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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Beppe Grillo

• (Giuseppe) Genova 21 luglio 1948. Comico. Politico. Comico che fa politica con la comicità e ha inventato i “vaffa day”, raduni di folle che «mandano affanculo» i potenti del Paese. Prima i politici, poi i giornalisti. Grande successo.
• «Non posso candidarmi perché vincerei io. E io sono per la dittatura». Scoperto da Pippo Baudo mentre faceva cabaret, nel 1977 esordì in tv con Secondo voi, poi Luna Park e Fantastico (1979), Te la do io l’America (1981), Te lo do io il Brasile (1984). Nell’86, impegnato in Fantastico 7, attaccò i socialisti (Craxi) e fu bandito dalla tv. Diventato testimonial di yogurt, una partecipazione al Festival di Sanremo dell’89, s’è poi trasformato nell’«unico predicatore capace di riunire l’Italia davanti alla tv» per diffondere infine il suo messaggio attraverso Internet (cui continua ad affiancare l’esibizione in monologhi teatrali). Già tra gli “eroi europei del 2005” di Time (con Silvana Fucito), nel 2008 il magazine del quotidiano britannico Observer mise il suo blog www.beppegrillo.it (nato il 26 gennaio 2005) al nono posto tra i più potenti del mondo (tra i top 25 anche per Time che lo definì «un esempio di indignazione politica che supera le barriere linguistiche»).
• «Da bambino, Grillo eseguiva numeri comici e musicali per la sua famiglia. “Beppe cantava e suonava la sua chitarra, lanciando urli alla James Brown”, ricorda suo fratello Andrea. “E nostro padre diceva: sembra una bestia! Durante la cena, veniva a tavola cantando come Ray Charles e indossando grossi occhiali scuri, oppure faceva finta di fumare un enorme spinello. Nostra madre rideva a crepapelle, ma papà le diceva: “Tuo figlio è un idiota. Guarda le stupidaggini che fa invece di studiare come dovrebbe”».
• «Nel 1975, durante un ritiro aziendale in Toscana, i colleghi gli trovarono una chitarra e gli chiesero di esibirsi. Il proprietario della Panfin gli fece i complimenti e lo invitò a sedersi al suo tavolo. Diversi giorni più tardi, arrivò una lettera della Panfin, e Grillo radunò i suoi genitori e suo fratello intorno al tavolo da pranzo prima di aprirla. “Gli avevo detto del successo che avevo avuto, di come ero piaciuto al capo, di come ero sicuro che mi avrebbe affidato un’intera linea di jeans da vendere. Aprii la busta lentamente e tirai fuori la lettera, che invece diceva: “Sei licenziato”. Avendo visto come trascorrevo le mie serate, il capo riteneva che non avrei mai potuto dare il meglio come venditore alle 8 del mattino. Allora presi lo scatolone del campionario e lo scaraventai dalla finestra. Cadde giù per undici piani e, quando colpì la strada, esplose come una bomba”» (Tom Mueller, Vanity Fair).
• Pippo Baudo: «Un paio di amici m’avevano detto: a Milano, in Corso Sempione, in un locale che si chiama la Bullona, si esibisce un certo Beppe Grillo. Non è male, dagli un’occhiata. Vado, una sera. Ma appena entro, m’accorgo d’essere l’unico spettatore. C’ero solo io. Così, quando lui compare sul piccolo palco, gli dico: senta Grillo, mi spiace, ma non fa niente, torno un’altra volta. Invece lui scende, mi si avvicina e mi fa: scherza? Io lo spettacolo lo faccio ugualmente. Due ore strepitose. Io e lui. Rimasi letteralmente scioccato dalla sua bravura. Una settimana dopo, gli feci fare un provino negli studi Rai, davanti a un pubblico vero. E anche lì andò fortissimo, sebbene i dirigenti dell’epoca si fossero dimenticati di far entrare in funzione le telecamere. Pochi mesi dopo, me lo portai a fare Secondo voi, il programma legato alla Lotteria di Capodanno» (da un’intervista di Fabrizio Roncone).
• Nel 1986 Bettino Craxi, allora presidente del Consiglio, era in visita in Cina e Grillo fece una battuta su Claudio Martelli che chiedeva al leader del partito: «Ma se qui sono tutti socialisti, a chi rubano?». Il comico venne bandito dalla Rai. Il ritorno nel 93, dopo le dimissioni di Craxi da segretario del Partito socialista.
• «In trent’anni di carriera, ha spostato l’asse della satira sociale dai “luoghi comuni delle persone” al “giornalismo politico”. Oggi, le sue “elucubrazioni” riguardano i salari, l’ecologia, la religione. E non risparmiano nessuno. Dichiara che il suo è “giornalismo camuffato”, la cui ricetta è: lettura di libri, giornali, ricerca on-line e tanta passione. Poi, si lascia riposare per “sette-otto mesi e dopo si riprende il tutto, lasciando spazio all’improvvisazione”. In questo modo, Grillo è diventato quasi un esperto finanziario, tanto da aver “anticipato” lo scandalo Parmalat prima che diventasse di dominio pubblico» (Geraldina Colotti).
