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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Nichi Grauso

• (Nicola) Cagliari 23 aprile 1949. Editore.
• «Un imprenditore che vede lontano. Peccato che non riesca ad arrivarci» (Mauro Liscia).
• Ex pioniere della tv commerciale e di internet, ex editore dell’Unione Sarda, ex consigliere regionale, da ultimo ex proprietario del gruppo E-polis (quotidiani free-press).
• «Cominciò con un vecchio residuato militare, ne fece una delle prime radio private d’Italia; microfonista, fonico, dj, venditore di pubblicità, faceva tutto. Così come più tardi, a metà degli anni Settanta, fece l’antennista, l’operatore, il regista, il tecnico dei ripetitori nella tv che aveva inventato, Videonline. Insomma, uno che ha fatto la gavetta. In pochissimi anni ha bruciato le tappe» (Alberto Pinna).
• Poi Video On-Line che nei primi anni Novanta dà il via in Italia alla diffusione di internet (ceduto a Telecom nel ’96), l’acquisto dell’Unione Sarda, la breve avventura in Polonia per costruire un polo dell’informazione, il tentativo fallito di rilanciare la cartiera di Arbatax (che lo porterà, in polemica con la Giunta regionale di centrosinistra, anche a scendere in politica dando vita al Nuovo Movimento).
• Nel 1999 vendette l’Unione Sarda a Sergio Zuncheddu per un centinaio di miliardi sottoscrivendo un impegno a restar fuori dal mondo dell’editoria per cinque anni. Scaduto il tempo (2004), creò una rete di 15 quotidiani regionali e locali gratuiti sotto la sigla nazionale E-Polis (650 mila copie distribuite), che subirono una sospensione delle pubblicazioni nel luglio 2007 in seguito ad una grave crisi finanziaria e la vendita ad Alberto Rigotti (presidente di Abm Merchant). Dopo pochi mesi le pubblicazioni ripartono, ma cessano definitivamente a gennaio 2011 con una istanza di fallimento avanzata dalla famiglia Grauso.
• Il 23 settembre 2011 viene condannato in appello a Cagliari assieme ad Antonangelo Liori, Michele Dore, Andreano Madeddu, Claudio Marcello Massa e Alfredo Boletti per bancarotta fraudolenta e altri reati legati al fallimento della cartiera di Arbatax.
• «La sua immagine resta legata soprattutto al tragico caso di Luigi Lombardini, il magistrato suicidatosi nel proprio ufficio l’11 agosto del 1998 quando il pool palermitano di Giancarlo Caselli lo accusò di aver gestito per conto dell’amico editore dell’Unione Sarda il sequestro di Silvia Melis e la successiva liberazione, in cui Grauso si vantò di aver svolto un ruolo decisivo» (Mauro Lissia). Ha rinunciato alla prescrizione ed è stato assolto dal tribunale di Palermo «perché ho pagato il riscatto del sequestro Silvia Melis».
• «Volevo smascherare l’infame legge sul congelamento dei beni. Sequestrano una persona e per tre mesi nessuno si fa vivo, la famiglia cade nella disperazione. Poi avviene il contatto e comincia una folle giostra: i parenti a procurarsi i soldi, le Procure a bloccarglieli. Infine intervengono i servizi segreti che pagano sottobanco e simulano la fuga dell’ostaggio. Chieda a Cossiga. Vogliamo parlare di come fu liberato il piccolo Farouk Kassam? Ma guai dirlo agli italiani! Gli italiani vanno trattati da coglioni. Così i banditi spesso incassano tre riscatti da tre fonti diverse».
• «Nelle vene non ha una goccia di sangue sardo. Per parte di madre, la bisnonna era un’india di Tucumán che sposò un piemontese andato a dirigere uno zuccherificio in Argentina; per parte del padre Mario, il nonno era un napoletano che con due velieri da 20 metri portava la pasta di Gragnano a Cagliari. Qui Nichi nacque e frequentò il liceo classico, cambiando quattro istituti a causa della svogliatezza. Si riscattò conseguendo una laurea in Giurisprudenza» (Stefano Lorenzetto).
• Sposato, due figlie.