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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Divo Gronchi

• Pisa 21 gennaio 1939. Banchiere. Direttore generale della Cassa di risparmio di San Miniato (dal 18 ottobre 2011). Già due volte amministratore delegato della Banca Popolare di Vicenza. Ex direttore generale della Bpi, che ha gestito dopo l’uscita di Fiorani.
• «Una carriera culminata a Siena, dove tra il 1996 e il 2000 rivestì la carica di direttore generale. In seguito Gronchi non si trovò in linea con l’arrivo di Vincenzo De Bustis, che portava in dote la Banca del Salento (rinominata Banca 121) e si trasferì alla corte di Gianni Zonin, come direttore generale della Banca Popolare di Vicenza, sempre come capo della struttura operativa. Tra gli avi di Gronchi, Giovanni, politico democristiano di origini toscane eletto presidente della Repubblica nel 1955» (Andrea Greco).
• Appare come l’unico manager capace di andare d’accordo con il presidente Zonin. «Nessun segreto. Forse dipende anche dal fatto che dopo tanti anni in banca, e ad agosto saranno cinquanta, mi diverto ancora» (a Stefano Righi).
• Il 31 ottobre 2011 è stato assolto in primo grado dal Tribunale di Milano nel processo sulla scalata Unipol-Bnl cominciata nell’estate 2005 (vedi Stefano Ricucci). I pm hanno deciso di non ricorrere contro la sentenza.
• Nel dicembre 2013 indagato dalla magistratura di Lodi per dichiarazione fraudolenta: come amministratore di Banca Popolare Italiana avrebbe dedotto dagli utili 54 milioni di euro, spesi per le operazioni (giudicate poi illecite) inerenti la scalata Bpi-Antonveneta. «Per essere sicuro di ciò che faceva, Divo Gronchi, ai tempi amministratore della banca, aveva addirittura chiesto un parere allo studio non di un tributarista qualunque, ma di Giulio Tremonti. Pur di fronte al nome del suo vecchio “capo”, l’Agenzia delle Entrate non vuole sentirci e chiede alla banca, ora finita sotto il cappello dei veronesi, di restituire al Fisco quei 54 milioni di spese che il Banco Popolare ha dedotto per il riacquisto delle partecipazioni di minoranza della banca lodigiana, per la svalutazione dei crediti all’immobiliarista Stefano Ricucci (Gruppo Magiste) o per quelli di Deutsche Bank. La questione è finita sotto la lente della magistratura di Lodi che accusa Gronchi di dichiarazione fraudolenta» (Walter Galbiati) [Rep 11/12/2013].
• A fine 2013 indicato come possibile successore di Alessandro Profumo al timone di Mps, nonostante avesse già rifiutato di dirigerne la Fondazione.