• «I suoi spettacoli sono un’ondata di notizie multicolor, frullate con battute dirompenti, improperi irripetibili e seriosi consigli per la salute. Ormai è una specie di sacerdote della controinformazione. Che ha scelto il teatro per non dover fare compromessi con la televisione» (Vittorio Zincone).
• «Io faccio un lavoro sano, vado a documentarmi, faccio tre mesi di tournée e otto mesi di ricerca, perché mi piace. Se la verità non ci fosse più, ci sarebbe solo l’anarchia, e chi avesse più mezzi, più soldi, avrebbe più potere. Ma c’è, una verità».
• «Prendere in giro Berlusconi o D’Alema non mi interessa, è una cosa che mi può scappare così, improvvisando, ma non mi diverte nemmeno più, da anni».
• «Perché dovrei tornare in tv per un’ora? O si cambia tutto, o non si può che peggiorarla. E per cambiare bisogna mandare a casa i mostri sacri, i finti geni. Per esempio, Maurizio Costanzo. Si crede un grande artefice, invece fa sempre la stessa solfa» (a Marco Travaglio).
• «Sono almeno centomila al giorno: si collegano al blog del comico e immaginano il pianeta ripulito dalle mafie, salvato dalle speculazioni finanziarie, con multinazionali del farmaco dedite alla filantropia e amministratori locali col pollice verde. Mediamente, ogni riflessione o proposta di Grillo viene commentata un migliaio di volte. La potenza di questo nuovo tribuno si calcola col moltiplicarsi degli “Amici di Beppe Grillo”, i neocarbonari dell’antiglobalizzazione» (Mattia Feltri).
• «Ho messo su una piccola P2 sobria e trasparente. La piduina degli agrillati (sulla P2 vedi GELLI Licio - ndr). È una rete di meet-up già presente in molte città. Sa cosa sono i meetup? Gruppi di persone che si incontrano per fare concretamente le cose di cui hanno parlato in un blog. A Napoli contro la privatizzazione dell’acqua. A Rimini contro l’inceneritore. A Milano per difendere il Bosco Gioia». Apoteosi col “Vaffa day” dell’8 settembre 2007: 300 mila persone radunate in varie città e collegate via Internet, clou a Bologna. Nell’occasione dichiara: «Io non ho meriti, sono solo il detonatore. I politici parlano di abusivi, di lavavetri, di parcheggiatori, ma i veri abusivi sono loro. Perfino la mafia è stata corrotta dalla politica». Scopo della manifestazione: firmare per una legge che proibisca di restare alla Camera o al Senato per più di due legislature, che impedisca l’accesso in Parlamento ai condannati in via definitiva, che consenta l’elezione diretta di deputati e senatori. A parte l’adesione popolare, dagli opinionisti piovono critiche: «La cosa peggiore del “Vaffanculo Day” era il titolo, che dietro l’ammicco “comico” contiene tutta la colpevole vaghezza del populismo (...) Ed è proprio questa la debolezza di Grillo: l’indeterminato mugugno contro un “sistema” che contiene al suo interno diseguali responsabilità e diseguali idee rispetto agli assetti sociali, culturali, politici e istituzionali» (Michele Serra).
• La regola di non ammettere in Parlamento i condannati in via definitiva escluderebbe lo stesso Grillo: il 7 dicembre 1981 (non 1980 come riferito nel suo blog) porta una famiglia di amici sul Col di Tenda, ma all’altezza di Bec Rouge la Chevrolet Blazer che sta guidando slitta su un ruscello ghiacciato e precipita per 80 metri nella valle. I coniugi che sono con lui, Renzo Giberti e Rossana Guastapellie, e il loro figlio di 8 anni, Francesco, muoiono sul colpo. Condannato in via definitiva a quattro mesi nel 1985.
• Grande successo anche in occasione del secondo “Vaffa day”, il 25 aprile 2008, contro la “casta dei giornalisti” (raccolse le firme per un altro referendum: abolizione dell’Ordine dei giornalisti, cancellazione del finanziamento pubblico all’editoria, eliminazione della legge Gasparri sulle radiotelevisioni).
• Meno brillanti i risultati elettorali delle liste comunali patrocinate nelle elezioni 2008. Grillo appoggiava candidati che rispondessero a requisiti minimi, tra cui non essere iscritti a partiti ed essere incensurati).
• «Ho delle buone fonti. Wolfgang Sachs e tutto il Wuppertal Institut, certo: i più grandi sociologi europei, che da anni stanno demolendo il vecchio e ormai micidiale mito del Lavoro, e dimostrano, dati alla mano, che il lavoro, così come lo concepiamo noi, in funzione del Pil, ormai non produce più ricchezza, ma miseria. E noi qui a far casino sull’articolo 18. Oppure Domenighetti, che è praticamente il ministro della Sanità del Canton Ticino: persona straordinaria già per il semplice fatto che resista a vivere lì, e che mi fa avere tutto il materiale scientifico aggiornato sulla salute, che è molto diverso da quello che leggiamo sui giornali».
