me. Diceva che ero ignorante. Abitava vicino a casa mia. Un giorno mi presentai da lui e gli dissi: “Eccomi. Vuole parlare di Kant?”» (a Claudio Sabelli Fioretti).
• Laura Bariales: «Nessuno mai mi ha fatto piangere così. È un dittatore ma dice le cose in faccia. Mi aveva visto a Scorie con Sergio Friscia (…). Chiamano il mio agente: non mi pagavano. Era una prova per vedere se ero attaccata ai soldi o se amavo questo lavoro. Ottenni subito la conduzione di Mezzogiorno in famiglia. Con Guardì mangi un panino tutta la vita ma mai una bistecca...» (A, novembre 2012)
• Hanno scritto un libro su di lui Il comitato sai che fa? (Tiziana Lupi e Lucia Macale, GS, 1999). è vicepresidente della Fondazione Teatro Pirandello Valle dei Templi.
• Circa due milioni di euro la cifra che Guardì si porta a casa ogni anno di diritti Siae, più di Vasco Rossi e Ligabue (Luisa Cassarà). [balarm.it]
• Esperto del gioco, nel 2013 è finito nei guai con il vicinato per avere affittato alla Sisal due piani di un edificio di via Vespasiano 23, vicino alle Mura vaticane e a Porta Santa Rosa, con vista sul Palazzo Apostolico. I residenti sono scesi in guerra contro la prospettiva di ritrovarsi con un vero e proprio casinò, dopo che già l’apertura della Sala Scommesse qualche tempo fa ha richiamato in zona schiere di giocatori incalliti, strozzini, ubriachi e trafficanti di vario genere.
• Sposato con Rita, un figlio psicologo (Alessandro).