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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Adriano Graziano

• Quindici (Avellino) 4 febbraio 1967. Camorrista, figlio del boss storico del clan omonimo, Salvatore Luigi (morto il 29 agosto 2013). Noti, lui e il fratello Antonio, come i “Chiarinelli” (dal nome della mamma Chiara Manzi, per distinguerli dai vari parenti con lo stesso nome).
• Arrestato per la strage di Lauro, cioè l’assassinio di Clarissa Cava, Michelina Cava, Maria Scibelli (26 maggio 2002), rispettivamente figlia, sorella e cognata di Biagio Cava (vedi scheda), ottiene l’annullamento dell’ordinanza di custodia in carcere (e poi l’assoluzione), ma non fa in tempo a uscire dal carcere, quando, il 24 giugno 2002, è colpito da un’altra ordinanza di custodia, per associazione camorristica, concorso in abuso d’ufficio, detenzione abusiva di armi, e concorso nel tentato omicidio di Giuseppe Pacia (uomo vicino al clan rivale dei Cava, sopravvissuto a un agguato davanti alla sua officina, in Taurano, il 3 luglio 2000). Ristretto a Terni al regime del 41 bis, viene condannato in primo grado a 17 anni, ma assolto in Appello per il tentato omicidio e condannato per gli altri reati a 5 anni e 6 mesi, con la concessione delle circostanze attenuanti generiche in equivalenza alle aggravanti contestate (1 giugno 2006, sentenza diventata definitiva l’11 luglio 2007).
• Il 27 luglio 2007 viene scarcerato. Il 31 luglio i carabinieri, che in vista della sua scarcerazione (e nel timore della ripresa della faida col clan rivale dei Cava) avevano rafforzato i controlli del territorio, sequestrano fucili, carabine e centinaia di munizioni in un’abitazione del centro di Quindici, nascoste sotto i materassi (i proprietari vivono all’estero).
Ultime Arrestato di nuovo nel luglio 2008 mentre faceva shopping a Valmontone, essendosi sottratto a una misura di sorveglianza, dopo avere scontato un’altra pena definitiva per armi, è stato scarcerato il 14 marzo 2014, in quanto, l’8 ottobre 2014 erano venute meno le condizioni della misura cautelare a cui era stato nel frattempo sottoposto nell’ultimo processo per associazione mafiosa (condannato a dieci anni in appello, la Cassazione, infatti, ha annullato e rinviato per un nuovo giudizio, perché non era provato il ruolo di capo, ma solo la partecipazione) (a cura di Paola Bellone).