• «Passo ore in libreria. Sono un appassionato di Ernst Ulrich von Weizsäcker, l’inventore del Fattore 4, quello per cui si raddoppia il benessere dimezzando il prelievo delle risorse naturali. Leggo spesso Amory Lovins, scienziato che ha ideato il Negawatt (una tecnica per risparmiare energia elettrica) e Günter Pauli, teorico del riciclo. Del filosofo Remo Bodei non mi perdo neanche un libro e ho grande stima del sociologo Domenico De Masi. Apprezzo molto anche il settimanale Internazionale, uno dei pochi in Italia che ha un occhio sul mondo».
• Nel 2008, dopo tante critiche agli stipendi dei politici, fece discutere la sua dichiarazione dei redditi, messa in rete all’improvviso da Brunetta con tutte le altre: nel 2006 «un reddito imponibile di 4.272.591 euro, 20 volte quello del presidente del Consiglio uscente» (Panorama). Sul blog giunsero quel giorni molti messaggi delusi («sei come tutti gli altri» ecc.). «Beppe Grillo non piace solo perché è contro e dice sempre no. Grillo si è potuto permettere di dire che le recenti elezioni erano “incostituzionali” e che l’unica risposta al “veltrusconismo” era l’astensione, perché forte di un lungo e coerente percorso di satira. Di controinformazione. Di attenzione meticolosa all’ambiente, all’informazione, all’economia: tutto ciò che ritiene, in una macroconcezione quasi avanguardistica, la vera politica. Che non è (più) la (per lui) superata divisione tra sinistra e destra, ma casomai, nel solito impeto di personalismo, una sperequazione manichea, senza possibilità di mediazione, tra bene e male, laddove il “bene” è lui (o ciò in cui crede lui) e il male è il potere genericamente inteso, e puntualmente nefasto» (Andrea Scanzi in Ve lo do io Beppe Grillo, Mondadori, 2008).
• Nel 2007 pubblicò il libro Schiavi moderni. Il precario nell’Italia delle meraviglie (Casaleggio Associati). Ichino criticò fortemente il libro, invitando Grillo a un dibattito pubblico. Il comico ha trovato fino ad ora il modo di evitarlo.
• È stato il primo privato a vendere energia elettrica all’Enel: nella villa di Sant’Ilario, alture di Nervi, è stato installato il primo impianto fotovoltaico da due kilowatt allacciato alla rete Enel: «Abbiamo un contatore che gira al contrario. È una cosa stupenda. Ci mettiamo lì davanti, con tutta la famiglia a guardarlo, come si fa con la tv. È una esperienza che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita. Questo è il vero investimento per la ricerca sul cancro: non più caldaie che bruciano carbone e petrolio».
• «La comicità di Grillo ha sempre avuto un solo registro, il sospetto che il resto del mondo stia al mondo per fregarlo: punto di vista arcigno, alla fine stucchevole» (Maurizio Crippa).
• «Beppe Grillo ha grandi meriti da artista e da uomo d’informazione. Ha anticipato lo scandalo Parmalat e raccontato per anni un pezzo di potere che quasi nessuno, sui media, ha saputo o voluto raccontare al pubblico. Per questo la svolta da predicatore è ancora più imbarazzante. Si è messo anche lui in fila a vendere complotti» (Curzio Maltese).
• «Beppe Grillo è stato il detonatore per una miscela divenuta esplosiva: in cui si combinano le frustrazioni del precariato, l’impoverimento provocato dalla pressione dei nuovi consumi, insostenibili per basi di reddito ridotte, la collera per gli sprechi e i privilegi della “casta”, l’insoddisfazione per una forma di rappresentanza che non riesce a rispondere alle aspirazioni dei cittadini» (Edmondo Berselli).
• «Ai tempi in cui ero ancora presidente del Consiglio di amministrazione di Enel, diceva che a casa sua, con il solare, produceva tanta energia da vendere poi quella in eccesso. Feci fare una verifica e venne fuori che da solo consumava quanto un paesino» (Chicco Testa). In seguito a questa affermazione il Riformista lanciò una maliziosa provocazione e invitò il comico a pubblicare sul blog la propria bolletta. Dopo inutili insistenze, ci pensò il quotidiano a dichiarare il consumo di Grillo: 3.302 kwh a bolletta, in totale 851,33 euro (la media annua di una famiglia è 3.000 kwh).
• Tirchissimo.
• Dalla prima moglie Sonia Toni ha avuto i figli Luna e Davide, dalla seconda, Parvin Tadjik, Rocco e Ciro (lei ne aveva già avuti due, perciò molte biografie parlano di sei figli).
• Tifa Sampdoria.